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Libri - Clint Eastwood

Pubblicato il 25 marzo 2011 da Marco Di Cesare


Libri - Clint Eastwood

Un po’ fuori dalle righe è sinceramente doveroso affermare quanto possa essere piacevole imbattersi in libri siffatti che quale principale obbiettivo hanno il portare avanti un discorso proprio, lavori che esibiscono una certa sicurezza in sé che sfocia quasi in una sorta di gioiosa alterigia: quella di chi ha inteso mostrare una faccia diversa dell’oggetto che ha analizzato, ponendosi contro certi luoghi che reputa comuni e figli di uno sguardo superficiale.
Perché l’oggetto in questione - come evidente - è uno dei più grandi registi dell’epoca moderna, un uomo che il 31 maggio dello scorso anno ha compiuto 80 anni e che continua a regalarci pellicole sempre importanti. Un cineasta cui sono state dedicate - particolarmente negli ultimi anni - molte parole che, però (perlomeno secondo gli autori di questa monografia), troppe volte non sono riuscite a mostrare la reale essenza del regista Eastwood, ghettizzandolo all’interno di una vaga definizione di ’classico’, con conseguenze tali da isolarlo dal contesto dell’arte cinematografica a lui contemporanea. La condivisibile idea della ’Modernità’ di Eastwood diviene perciò un consistente filo rosso che si dipana lungo questo testo, edito dalla Marsilio e facente parte della collana ’Sequenze d’autore’ diretta da Paolo Bertetto.
L’opera del regista di San Francisco è colta attraverso alcuni snodi fondamentali ed esaminata grazie a cinque saggi, inerenti ad altrettanti film che gli autori hanno ritenuto essere i suoi più rappresentativi. Ossia, nell’ordine: Il cavaliere pallido (saggio di Matteo Pollone), Gli spietati (Guglielmo Pescatore), Un mondo perfetto (Vincenzo Buccheri), Mystic River (Giulia Carluccio) e Million Dollar Baby (Giacomo Manzoli), cominciando da quella che gli autori considerano come la prima pellicola completamente consapevole del regista nell’utilizzo della mdp e nella restituzione di una forma e di un contenuto tra loro strettamente legati. La curatrice dell’opera, Giulia Carluccio (insegnante di storia del cinema presso l’Università di Torino), apre però le danze con una prefazione che è come un manifesto di intenzioni per l’intero lavoro; lungo le sue venti pagine viene poi affrontato Gran Torino, considerato come un capolavoro altamente emblematico della poetica e dello stile di Eastwood, in righe che prendono i contorni di una vera e propria appendice – assai necessaria, a questo punto - per un film uscito in sala pochi giorni prima che il libro andasse in stampa.

La modernità di Eastwood assume le sembianze di un postclassicismo che è cosa diversa dal postmoderno, ma che di certo non isola la personale poetica dell’autore dalla cinematografia americana degli ultimi decenni, laddove anche Eastwood si rifà ai classici, rileggendoli. E nel suo cinema assistiamo all’ibridazione dei generi e alla coesistenza di registri lontani e opposti anche all’interno dello stesso film e, inoltre, a una metodologia molto anticlassica, che fa propria l’esibizione di conflitti morali irrisolti che generano una mancata adesione dello spettatore al punto di vista messo in scena. Perché Eastwood come pochi sa giocare con un’ambiguità (risultando «Un ossimoro vivente», come afferma una felice definizione tratta da ’Il castoro’ di Alberto Pezzotta e che più volte torna nel testo della Marsilio) che forza e smonta le convenzioni della classicità. Inoltre il suo cinema sempre più perviene a una stilizzazione che giunge a toccare l’astrazione, seppure sempre calata in contesti storici e geografici ben precisi che realizzano un poema sull’America di ogni giorno, un poema che scuote quel Paese dalle sue fondamenta.
Nella monografia qui presentata viene principalmente esaminato lo stile di regia di Eastwood, ossia il lato del suo lavoro che di solito maggiormente viene considerato come trasparente e fuori dal tempo, poiché appartenente a un passato lontano: in questo approccio errato risiederebbe in modo particolare la colpa di una visione di un Eastwood come «Ultimo dei classici», senza concedergli alcuna ulteriore via di fuga e di scampo. Al contrario il testo della Marsilio, seppure possa inizialmente apparire come incline nel rinchiudere Eastwood in una definizione altrettanto stretta, è desideroso di rilanciare un discorso sull’artista, fornendo spunti attraverso i quali in molti potranno guardare la sua opera con occhi diversi. Spunti che potranno essere utili anche a chi qualche domanda sulla sua presunta classicità se la era magari già posta. Tra l’altro l’ultimo saggio (il Million Dollar Baby di Giacomo Manzoli) si discosta un po’ dagli altri scritti, giacché sottolinea le componenti classiche della regia di questo film, in modi che, comunque, mostrano una certa apertura nell’intero progetto. Tuttavia, per il resto, questo saggio ritorna nell’alveo quando mostra l’evidente lavoro sui generi e la componente fortemente fantasmatica del cinema di Eastwood.

Diviene poi necessario qui perlomeno citare gli studi effettuati sul montaggio griffithiano in Mystic River e sulle sequenze speculari che aprono e chiudono Un mondo perfetto (oltreché la scena dello scoppio di violenza che colpisce Butch, comportamento per colpa del quale questi verrà gravemente ferito dal piccolo Phillip), simboli dell’ambiguità e di una poetica che si incuneano fin sotto una forma solo superficialmente classica.
È un libro che si legge tutto di un fiato, questo Clint Eastwood; un libro, però, per affrontare il quale probabilmente occorre un minimo di preparazione negli studi sull’arte cinematografica, oltre che una certa cultura sull’opera eastwoodiana (anche se pensiamo che sia, questa, la parte più semplice, visto il successo anche commerciale dell’autore) e che potrebbe risultare ostico, poiché riflette maggiormente sull’analisi delle inquadrature. Però esso potrà di certo aprire un bel mondo di fronte a tanti amanti del buon cinema.


Autore: Giulia Carluccio (a cura di)
Titolo: Clint Eastwood
Editore: Marsilio
Collana: Sequenze d’autore
Dati: 176 pp, tascabile 13x18 in brossura con copertina morbida, 45 fotografie b/n fuori testo
Prezzo: 12,00 €
Anno: 2009
webinfo: Scheda del libro sul sito Marsilio


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