Libri - Chitarre e lucchetti

Più lucchetti che chitarre, più Moccia che Fizzarotti. E’ infatti il cinema dell’autore di Tre metri sopra il cielo e dei suoi epigoni il cuore dell’analisi che Davide Boero fa del teen drama nel volume Chitarre e lucchetti. Partendo dall’esame dei topoi, dei motivi ricorrenti, dei punti di forza e delle debolezze di questo genere l’autore si pone l’obiettivo di superare la semplicistica e fuorviante definizione di filone giovanilistico. Definizione con cui, da sempre, la critica ha bollato questo tipo di pellicole, ignorando l’influenza che queste hanno sulle giovani generazioni. Il maggior pregio dell’opera di Davide Boerio sta, in fondo, proprio in questo. Nel momento di maggior successo di questo genere era infatti necessaria un’analisi che andasse oltre le critiche superficiali, i luoghi comuni, i giudizi banali ed affrettati che accompagnano le uscite di queste pellicole.
Alla base di qualsiasi riflessione su questo genere deve però esserci una domanda, semplice e diretta: che cos’è il teen-movie? Ci troviamo davanti ad un prodotto da scaffale di discount, un piatto precotto costruito ad hoc per vendere (al target migliore che esista, il teenager) pantaloni, cellulari, abbonamenti, macchine, moto, bevande e accessori? O siamo di fronte ad una forma di rappresentazione della realtà (più o meno artistica) che riproduce la nostra società in divenire? Questa domanda cruciale trova, nascosta fra le pieghe del libro, una risposta inquietante che dovrebbe far riflettere quelli che marchiano questi film come sciocchezze. Molti dei teen drama nostrani infatti sono entrambe le cose al tempo stesso. Cartine al tornasole della nostra società, tanto verosimili da far immedesimare un qualsiasi teenager, costruire però per influenzarne i gusti e i consumi, per formare in loro bisogni artificiosi e non necessari. Le storie messe in scena non sono la semplice riproposizione di ciò che “è accaduto a tutti nella vita”, ma una manipolazione calcolata dei fatti, rimodellata in nome di un principio che domina, sovrasta tutti i nostri teen drama: il principio dell’apparenza. L’apparire, il farsi vedere, in tv come in spiaggia, in discoteca , in una qualsiasi piazza (anche se spesso di Roma Prati),il mettersi in mostra è l’unico metro di giudizio che i giovani ritrovano costante in ogni pellicola. In questo, nell’analisi dei Troppo belli che circondano le nostre giovani generazioni, Davide Boerio è probabilmente troppo indulgente. Sguscianti e subdoli, infatti, escono da queste pellicole personaggi senza alcuna morale, pronti a tutto per la fama, il successo, il denaro. Modelli squallidi ma vincenti, sviluppati, da chi li tratteggia con la penna e la regia, senza ombre o macchie. Finanche in pellicole più distanti dalla semplice definizione di teen drama (su tutte Ricordati di me di Gabriele Muccino) la figura di chi ha accettato tutto per la celebrità catodica risulta essere l’unica trionfante. Questa non è una rappresentazione della realtà oggettiva (per natura inesistente al cinema) ma una volontaria e ponderata alterazione. Davide Boerio attribuisce, forse ingenuamente, la fonte di queste sofisticazioni alla mano (o all’occhio) di chi le realizza. Gli autori di queste pellicole son infatti, quasi sempre, registi e scrittori ormai assai lontani dall’adolescenza. Questo, per l’autore di Chitarre e lucchetti, provoca un’ovvia distorsione dei fatti i cui frutti son appunto pellicole in cui i giovani vengono visti ( e dunque riprodotti) dall’alto. Un punto di osservazione che non consente di calarsi fra i teenager ma ne schiaccia le differenze, evidenziandone solo cliché e stereotipi.
Forse proprio a causa di questa grande quantità di materiale Chitarre e lucchetti si presenta come un libro disorganico, in cui il desiderio di fornire informazioni e opinioni prende il sopravvento sulla logica. Gli argomenti dei capitoli si susseguono senza un preciso ordine, perdendo, man mano, l’apparente razionalità cronologica che sembra caratterizzare la prima parte del volume. Si affrontano così i topoi dell’esame e del viaggio, si attraversano le prime volte, i primi baci, le prime passioni, si ritrovano i temi assoluti dell’amicizia e dell’amore in un caotica sequenza di idee e concetti. Un’irrazionalità che non aiuta a capire a fondo le intricate questioni celate fra le pieghe di pellicole dai nomi sciocchi e melensi che, forse proprio per questo, ci inducono ancora ad un imperdonabile superficialità.
Autore: Davide Boero
Titolo: Chitarre e lucchetti. Il cinema adolescente da Morandi a Moccia.
Editore: Le Mani
Collana: Saggi
Dati: 136 pp, ill. colore
Anno: 2009
Prezzo: 14.00 € (11,20 € se acquistato dal sito casa editrice)
webinfo: Scheda libro sul sito Le Mani editore
