La voce Stratos

Omaggio ad un cantante, ad un mitico migrante, a un personaggio straordinario, ed alla magia della voce umana. E’ uscito nelle sale italiane, in poche per la verità, un bel documentario di poco meno di due ore, La Voce Stratos, dedicato, a trent’anni dalla sua scomparsa, alla vita e all’opera di Demetrio Stratos: storico e leggendario cantante di origine greca, voce, corpo ed anima prima dei "Ribelli" e poi degli "Area", uno dei gruppi più significativi degli anni ’70 italiani. Un lavoro durato più di cinque anni, ideato, organizzato e firmato da Luciano D’Onofrio e Monica Affatato. Cinque anni fatti di difficoltà di vario tipo, ma anche di collaborazioni affettuose, preziose, precise. Stratos è stato una figura importante e di lui ci si è dimenticati con troppa fretta, come anche il documentario a lui dedicato non manca di precisare. Ma la sua figura è stata anche quella di uno sperimentatore convinto, geniale ed aperto a contaminazioni di ogni tipo, sempre disponibile e fiducioso verso l’esterno. E’ nato ad Alessandria d’Egitto, nel 1945, e si è trasferito a Cipro dopo l’ascesa di Nasser. Un giorno, nel bel mezzo degli Sessanta, quando era poco più che ventenne, sbarcò a Milano e da lì iniziò il suo interessantissimo percorso nel nostro paese. La sua forza, la sua bellezza e l’importanza del personaggio Stratos vengono raccontati, analizzati, sviscerati con meticolosa precisione dai due autori: “Abbiamo narrato il percorso biografico e artistico di una delle voci più audaci e significative del secolo appena trascorso”, hanno detto i registi, dopo che hanno ricostruito con pazienza e passione l’avventura di un personaggio unico, carismatico e capacissimo di unire e fondere stimoli sonori differenti, sperimentandone la reazione, osservando l’energia sprigionata dall’incontro e certificandone la fruttuosa contaminazione reciproca. Un artista all’avanguardia mai dimentico della tradizione culturale e musicale mediterranea, ovviamente e costantemente aggiornata e rielaborata. Ma come accade in tutti i lavori di qualità e spessore, raccontando un personaggio si racconta anche il suo tempo, e quel tempo personale diventa quello di un’intera società, un periodo storico parallelo e legato al personaggio protagonista. Va da sé che La voce Stratos diventi il racconto di una particolare e bellissima stagione, quella dei nostri anni ’60 e ’70, vogliosi di cambiamento e nuove scoperte, musicali e culturali. Viaggio nel tempo e nella politica di quegli anni, dunque, pieni di sperimentazione, creatività e movimento, La voce Stratos è per forza di cose anche un documentario sugli "Area", che rappresentarono una delle espressioni più rappresentative del panorama musicale italiano di allora. L’assetto narrativo del documentario su Stratos, per ciò, sostanzialmente autobiografico, riunisce una molteplicità di temi e di livelli contenutistici che spingono un lavoro stilisticamente non scontato verso la validità di documento piacevole, completo e sfaccettato sugli anni delicati e succosissimi del nostro passato e del nostro costume relativamente recente. Il cammino di Stratos è seguito passo passo senza rinunciare agli aspetti personali dell’artista, nè si evita di raccontare il periodo successivo alla sua carriera di importante voce musicale. La voce Stratos, film sulla voce oltrechè film su una voce sperimentale (Stratos è stato un attentissimo investigatore della voce umana) fa di questo strumento umano il pilastro centrale e trasversale del film dall’inizio alla fine. Il lavoro sulla sperimentazione vocale di Stratos viene radiografato scientificamente (parlano otorino-laringoiatri esperti di voce artistica) ed artisticamente (molte testimonianze nell’ambito della musica contemporanea). Insomma, La voce Stratos è un bel documentario pieno di interviste e materiali d’archivio, che riescono ad evocare, anche attraverso suggestivi trattamenti grafici, sia l’atmosfera creativa di quegli anni che tutta la vocazione ed il talento dell’artista. Aggiungono ricchezza al lavoro registrazioni vocali inedite e filmini in super8. Da vedere, e da conservare, quando uscirà il dvd.
Regia: Luciano D’Onofrio e Monica Affatato; Sceneggiatura: Luciano D’Onofrio e Monica Affatato; Fotografia: Angelo Santovito; Montaggio: Luciano D’Onofrio, Dario Nepote; Suono in presa diretta: Mirko Guerra, Gianluca Tamai, Monica Affatato; Produzione: Route1 - Torino; Producer Maurizio Perrone, Pier Milanese; Durata : 110 minuti
