LA NOTTE POCO PRIMA DELLE FORESTE/4.48 PSICOSI

E’ singolare che a maggio, quasi contemporaneamente, abbiamo assistito a Roma a due prove d’attore di due giovani talenti del cinema nostrano, attori blasonati da uno stesso film, L’ultimo bacio di Muccino. Al Teatro Sala Uno a San Giovanni Pierfrancesco Favino ha tenuto la scena per tre settimane con un lungo, toccante monologo di Bernard-Marie Koltes dal titolo evocativo La notte poco prima delle foreste. Al Teatro Palladium, invece, Giovanna Mezzogiorno interpreta i furori nichilisti di Sarah Kane con la pièce 4:48 Psicosi. Due storie diverse di due autori “maudit” che si confessano (Koltes è morto di Aids, la Kane suicida, entrambi molto giovani), con due scenografie nude, solo corpi ed espressioni immersi nella luce. Questo non vuole essere uno sterile accostamento dei due lavori, che hanno richiesto una dose massiccia di impegno e di concentrazione, bensì uno studio sui diversi approcci che richiedono le messe in scena. Assistendo a La notte poco prima delle foreste, sarà stata l’intimità del luogo, che permette allo spettatore di osservare i pori della pelle dell’attore, sarà stata la scelta di parlare in un italiano da immigrati, sarà stato, molto più semplicemente, il tono accattivante del testo di Koltes, ho avuto la sensazione che l’aderenza alla sincerità del personaggio da parte di Favino fosse totale. Il teatro di Sarah Kane, divulgato in Italia da Barbara Nativi alla fine degli anni Novanta solo nei laboratori e nei teatri di ricerca della provincia tosco-emiliana, oggi viene istituzionalizzato dai Teatri metropolitani, e si sceglie come interprete una personalità carismatica del grande schermo come la Mezzogiorno. Mentre le pièce della Kane, lungi dall’esprimere quello che dicono, nei teatri inglesi sono considerate pezzi di bravura comica per la estremizzazione del linguaggio e dei contenuti, qui da noi non sono ancora sedimentate nel tessuto ricettivo spettatoriale, che tende a dare credito assoluto ai vortici di disperazione di una donna che non trova altra soluzione al proprio male che il suicidio. Ma andiamo con ordine: 4:48 è l’ora in cui statisticamente avviene il più alto tasso di suicidi nel mondo, e già come titolo racchiude tutti i suoi intenti. Il testo è la coscienza in corto circuito della scrittrice, monologo a più voci di un’emarginazione senza consolazione. Di fronte alla sfida rappresentata da questo testo finale, la Mezzogiorno si è posta con la sua solita grinta, cavalcando le corde più viscerali e lanciando i suoi strali contro il cielo, gli uomini (e le donne) e se stessa. Eppure il lavoro compiuto sul testo è stato debole, ci si è attenuti alla lettera del dettato, al senso primo di quanto fissato sulla pagina. Più che un adattamento è stato un allestimento fedele di un’autrice che ha rivoluzionato la drammaturgia contemporanea proprio in virtù dell’indefinitezza dei suoi testi, densi di senso. Ammirevole l’allestimento sonoro della scena, un po’ abusato il ricorso al video, anche se trova il suo riscatto nell’inserto video finale: la solitudine della protagonista svelata in una quarta parete che si affaccia su un proscenio e una platea teatrale completamente vuota. Qualcuno potrebbe chiamarlo nuovo teatro nuovo: le nostre migliori leve che traducono in scena il senso di smarrimento della nostra/loro generazione, parlando con un linguaggio vicino a noi, vestendo come noi, guardandoci come spesso ci guardiamo noi, con la stessa paura dell’abbandono stampata sul viso.
[maggio 2004]
LA NOTTE POCO PRIMA DELLE FORESTE
di Bernard-Marie Koltes; regia: Lorenzo Gioielli; interprete: Pierfrancesco Favino; luci: Giovanni Pirandello; produzione: Fox & Gould.
4:48 PSICOSI
di Sarah Kane; traduzione: Gian Maria Cervo; regia: Piero Maccarinelli; interprete: Giovanna Mezzogiorno; produzione: Teatro 3 s.r.l., Artisti Riuniti e Teatro Palladium; durata: 1h 15’; in scena al Teatro Palladium dal 25 maggio al 6 giugno.
