La professione della Signora Warren

Roma, Teatro Eliseo. Ad aprire la stagione del teatro di Via Nazionale è La professione della Signora Warren, dramma del premio Nobel irlandese George Bernard Shaw.
Il regista Giancarlo Sepe sceglie di affrontare per la prima volta nella sua carriera l’opera di Shaw e lo fa a distanza di più di un secolo dalla stesura della pièce. La professione della Signora Warren fece scalpore al tempo della sua pubblicazione, ragion per cui venne censurata in Inghilterra fino al 1925. La storia è quella di una prostituta d’alto bordo, amministratrice di un certo numero di case chiuse in diverse città europee, e di sua figlia, brillante studentessa di matematica, decisa, pronta all’emancipazione e ovviamente all’oscuro dell’impiego della madre. Dopo anni di lontananza le due donne sembrano ritrovarsi e voler rimediare al tempo perduto. I buoni propositi sono spazzati via a causa dell’interferenza di quattro uomini legati alla signora Warren per ragioni lavorative o sentimentali o non esattamente sentimentali. La giovane Vivie una volta scoperta la fonte delle ricchezze materne sceglie di non accettare più denaro dalla donna e di mantenersi lavorando autonomamente sfruttando le competenze acquisite negli anni di studio allo scopo di non avere più contatti con la madre.
Agli albori del Novecento mostrare la prostituzione e l’emancipazione femminile rappresentava un fatto d’eccezione, scomodo e per questo poco tollerabile; riproporlo oggi non scandalizzerà la platea ma le permetterà di confrontarsi con un grande classico del teatro mondiale, riflettere sulle ragioni che portano un regista contemporaneo alla scelta di un testo di questo tipo, godere del modo in cui la messinscena è stata orchestrata e ammirare la recitazione degli interpreti.
La prosfessione della Signora Warren di Giancarlo Sepe vanta un cast di tutto rispetto con a capo la “leonessa” (così ama definirsi) Giuliana Lojodice nei panni di protagonista, affiancata da Giuseppe Pampieri, Federica Stefanelli, Pino Tufillaro, Fabrizio Nevola e Roberto Tesconi. Un gruppo affiatato che ha saputo affrontare il dramma di Shaw con disinvoltura. Gli interpreti più maturi hanno sfoggiato un’indiscutibile abilità attorale e i più giovani si sono mostrati all’altezza delle aspettative.
La scenografia suggerisce realisticamente le ambientazioni, si tratta per lo più di interni domestici nei quali i personaggi sono chiamati alla staticità, costretti a spostarsi da una sedia a un’altra nel rispetto di una quarta parete la cui presenza è sottolineata dal sedersi di spalle al pubblico della Lojodice. Gli oggetti sulla scena e i costumi degli interpreti hanno valenza simbolica, così la Signora Warren indossa abiti eccentrici che vorrebbero apparire eleganti ma il cui sapore trash racconta la professione di questa donna; Vivie è una sagoma, un figurino che si sveglia dal suo giaciglio di libri e sceglie come abito un gonna nera poco più lunga di un tutù, è il rigore e la semplicità che la rendono l’antitesi della sua genitrice sia nell’anima sia nel corpo. Tra gli interpreti maschili risalta la strana figura del Pastore Samuel Gander, costretto in abiti scuri e aderentissimi i quali contrastano con i lunghi capelli biondo platino e fanno di questo uomo una contraddizione in termini tra l’impiego religioso portato avanti e il suo aspetto cupo e inquietante.
La riflessione sul testo di Shaw trova nella regia di Sepe una trasposizione visiva e i simboli più interessanti sono quelli che lo spettatore può cogliere attraverso un’acuta osservazione piuttosto che un attento ascolto.
(La professione della Signora Warren); Regia: Giancarlo Sepe; drammaturgia: George Bernard Shaw; costumi: Carlo De Marino; scene: Carlo De Marino; musica: Harmonia Team e Davide Mastrogiovanni; interpreti:Giuliana Lojodice, Giuseppe Pampieri, Federisca Stefanelli, Pino Tufillaro, Fabrizio Nevola e Roberto Tesconi; teatro e date spettacolo: Teatro Eliseo, dal 21 Ottobre al 9 Novembre.
