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Libri - Pier Paolo Pasolini: Accattone

Pubblicato il 25 febbraio 2009 da Fabiana Proietti


Libri - Pier Paolo Pasolini: Accattone

È il 1961 quando Pier Paolo Pasolini, scrittore, intellettuale, poeta, figura capace di segnare in modo incontrovertibile il panorama culturale del dopoguerra, decide di iniziarsi al cinema come regista, dopo una frequentazione della settima arte circoscritta alla creazione di soggetti e sceneggiature per altri autori. Accattone è il formidabile esordio con cui Pasolini irrompe nel cinema italiano degli anni Sessanta, entrando a far parte – ma sempre in modo assolutamente personale e originale – di quella ‘nouvelle vague’ italiana, alle prese con l’arduo compito di traghettare la cinematografia nazionale oltre il neorealismo.
La sua opera prima occupa dunque un posto chiave – e una posizione simbolica, in apertura del decennio – non solo perché offre un primo, illuminante squarcio sul mondo poetico di Pasolini, ma anche perché, contestualmente, consente di comprendere le ragioni per cui la macchina cinema attrae a sé in quegli anni diverse personalità della letteratura e di quella che generalmente viene considerata la cultura ‘alta’.

Stefania Parigi, studiosa e docente di Storia del cinema italiano dell’Università di RomaTre, pur restando fedele al ‘tema’ del saggio, ossia l’analisi, la decostruzione del film segmento per segmento, arricchisce il testo di suggestioni teoriche che illuminano sull’idea pasoliniana di cinema, come una forza totalmente irrazionale rispetto al Logos della scrittura e in ciò stesso viva, una lezione di oggettività dinanzi al filtro della parola “non so cosa darei – dice Pasolini in una citazione riportata dall’autrice – perché, semanticamente, la lingua italiana avesse la validità assoluta e omologante di un’immagine fotografata”: la sua prima produzione è da iscriversi in una ricerca espressiva di trascrizione dai canoni letterari a quelli dell’immagine, che condurrà a teorie celebri come quella della soggettiva libera indiretta; ma fa parte soprattutto di un progetto politico, di un’adesione al marxismo e alla necessità di un’arte materiale, non mediata, impossibile da tracciare nell’astrazione del linguaggio.
Accattone nasce quindi dalla riflessione sulla trasposizione di un universo poetico, quello della borgata romana, vista come luogo mitico e a-storico, da un medium a un altro, dalla parola all’immagine, dove l’una si confonde nell’altra, dalle descrizioni quasi da macchina a spalla, presenti nei romanzi Ragazzi di vita e Una vita violenta, confluite nel linguaggio adottato per il cinema.

Da queste preliminari considerazioni teoriche – nei capitoli Cornici di arte e vita e Verso un pensiero teorico – Stefania Parigi può partire nel suo viaggio all’interno del testo-Accattone, esaminandone in dettaglio sequenze e, come per un testo poetico, individuarne le figure retoriche, le rime interne (interessante la notazione della scena del bar, come segmento che scandisce le fasi del film e in cui i giovani di borgata assumono il ruolo del coro greco), i termini linguistici che si imporranno come marche stilistiche del cinema pasoliniano.
L’intensità drammatica, dreyeriana, del primo piano, l’uso del corpo come fulcro dell’inquadratura mutuato dalla pittura classica, il raggiungimento di quella sacralità che è per Pasolini carattere centrale dell’esperienza della borgata, tramite l’applicazione di linguaggi alti – l’ispirazione pittorica di Masaccio e l’impiego di un contrappunto musicale classico con Bach – a uno squarcio di vita degradata e disperata. L’autrice si sofferma su questo tratto decisivo in chiusura di saggio, consegnando al lettore una lettura di Accattone come testo incentrato interamente sulla morte: una morte che “dona all’esistenza un’impronta religiosa, sottraendola alle dinamiche della storia e riconducendola nell’orizzonte del mito, dove lo spazio e il tempo non hanno una progressione lineare, ma si muovono in circolo, secondo i ritmi di un ‘eterno ritorno’ del principio e della fine, dell’identità e della differenza”.

Con la ricchezza dei suoi contenuti, la precisione delle osservazioni critiche e la loro vastità pur nel formato ‘tascabile’adottato da Lindau, Accattone di Stefania Parigi è esegesi colta e appassionata di una pellicola cruciale della storia del cinema italiano e incursione nel mondo del suo autore, intellettuale tout court che risulta sempre, a ogni nuova lettura, a ogni nuova visione, una figura imprescindibile della cultura europea del Novecento.


Autore:Stefania Parigi
Titolo: Pier Paolo Pasolini - Accattone
Editore: Lindau
Collana: Universale Film
Dati: 233 pp, brossura, illustrazioni b/n
Anno: 2008
Prezzo: 18,50 euro
webinfo: Sito Lindau editore


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