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L’Ebreo in scena al teatro Valle per la regia di Enrico Maria Lamanna

Pubblicato il 14 marzo 2010 da Laura Khasiev


L'Ebreo in scena al teatro Valle per la regia di Enrico Maria Lamanna

La follia prende il sopravvento nella casa dell’Ebreo, dove da anni ormai vive una famiglia romana che acquisì l’edificio durante una delle persecuzioni più atroci che l’umanità abbia mai conosciuto.
Al teatro Valle dal 23 febbraio al 7 marzo è stato in scena L’Ebreo: un’occasione per conoscere ancora più a fondo una delle venature meno note della strage che ha coinvolto gli ebrei durante gli anni ’40, perseguitati e privati di ogni diritto. A presentare lo spettacolo il Rabbino Capo della comunità ebraica, che ha introdotto gli spettatori alla tematica in questione.
Questa è stata anche la prima volta di Ornella Muti in teatro, accanto a lei i validissimi Emilio Bonucci e Pino Quartullo. La storia è quella di una famiglia romana che acquisisce la casa da un ebreo, Marcello Consalvi, il quale per tutelare i suoi beni, come molti a quei tempi, affidò tutti i suoi averei, case e negozio di stoffe alla famiglia ariana, che fece così da prestanome. La vicenda si snoda attraverso la vita quotidiana di quella che appare come una normale e tranquilla famiglia borghese, ma presto i colpi di scena animano la sala...
L’interpretazione della Muti ha conferito al personaggio un carattere forse troppo cinematografico, che ha fatto perdere quella magia che solo il teatro sa creare, per fortuna le interpretazioni maschili di Bonucci e Quartullo sono riuscite a tenere l’attenzione del pubblico, facendolo divertire, ma anche riflettere.
Toccante e piena di spunti, la storia concepita da Giovanni Di Clemente è stata però portata sulla scena da Enrico Maria Lamanna, forse, con un eccessivo naturalismo che mal si sposa con l’ambiguità dei comportamenti dei vari personaggi.
Ciò che tormenta i due coniugi romani è il ritorno dell’Ebreo, che potrebbe rivendicare i suoi possedimenti. Questa prospettiva spaventa particolarmente Immacolata che a tornare a fare la “sguattera”, dopo aver gustati gli agi del vivere borghese, non ci pensa minimamente. L’ossessione che travolge i due coniugi a trascorrere notti di panico e giornate angosciose, reclusi in casa, fa pensare a quella dei Macbeth, ossessionati dal senso di colpa, che li ha logorati e trascinati all’inevitabile morte...
Piani escogitati per sfangare l’arrivo del vecchio padrone, che marito e moglie temono, facendosi trascinare nel “buio della ragione”, vittime della loro stessa follia, perdono tutto quello che hanno per la loro avidità e paura di perdere qualcosa che non gli apparteneva. Infelici, pur avendo ogni tipo di bene materiale, perché ormai incapaci di colmare la loro vita con il sentimento che li unì un tempo, ma che svanì dietro alla smania di materialismo che li ha accecati.
Lo spettacolo si pone come occasionedi riflessione non solo sui fatti che dal ’40 agli anni successivi coinvolsero il nostro mondo con la strage della shoà e le ingiustizie che investirono tutti coloro che fossero stati di di razza ebraica, ma anche sulla mancanza di valori, che porta inevitabilmente alla mancanza di felicità, impossibile da salvaguardare con la sola ricchezza pecuniaria.


(L’Ebreo); Regia: Enrico Maria Lamanna; drammaturgia: Giovanni Di Clemente; aiuto regia: Jacopo Bezzi; disegno luci:Stefano Pirandello; disegno audio: Hubert Westkemper ;musiche:Pivio e Aldo De Scalzi; scenografie:Max Nocente; costumi:Teresa Acone; interpreti: (Emilio Bonucci), (Ornella Muti), (Pino Quartullo); teatro e date spettacolo: teatro Valle dal 23 febbraio al 7 marzo; info :Mthos Group Produzioni Teatrali


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