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La Meglio Gioventù – 20 esordi italiani del nuovo millennio

Pubblicato il 24 dicembre 2007 da Alfonso Mastrantonio


La Meglio Gioventù – 20 esordi italiani del nuovo millennio

Filmitalia è una società patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che si occupa di garantire visibilità in tutto il mondo per la cinematografia italiana, promuovendone l’immagine e i prodotti nei festival e nelle rassegne di tutto il mondo. Presidentessa dell’associazione è Irene Bignardi, giornalista di Repubblica ed ex direttrice del Festival di Locarno, che ama definire sé stessa e i propri collaboratori “le mamme e le zie dell’attuale cinema italiano”, intente a sostenere con identico affetto e dedizione ognuno dei propri “figli e nipoti”, ovvero tutte le produzioni cinematografiche che vedono la luce nel nostro paese, nessuna esclusa. Come tiene a precisare la Bignardi, le risorse a disposizione per portare avanti tale impegno ammontano a 2 milioni di euro (conditi da tanta abilità nelle pubbliche relazioni), corrispondenti all’incirca ai costi di promozione di una sola pellicola indipendente americana, o, per riavvicinare i piedi a terra, ad un sesto del capitale a disposizione dell’organismo equivalente nell’invidiatissimo sistema francese.

La Meglio Gioventù è il frutto dell’ultima acrobazia compiuta da Filmitalia: una rassegna itinerante volta a promuovere fuori dai nostri confini venti opere prime di giovani registi italiani, realizzate dal 2000 ad oggi.. Il risultato è un variegato campionario di ciò che di buono e buonissimo è nato all’interno del cinema italiano nei primi sei anni di questo ventunesimo secolo, filtrando con fatica, difficoltà e circostanze fortunose fra le strette maglie del cattivo. La responsabilità della scelta di questi magnifici venti è stata delegata a Fabio Ferzetti (Le mamme e le zie, si sa, non amano fare classifiche tra i propri prediletti), che ha stilato la seguente, eterogenea lista: Almost Blue di Alex Infascelli, La Capagira di Alessandro Piva, Tornando a Casa di Vincenzo Marra, Giorni di Laura Muscardin, Santa Maradona di Marco Ponti, I Nostri Anni di Daniele Gaglianone,L’Uomo in Più di Paolo Sorrentino, Il Sole Negli Occhi di Andrea Porporati, Pesi Leggeri di Enrico Pau, Velocità Massima di Daniele Vicari, Ballo a Tre Passi di Salvatore Mareu, Pater Familias di Francesco Patierno, Il Dono di Michelangelo Frammartino, La Spettatrice di Paolo Franchi, Saimir di Francesco Munzi, Tartarughe sul Dorso di Francesco Pasetto, Private di Saverio Costanzo, Texas di Fausto Paravidino, Notte Prima degli Esami di Fausto Brizzi e L’Aria Salata di Alessandro Angelini.

Filmitalia ha già portato con successo l’iniziativa a Bruexelles e Buenos Aires (dove ha inaugurato la prima ‘Semana del Cine Italiano’) e ha in programma per il 2008 un’altra decina di tappe in tutti i continenti. Intanto La Meglio Gioventù è diventata anche un libro, stampato con l’aiuto del laboratorio di moda milanese C.P. Company, in arrivo a primavera in tutte le librerie per le edizioni Marsilio (forse con un titolo differente, dato che per la stessa casa editrice è uscito l’anno scorso un volume omonimo, a cura di Vito Zagarrio, che tratta lo stesso tema dal punto di vista della critica). Nel volume è stato chiesto ad ognuno dei venti giovani registi di raccontare a modo proprio il percorso che li ha portati quella prima volta, le motivazioni di un progetto, la ricerca delle risorse per realizzarlo, la trepidazione per la prima inquadratura, la soddisfazione per il riconoscimento del proprio lavoro, riconoscimento ottenuto spesso, com’è destino per i profeti in patria, prima all’estero che in Italia.

La rassegna ed il libro vogliono essere prova documentaria di ciò che nella foga delle critiche e dei dibattiti spesso si dimentica, e cioè che in effetti molte cose nuove sono state in questi anni prodotte, molte nuove storie sono state raccontate e da molti, in tutto il mondo, queste storie sono state sinceramente apprezzate. Sfogliandone le pagine si ritorna con piacere su amori a prima vista scorti qualche tempo prima in sala, si sentiti, si fanno presenti alla mente opere che ci si era scordati di tenere da conto nelle discussioni, negli scritti, nei pensieri espressi sullo stato delle cose cinematografiche in questo periodo di finanziarie insoddisfacenti, lettere aperte, polemiche festivaliere, reciproche accuse di cialtroneria tra stampa, direttori di rassegne e istituzioni, nobili addetti ai lavori e meno nobili manovalanze. A trovarseli di fronte tutti in una volta, questi 20 film, questi 20 nomi, questa sfilza di premi nazionali e internazionali, questo corollario di storie picaresche o incredibilmente lineari di debutti fortemente voluti, si recupera alla mente l’idea che in effetti il cinema italiano goda di un poco pubblicizzato stato di salute, una salute che prescinde da malesseri organizzativi e pecuniari per farsi forte di idee, passioni, volontà ferree, lucidi punti di vista sulla realtà.

Dal novero di questa Meglio Gioventù sono rimasti fuori, per motivi cronologici o di fisiologica selezione, altri nomi che per premesse mostrate e data di nascita (tra la fine degli anni ‘60 e quella dei ‘70) appartengono di diritto a questa generazione emergente di cineasti italiani: dimenticando sicuramente qualcuno, si possono nominare gli “apripista” Crialese e Garrone o i meno affermati Cattani, Spada, Marengo, Olivares, De Rienzo, che attraverso piccole opere indipendenti hanno già saputo mostrare notevoli potenzialità. Nonostante sia difficile individuare all’interno di questa composita nidiata un nome trainante o un inequivocabile opera-capolavoro, Ferzetti, autore anche dell’introduzione al libro, azzarda un lusinghiero paragone con quella che a partire dagli anni ’50 ha di fatto spostato il baricentro del cinema mondiale verso lo stivale. “Un giorno”, scrive il critico del Messaggero, “qualcuno guarderà con animo sereno i film italiani degli ultimi dieci-quindici anni e scoprirà che raccontavano un mucchio di cose”. Quel giorno non sembra in fondo così lontano, se a Venezia quest’anno si è deciso di puntare per il concorso sulla seconde prove di Franchi, Marra e Porporati, dando quindi fiducia a tre giovani nomi presenti in questa raccolta. Com’è noto, le attese sono state sostanzialmetne deluse, ma questo non significa che la strada intrapresa non sia quella giusta.


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