X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



L’ultima trovata - Trent’anni di cinema senza Elio Petri

Pubblicato il 3 gennaio 2014 da Giammario Di Risio


L'ultima trovata - Trent'anni di cinema senza Elio Petri

Nell’immagine di copertina del libro troviamo come una fessura stilizzata, che potrebbe richiamare anche il capo di una persona tondeggiante; i contorni presentano un nero sfumato e da quella cornice guardiamo una serie di scritte, in rosso e nero, che “recitano” l’opera di un regista, autore italiano tra i più densi, carichi di significazione del Novecento: Elio Petri.

Nell’organizzare e redigere il percorso di “riscoperta” dell’autore romano, lo studioso di cinema Diego Mondella chiama a raccolta una serie di intellettuali e colleghi, da Morando Morandini a Giovanni Spagnoletti, da Orio Caldiron a Vito Zagarrio, da Paolo D’Agostini a Daniele Dottorini, passando per Stefano Della Casa, Marco Giusti e tanti altri. Lo scopo è quello di rileggere Petri e la sua opera a distanza di decenni, considerando come “trauma” critico l’incapacità (o forse la volontà?) dei nostri tempi di concedere al maestro uno spazio più ampio nel dibattito culturale.

Un autore coraggioso e intellettualmente debordante Petri, capace di attingere, nella sua arte, a visioni utopistiche, che sembrerebbero lontane e incompatibili con il nostro contemporaneo, narcotizzate di fatto da un pensiero malato relegante il nostro alla precaria dicitura di regista “politico”; se andassimo tuttavia a riammirare un film di scarso successo come La decima vittima, ecco che emergerebbe tutta la forza estetica, la densità di linguaggio, l’aggancio al contemporaneo che, staccandosi dal pensiero comune impostoci dall’alto, riconfigurerebbero lietamente il vocabolario di un autore completo, che non merita assolutamente di far parte di steccati ideologici, anche se lo stesso Petri avrebbe voluto sempre e comunque schierarsi. È finito il tempo dello schieramento, non siamo più negli anni Sessanta e Settanta, non possiamo più ragionare con metodi, approcci prettamente novecenteschi ed ecco che il testo di Mondella propone la sua battaglia di riscoperta, ingaggiando analisi di testi filmici che hanno reso celebre Petri, come A ciascuno il suo, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La classe operaia va in paradiso o La proprietà non è più un furto, ma andando anche a rileggere opere “fallite” come appunto La decima vittima o scavando nell’intimità, nel quotidiano di Petri con alcuni suoi amici che lo ricordano. In questa sezione, che segue le analisi puntuali, accorate degli studiosi sopra citati, scatta immediatamente l’emozione andando a leggere le affermazioni di Mariangela Melato, e il concetto di ricerca che è forse il testamento artistico più indispensabile lasciatoci dal maestro.

Non solo ricerca visiva e estetica, non solo ricerca ideologica e espressiva, viceversa capacità di considerare la macchina da presa conseguente a un’idea, mai preconfezionata, nata per interpretare e mai rappresentare il reale. La ricerca in Petri diventa interpretazione del reale e il testo di Mondella urla con forza e passione tale condizione, a volte scavando troppo in letture teoriche sovrapposte, ma mantenendo un rigore riflessivo che difficilmente si riscontrerebbe in un testo a tesi. La tesi ha rispetto per la tradizione e per l’esperienza ideologica, politica di Petri ma vuole staccarsi dal meccanismo critico del passato pungolando il lettore a entrare nella tipologia delle inquadrature, nell’urgenza di un determinato personaggio (vi sottolineiamo a tal proposito l’analisi della significazione degli oggetti e del personaggio di Total de La proprietà non è più un furto realizzata da Roberto Chiesi) o nella serie di inevitabili contrasti umani, intellettuali che la vita ha proposto al maestro.

Con questo studio Elio Petri entra nel ventunesimo secolo, e con esso entrano anche coloro i quali lo hanno amato, letto, intuito, tenacemente difeso e spesso contrapposto al contesto, allo status quo. Inizia un necessario percorso, appunto inizia “L’ultima trovata”, di fatto una riflessione che sottende novità e stupore verso un nuovo modo di approcciarsi a Petri. Mondella e i suoi colleghi hanno aperto la porta, presentando anche un inserto fotografico dal sapore nostalgico ma mai retorico, ma ora tocca ai lettori entrare e riconfigurare il tutto.


Autore: Diego Mondella
Titolo: L’ultima trovata - Trent’anni di cinema senza Elio Petri
Editore: Pendragon
Collana: Studi e Ricerche
Dati: 280 pp, copertina rigida
Anno: 2012
Prezzo: 16 €
Isbn: 9788865982297
webinfo: Scheda libro sul sito Pendragon


Enregistrer au format PDF