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The Circle (VOD)

Pubblicato il 2 maggio 2015 da Alessandro Izzi


The Circle (VOD)

Röbi Rapp è un giovane con il futuro dentro gli occhi e nello sguardo sincero. Di giorno lavora come barbiere e la notte indossa sontuosi abiti femminili per cantare le canzoni del miglior cabaret al pubblico di un club di cultura omosessuale fondato sin dagli anni ‘40. A casa è accettato per quello che è, senza problemi di sorta e senza che il pregiudizio si metta in mezzo. Vive con la madre che, benevola, lo accompagna nel suo cammino verso il mondo adulto consapevole del fatto che deve nascondersi agli altri, ma grata di poterlo amare senza infingimenti. La sua è una famiglia di estrazione proletaria. Morto il padre molti anni prima, è sulle spalle dell’anziana madre che pesa tutto il senso di famiglia.
Ernst Ostertag, invece, è un giovane docente di francese non ancora entrato di ruolo. Vorrebbe insegnare Camus nelle sue classi, ma l’autore è troppo trasgressivo per un istituto femminile di fine anni Cinquanta e la fresca candidatura al Nobel per la letteratura non basta a superare le diffidenze di una classe docente al fondo ancora vecchia. Vorrebbe vivere la sua omosessualità in maniera libera e serena, ma a deve nasconderla a casa raccontando storie di improbabili fidanzate come deve nasconderla sul lavoro perché, anche se la cosa non costituisce reato a Zurigo, la scuola non è ancora pronta ad accettare un professore dichiaratamente gay.
I due si incontrano, quindi, tramite la rivista omosessuale Der Kreis, una pubblicazione sorta all’interno del club dallo stesso nome in cui canta Röbi e di cui Ernst diventa presto collaboratore come correttore di bozze.
Il racconto della loro storia d’amore diventa, quindi, lo spazio ideale per raccontare l’evoluzione dei diritti civili della comunità gay svizzera e non solo.

Stefan Haupt, il regista di Der Kreis (The circle), ricostruisce il racconto di questi due amanti che diventeranno negli anni ’90 la prima coppia a unirsi in matrimonio in Svizzera, seguendo due direttive differenti e apparentemente opposte.
La prima è quella documentaristica che mette in campo brani di interviste ai due protagonisti ormai anziani e ad altri testimoni del racconto e la descrizione commossa e partecipe della vita quotidiana della coppia, tra una tavola apparecchiata per la prima colazione e un giornale sfogliato distrattamente in attesa del caffè.
La seconda è quella della fiction, con la ricostruzione e la messa in scena di luoghi ambienti e situazioni secondo le dinamiche di un film in costume di stampo tradizionale.
Piuttosto che impaginare un film in costume incorniciato da un preludio e una chiusa nel contemporaneo come normalmente accade in operazioni di questo tipo, Haupt sceglie la strada di un continuo gioco di rimandi in cui i brani di intervista si alternano alla parte finzionale illuminandola di continuo.
In questo modo il racconto, che diventa teso nel momento in cui la comunità gay di Zurigo è funestata da una serie di omicidi cui conseguono retate nei locali e lo spettro di una registrazione dei nomi di tutti gli omosessuali, trova nella parte più strettamente documentaristica il suo commento e la sua motivazione.
Le interviste assumono, quindi, nei confronti della fiction una doppia funzione: da una parte sono la visualizzazione di quanto raccontato dagli intervistati, dall’altra diventano una sorta di cantuccio critico, aprono uno spazio alla riflessione, assumono una dimensione coreutica intrigante e originale.

Il regista ha mano felice sia nella ricostruzione filmica sia nella gestione del materiale documentaristico che non si limita alle sole interviste, ma ingloba liberamente anche immagini di repertorio, fotografie, copertine e pagine della pubblicazione, nonché riprese del matrimonio tra Röbi ed Ernst.
Ne viene fuori un film lucido e al tempo stesso commovente che non si lancia in proclami o crociate ideologiche, ma lascia che il racconto sia, semplicemente.
Perché una coppia felice è una coppia felice e l’amore è amore indipendentemente dal sesso, dalle ragioni ideologiche o dai credi religiosi. E quel che si imprime nell’occhio dello spettatore alla visione di una coppia che è riuscita a essere malgrado tutto è la consapevolezza che la felicità di tutti è la responsabilità di ognuno di noi.


(Der Kreis); Regia: Stefan Haupt; sceneggiatura: Stefan Haupt, Christian Felix, , Urs Frey; fotografia: Tobias Dengler; montaggio: Christoph Menzi; musica: Federico Bettini, Ivan Madeo; interpreti: Marianne Sägebrecht
, Anatole Taubman
, Matthias Hungerbühler
, Sven Schelker, 
Antoine Monot Jr.; produzione: Contrast Film Zürich GmbH, SRF Schweizer Radio & Fernsehen; origine: Svizzera, 2014; durata: 101’

VOD su The open reel


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