L’Erodiade di Testori prende vita all’Eliseo

Una controversa Maria Paiato accoglie il curioso e attento pubblico del Teatro Eliseo, per interpretare l’eroina reinterpretata da Giovanni Testori, Erodiade. La pelle bianca del volto assorbe subito su di te gli sguardi del pubblico, incantato dalle luci psichedeliche, il lungo abito rosso e la figura inedita di un’attrice tra le più meritevoli della scena italiana. Musiche rock hanno fatto da sfondo alla tragica storia della donna che, sofferente per il rifiuto di Giovanni Battista, riversa la sua rabbia e il suo furore in un piano ben progettato, che affida a sua figlia Salomè. L’irrazionalità del dolore sentimentale è capace di divorare persino la magnificenza di una donna come Erodiade, tanto da trascinarla verso il folle desiderio di una vendetta che vede come obiettivo finale la morte di colui che non ha accettato le avances di colei che ora è disperata. Essa spinge la figlia Salomé a sedurre il Giovanni Battista con una danza sensuale per poi ucciderlo, dunque una sorta di intersezione tra quella stessa vendetta bramata dall’Amleto padre, che commisionò al figlio e la missione della Judith biblica, donna che avrebbe dovuto sedurre per liberare il popolo ebraico dalla sua tirannia. Motivi che tornano, che fanno del teatro, il luogo del collaudo tra diverse tradizioni, permettendo allo spettatore di rievocare vicende anche lontane da ciò a cui si sta assistendo e dunque di compiere il suggestivo viaggio, che solo con la mente si può compiere. L’inedita Paiato ha saputo accogliere il personaggio, cucendo sulla pelle, nello sguardo e sulla voce le caratteristiche della donna abbandonata e in preda alla follia. L’attrice ha reso l’ira e la rabbia di questo personaggio coì poetiche da incatare l’intero pubblico, trascinandolo in un vortice che allontana dalla realtà, capace di far sentire allo spettatore quel turbinio di sensazioni che solo chi riceve tale atrocità può avvertire. Adagiata su una lastra di ferro, rievocante gli scivoli dei bambini, Erodiade ha rigurgitato tutto il suo essere, mostrando il suo dolore in ogni sua sfaccettatura e attuando una sorta di radiografia delle proprie viscere, palesando ciò che accade nell’animo umano quando si prova una tale sofferenza. Complici ma allo stesso tempo con la voglia di fuggire da quel tormento, gli spettatori hanno ammirato il capolavoro di Testori, rielaborato dal regista Pierpaolo Sepe, uscendo dalla sala con un certo sollievo per non aver mai subito per davvero una tale tortura dei sentimenti, perché forse anche la peggiore delle delusioni amorose, di fronte a tale tragedia, diviene una mera delusione di vita, che presto passa.
(Erodiade); Regia: Pierpaoo Sepe; dal testo di: Giovanni Testori; luci: Pasquale Mari; scenografie: Francesco Ghisu; drammaturgia e aiuto regia: Francesca Manieri; musiche: Francesco Forni; trucchi: Vincenzo Cucchiara; interpreti: (Maria Paiato); teatro e date spettacolo: Piccolo Eliseo, 15/30 novembre 2010.
