Malooned! - Festival di Cinema Africano di Verona
Per comprendere le ragioni della vittoria di Malooned!, trionfatore
nella sezione “Panoramafrica - Lungometraggi in concorso” alla XXVIIIa
edizione del Festival di Cinema Africano di Verona, è necessario,
senza nulla togliere al regista keniano Bob Nyanja, ricordare le
motivazioni espresse dalla Giuria ufficiale nell’assegnare il premio:
«Un’opera prima in cui l’originalità del soggetto trova espressione
nella contaminazione quanto mai attuale del codice televisivo,
teatrale e cinematografico. Il riconoscimento vuole incoraggiare la
continuazione della ricerca espressiva in questa fertile direzione».
La pellicola, già vincitrice del Premio Signis per il Talento Est
Africano, è certamente imperfetta ma, come ha precisato la Presidente
di Giuria Annamaria Gallone, «sostenere opere come questa non può che farne migliorare la qualità, creando i presupposti perché, tra qualche anno, siano competitive anche sul mercato internazionale».
Fatte le debite premesse, veniamo al film, che si sviluppa come un
kammerspiel ambientato al 15° piano di un grattacielo di Nairobi.
Nella toilette dell’edificio rimangono intrappolati Luther, uomo
d’affari di etnia kikuyu, e Di, giovane donna luo in procinto di
sposarsi con un somalo. I due non potrebbero essere più diversi ma,
dopo le prime incomprensioni, devono fare fronte comune per affrontare la situazione. È chiaro fin dall’inizio, a scapito di una messa in scena piuttosto essenziale, seppur curata, che ciò che preme a Nyanja è lo sviluppo dei caratteri e di come le differenze di ceto, cultura, etnia possano essere messe da parte per trovare un accordo di fronte alla
difficoltà. All’interno di questo dialogo a due, la sceneggiatura
riserva passaggi critici più ampi, rivolti alla situazione politico-
economico-sociale del Paese. In ben quattro momenti, infatti, il discorso tra Luther e Di tocca questioni di cronaca e attualità in cui vengono sottolineati gli errori del Governo, la corruzione, il
tribalismo e la povertà. È ribadita più volte la necessità di
acquisire una coscienza politica, proprio per poter controllare
l’operato di chi è al potere nel nome di un partito politico e di un
gruppo etnico. I toni non si allontanano dalla commedia, ma è significativo notare come, pur all’interno di schemi classici, anche il cinema cosiddetto “popolare” non rinunci a dire la sua su questioni che, apparentemente, sembrano richiedere trattazioni di più ampia portata. A giustificare il prevalere del contenuto sulla forma, lo stesso regista sostiene l’urgenza di creare, prima di tutto in patria, un’attenzione più ampia possibile verso film fatti e fruiti da un pubblico locale. Questo è il
punto di partenza perché, in seguito, le opere acquistino un respiro
più internazionale, grazie all’interesse (che al momento manca) di
produttori che ritengano sia venuto finalmente il momento di investire
in prodotti appetibili per il mercato estero.
Ma, prima di tutto, bisogna lavorare per consolidarne le basi. E, in
un prossimo futuro, chissà...
(Malooned!) Regia: Bob Nyanja ; sceneggiatura: Mark Mutahi; fotografia: Martin N. Munyua; montaggio: Joy Lusige; musica: Bruce Odhiambo; interpreti: Godfrey Odhiambo (Luther), Gabriella Mutia (Di), Charles Bukeko (Wanyonyi); produzione: Cinematic Solutions; origine: Kenya – 2007; durata: 100’