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Lezioni di ipocrisia

Pubblicato il 13 ottobre 2006 da Valentina Casadei


Lezioni di ipocrisia

Un tavolo, enorme come un muro, invade la scena squarciando il vuoto e creando aree topicamente opposte. Un tavolo di discussoni sbocciate dal quotidiano: in alto superbi e tronfi oratori si misurano a suon di retorica, in un mondo in cui la morale è sostituita dalla logica del profitto, e ,sotto ad essi, appaiono e scompaiono figure e scene di vita quotidiana come illustrazioni delle tesi esposte. E’ pura dialettica, confronto vivo di idee questo delizioso spettacolo-decoupage della Compagnia Ginepro Nannelli. Sono vere e proprie lezioni quelle che questi oratori tengono , di volta in volta all’insegna della difesa o della glorificazione personale, seguendo il fil rouge che collega ogni cosa: l’ipocrisia e le sue molte faccie. Così lo spazio teatrale diviso sui due poli alto (degli oratori)-basso( degli sketches) viene invece a congiungersi nella sanazione della opposizione scena-platea, laddove nessuna parete immaginaria è pensata, ma si avverte la forte partecipazione di un pubblico dalla duplice faccia: mantenendo la primaria condizione di spettatori di un’opera teatrale si è al contempo parte di essa, in qualità di pubblico di questo immaginario convegno di cui lo spettacolo tratta. Ci si sente direttamente coinvolti e spronati, in quanto attenti studenti di ipocrisia. Molti sono gli autori che per l’occasione si sono fatti "docenti" confrontatandosi sul tema e donando le loro considerazioni sul tema: da Fausto Bertinotti, che ne esalta l’aspetto nobile, quello in vigore nell’antica Grecia, e la vede come possibile strumento per lo scambio di idee a Gino Strada che ne esprime macchiavellicamente il carattere pratico, il suo valore positivo di mezzo per raggiungere giusti fini. Marco Carlaccini, valendosi di tali svariate collaborazioni, crea un testo dinamico e interessante e lo porta in scena con grande maestria, affrontando le difficoltà che un lavoro di matrici così eterogenee comporta. La chiave di lettura con cui viene affrontato il tutto parte dal preciso impegno civile di chi vuole fare qualcosa per la società, denunciandone i vizi e proponendo implicitamente un’alternativa in cui il profitto di pochi venga finalmente sostituito dalla equa distribuzione dei beni fra tutti. Sovrana regna l’ironia, arma della rappresentazione, tant’è che il punto di vista del cittadino medio che viene adottato è coperto, come dice Carlaccini, dalla maschera della controparte, quella di politici e imprenditori, di chi calpesta abitualmente il principio dell’eguaglianza nascondendosi dietro a piccole e grandi ipocrisie. Un teatro impegnato dunque, che però nel trasmettere idee e spronare alla riflessione non tradisce il suo carattere, non dimentica lo spettacolo tout court. Che scienza (intesa come informazione, apprendimento, riflessione e cultura) e divertimento non andassero viste , in teatro come nelle altre arti, come nemiche giurate ma bensì come insiemi complementari a cui aspirare, ce l’aveva già mostrato in tempi andati tale Bertolt Brecht che di esperienza in campo civile ne aveva non poca. Così qui Carlaccini intrattiene il pubblico in maniera brillante, tenendo costantemente alta l’attenzione nel suo mostrare temi appartenenti al momento storico che stiamo vivendo nella nostra società (si affrontano argomenti di immediato interesse come la sanità, la cultura, le armi). A rendere piacevole il tutto concorrono la scenografia e i costumi originali e la buona prova dei quattro attori all’opera. In complesso un buon lavoro e forse qualcosa di più: in chiusura, in un intenso monologo , Patrizia D’Orsi ci regala istanti di teatro puro, vibrazioni solenni che rendono l’aria carica di significati e il silenzio ridondante di senso. E’ la magia del teatro che alla fine si rivela, quel non so che di inspiegabile che ha a che fare col mistero della vita, di un corpo che si dona senza riserve.

Teatro: Casa delle Culture Titolo: Lezioni di ipocrisia Autori: Fausto Bertinotti, Marco Carlaccni, Gaspare Dori, Giuseppe Drago, F. Augusto Mucchi, Massimo Piesco, Gino Strada Regia: Marco Carlaccini Interpreti: Patrizia Bernardini, Marco Carlaccini, Patrizia D’Orsi, Antonio Serrano Musiche originali eseguite dal vivo: Claudio Rovagna Costumi: Antonella D’Orsi Massimo Scene: Antonio Belardi Disegno luci: Giuseppe Romanelli


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