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Nikolaj Karpov - La Foresta di Ostrovskij

Pubblicato il 18 gennaio 2010 da Laura Khasiev


Nikolaj Karpov - La Foresta di Ostrovskij

La foresta di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij è stata utilizzata dal maestro Nikolaj Karpov per il suo “studio” e applicazione del metodo di biomeccanica con gli allievi del terzo anno dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Il maestro è infatti direttore e fondatore della Scuola di Biomeccanica teatrale presso l’Accademia Statale d’Arte Drammatica Russa (GITIS) di Mosca. I diversi episodi dell’opera di Ostrovskij sono stati qui rappresentati e questo lavoro ha permesso ad agenti, registi e altri maestri della scuola, ma anche ad un pubblico appassionato, di conoscere le doti degli allievi. Gli spettatori sono stati invitati a vedere principalmente le capacità di improvvisazione dei diversi attori e anche la loro creatività nel costruire le scene. Grazie ad un illustre maestro come Karpov, lo “studio” ha permesso a molti di loro di esprimersi con la purezza di chi è alle prime armi, ma anche di acquisire una tecnica che ritroveranno utile nel loro percorso artistico. La vicenda che mise a confronto una vecchia vedova, avida di soldi con un giovane attore generoso e magnanimo, è stata qui suddivisa: molte scene sono state anche ripetute consecutivamente, ma interpretate da attori diversi e con modalità differenti. I ragazzi si sono mostrati tutti meritevoli, certo con delle differenze. Infatti tra loro alcuni sono riusciti ad andare oltre lo “studio” e la sperimentazione di un metodo e a portare in scena delle interpretazioni notevoli. Come nel caso di Sara Putignano, nel ruolo di Kurmiskaja: nella scena del salotto, l’allieva è stata capace di tirare fuori tutto il fascino della nobildonna, accompagnato da una forte presenza scenica; la stessa Putignano ha anche interpretato la scena del giardino, con il suo corteggiatore Bulanov, realizzato in maniera originale da Dario Iubatti. I due allievi hanno dato un taglio inedito alla vicenda. Iubatti ha messo in evidenza la sua devozione verso l’amata e ha tirato fuori il lato “goffo” di colui che non sa bene come conquistare la donna desiderata; la conclusione è stata alquanto ardita ed eccentrica, sulle note di “Infinity” (celebre canzone dance). I due si sono dichiarati il loro amore, intraprendendo un ballo da discoteca, riuscendo così ad aggiungere una sfumatura divertente alla romanitica scena amorosa.
Quello che Karpov insegna ai ragazzi è un vero e proprio metodo di biomeccanica, ma egli ha lavorato anche molto per tirare fuori da ognuno tutta l’energia e la propria individualità, senza alcuna inibizione, proprio per affinare la capacità attoriale e renderla completa, arrivando anche a degli eccessi rappresentativi, che servono agli attori per allenare la loro fantasia e per ottenere dalle scene più classiche ciò che finora non è stato detto. Questo è molto utile perché il lavoro di un attore è proprio quello di donare qualcosa di inedito al personaggio da interpretare.
Un’altra versione molto interessante di Kurmiskaja è stata quella di Diletta Acquaviva, che ha messo in evidenza una comicità originale, tirando fuori il lato tenero e romantico della bella innamorata, che non ha solo la sicurezza e la forza, ma anche un lato fragile, che l’attrice ha saputo ben delineare soprattutto nella scena del giardino, creando così un’atmosfera intima e suggestiva. Anche Elisabetta Mandalari sempre nel ruolo di Kurmiskaja ha mostrato di avere creatività e senso di ironia; ciò che ha maggiormente enfatizzato della bella Kurmiskaja è stato il forte carisma accompagnato dal coraggio di osare e stravolgere un peronaggio così canonico, attraverso una messa in scena fuori dalle righe, che l’ha resa molto interessante. Infatti per la scena romantica con Bulanov, interpretato in questo caso da Fabrizio Falco, i due attori hanno dato un taglio dark all’incontro, lasciando il pubblico piacevolmente sorpreso e divertito davanti ad un così originale approccio a quest’opera classica. I due si sono comportati come due amanti “sadomaso”, sulle note della celebre American Woman di Lenny Kravitz, pur mantenendo tutti quelli che sono i meccanismi canonici dei due innamorati. Anche Lucrezia Guidone ha mostrato una notevole versione di Kurmiskaja con una recitazione senza esitazioni, buona presenza scenica e fascino, sottolineando di più il lato malinconico e serio della donna. Come già detto questo è stato uno studio e non una messa in scena compiuta, seppure già da queste prove si è potuta osservare la capacità dei ragazzi di affrontare la scena non solo da attori, ma anche da registi di se stessi. Ognuno di loro ha infatti tirato fuori la propria natura, senza alcuna inibizione e questo“esercizio” senz’altro gli ha lasciato un insegnamento che si porteranno in ogni lavoro, come parte preziosa del proprio bagaglio.


(La Foresta); regia: Nikolaj Karpov; drammaturgia: Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij; luci:Camilla Piccioni; scenografie: Nikolaj Karpov; interpreti: (Allievi del terzo anno dell’Accademia D’Arte Drammatica Sivlio D’Amico; teatro: Eleonora Duse; info: Studio di preparazione per gli allievi del terzo anno ANAD;


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