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Libri - Una passione selvaggia. 20 anni di storia (e vite) di Sentieri selvaggi

Pubblicato il 16 gennaio 2009 da Fabiana Proietti


Libri - Una passione selvaggia. 20 anni di storia (e vite) di Sentieri selvaggi

Venti anni di Sentieri selvaggi. Venti anni, o “due volte dieci”, come precisano gli autori in una prefazione che gioca sulla duplicità del testo e della rivista che ne è l’oggetto di studio.
Venti anni raccontati come un film postmoderno, frammentando la classicità narrativa del racconto cronologicamente ordinato. Per riportare l’avvincente epopea di Sentieri selvaggi - rinomata rivista di cinema prima cartacea e ora on line - Carlo Valeri e Sergio Sozzo scelgono un’immagine, anzi un fermo-immagine: quello di quattro critici seduti al tavolino di un bar che hanno appena visto sfumare il loro sogno, la creazione di una rivista di cinema capace di sdoganare nel paludato panorama critico nostrano il cinema di genere di autori considerati di serie b, non troppo distanti da quei folli parigini che circa trenta anni prima avevano rivoluzionato per sempre, non solo la critica, ma anche il modo di pensare il cinema, sancendone di fatto il distacco definitivo dalla classicità.
Chissà, forse, nelle ambizioni dei fondatori Sentieri selvaggi doveva proprio essere la risposta italiana ai Cahiers du cinéma. E forse, in un certo senso, lo è stata davvero. Per il suo carattere epico e militante, per il suo seguire, pascalianamente, quelle ragioni del cuore che la ragione non può comprendere.
Ma torniamo al volume Una passione selvaggia e all’immagine da cui la storia - o l’azione, visto che la scrittura mostra un carattere profondamente cinematografico - prende le mosse. “I quattro parlano di progetti di ogni tipo, si scontrano e riflettono. Poi Demetrio dice qualcosa, una frase che ha a che fare con i corsi di cinema (…) È probabile che a questo punto i caffè ordinati dai quattro si siano moltiplicati fino a intasare la superficie del tavolo. Il fatto è che questa immagine, anche se forse non dura a lungo, sembra non finire mai ed essere sempre uguale. Tutti e quattro ancora oggi la ricordano come fosse ieri. La ricordano come la scena madre di un film di Sergio Leone. O come il gol al novantesimo che ti manda ai supplementari. ‘Tornare a galla dopo lo sprofondo!’ Si riparte. Le idee sono buone. E l’immagine è andata. Si può fare. Riavvolgiamo il nastro."

E da qui, come dal frozen frame di Quei bravi ragazzi (o quello analogo, ironico e citazionista di Ratatouille), i due giovani autori partono alla riscoperta delle origini della rivista che li ha visti nascere professionalmente ma che è una storia non solo privata, bensì un racconto che nei suoi snodi, nelle sue diramazioni, riesce ad attraversare almeno tre generazioni di cinéphiles.
È proprio questo spirito romanzesco il pregio più grande dell’operazione condotta con notevole spirito filologico da Carlo Valeri e Sergio Sozzo, che con una scrittura mutevole - volta a ricreare una certa air de famille nelle interviste e a farsi concitata, persino sentimentale, nei passaggi storiografici - rendono conto a livello stilistico di quella duplicità che rappresenta l’anima della rivista e di cui le stesse differenze di scrittura tra i due autori - lo stile cristallino ed epigrammatico del primo e quello tumultuoso del secondo, percepibili e complementari - sono forse l’esempio migliore.
Ma nel volume non c’è solo spazio per la passione e il senso d’appartenenza comunque forte degli autori alla grande famiglia di Sentieri; alla storia che parte dall’ormai lontano 1988, con i tre futuri fondatori - Federico Chiacchiari, Demetrio Salvi e Massimo Causo - che si ritrovano finalisti al prestigioso premio Adelio Ferrero.
C’è anche un’attenzione ai testi, ai numeri storici della rivista come quello su Sylvester Stallone - dall’emblematico titolo Comment peut-on tre communist-stallonien? - del 1990, quando ancora Sentieri era la fanzine irriverente della più accademica Cineforum, o ai volumi monografici, da Massimo Troisi a David Lynch a Luc Besson, a quello, poi “rinnegato” dal suo autore Giona A. Nazzaro, su Spike Lee.

Il libro è un ricco intreccio di dati, fatti, commenti critici e curiosità: tra le sue pagine scorrono venti anni di critica italiana, allo stesso modo in cui lungo i flussi e riflussi di Sentieri selvaggi sono passate alcune tra le migliori firme di questo microcosmo, dal citato Nazzaro a Mauro Gervasini, da Enrico Ghezzi a Roberto Silvestri, dall’ormai sceneggiatore e regista Marco Martani all’esperta orroromane e non solo Daniela Catelli (autrice del volume più completo e appassionante su quel regista mai abbastanza acclamato che è William Friedkin), per finire con i nomi che hanno contribuito a creare Sentieri come la si conosce oggi, Simone Emiliani e Leonardo Lardieri, o gli stessi autori, una sorta di “new-new wave” della rivista.
I loro ricordi, le loro impressioni, i sogni e le sconfitte sono il valore aggiunto dell’operazione. Perché se si ama il cinema con spirito militante e partigiano, anche la storia di chi ha guardato i film e non solo li ha creati, può diventare appassionante. La storia di chi ha usato quelle pellicole come testi di partenza per discorsi di altra natura, senza mai dimenticare che il cinema non è avulso dalla natura politica, morale ed etica delle cose. Battersi per un’idea di cinema può diventare allora una strenua forma di resistenza e opposizione alle ingiustizie di un mondo che non va giù.
La lezione di Sentieri sembra essere questa. Ed è per questo che, forse, la sua immagine più rappresentativa appare quella di John Belushi, il suo faccione irriverente, anarchico, sovversivo, che sembra aver ispirato gli stessi presupposti critici a cui tutti i redattori passati, presenti e probabilmente futuri si sono sempre attenuti.
“Sotto il segno di John Belushi”, come recita il titolo del capitolo a lui dedicato, Una passione selvaggia si fa testimonianza sincera e immediata di questi venti anni di cinema, ideologia e sentimento.


Autore: Carlo Valeri, Sergio Sozzo
Titolo: Una passione selvaggia. 20 anni di storia (e vite) di Sentieri selvaggi
Editore: Edizioni Sentieri Selvaggi
Dati: 261 pp, brossura, illustrazioni b/n
Anno: 2008
Prezzo: 15,00 Euro
Web info: sito casa editrice e rivista


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