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Uno, dieci, cento Verdone (Conferenza stampa)

Pubblicato il 28 novembre 2018 da Sabrina Mascellari


Uno, dieci, cento Verdone (Conferenza stampa)

Roma, Palazzo Altieri, 21 novembre 2018

Nella sontuosa Sala del Trono di Palazzo Altieri, dimora degli ultimi anni di vita di Anna Magnani, è stato presentato “Uno, dieci, cento Verdone” il libro fotografico per celebrare i quarant’anni anni di carriera di Carlo Verdone, autore e attore che ha segnato profondamente la storia del cinema italiano e ha saputo descrivere con uno stile caratterizzante ed ironico la realtà del nostro Paese. Cento fotografie, tra immagini di backstage e ritratti inediti, scattate sui set e in studio, che raccontano i suoi personaggi e i suoi grandi successi in un bel volume realizzato dal fotografo Claudio Porcarelli in collaborazione con il Gruppo BANCO BPM che ne ha curato la pubblicazione nell’ambito dell’attività di sostegno e divulgazione della cultura italiana e dell’identità nazionale.

Alla conferenza stampa di presentazione del libro, moderata da Mario Sesti, giornalista e critico cinematografico, hanno partecipato: il professor Mauro Paoloni, vice-presidente del Gruppo BANCO BPM, che ha parlato dell’iniziativa editoriale dedicata a un personaggio dello spettacolo nel quale ha intravisto in maniera entusiastica un’icona del cinema italiano e un elemento di passaggio tra diverse generazioni; Claudio Porcarelli, ideatore del libro, fan da sempre del regista e attore romano e suo collaboratore di lunga data. L’autore dei bellissimi scatti ha sottolineato il suo amore verso tutti i personaggi interpretati da Carlo Verdone e ha raccontato di come sia riuscito a interpretare le diverse manifestazioni fermando le immagini delle sue interpretazioni. “È facile lavorare con lui…” – ha commentato – “…c’è solo da prendere, rispettando quello che lui offre. È un onore aver fatto questo lavoro, sono molto soddisfatto”.

Con la pacatezza e quella malinconia ironica che da sempre lo caratterizzano, Carlo Verdone ha ripercorso la carriera artistica in un racconto denso, alternando aneddoti divertenti a spunti di riflessione su diversi temi. Ha elogiato la virtù della sensibilità, l’importanza dei dettagli nel cinema di Germi o Fellini e ha parlato della sua naturale capacità di catturare il DNA dei personaggi attraverso la gestualità, i tic, le pause, la voce. Una volta catturate l’anima e la psiche del personaggio, il corpo si muove da solo, motivo per cui non prova mai i suoi personaggi e va di istinto. In questo senso la sintonia con Claudio Porcarelli - che viene dal fotogiornalismo - è risultata perfetta per la sua abilità nel fotografare con rapidità. “O scatti o me ne vado”, dice ironicamente per esaltare le foto del libro realizzate quasi in movimento e senza alcuna posa leziosa.
Così ha commentato il volume fotografico:
sono emozionato nel vedere questo libro perché ferma un periodo della mia vita artistica molto importante. Guardando queste foto mi sono detto: in quante anime mi sono calato! È come se avessi avuto dentro un furore creativo in cui mi annullavo completamente nel personaggio che andavo a fare. Penso che la mia forza sia stata la naturalezza. Provare per me significa morire, significa essere accademico.

A proposito poi della commedia e del cinema italiano Carlo Verdone ha poi dichiarato:
oggi è molto più difficile fare la commedia perché a Roma non c’è più il teatro di piazza, i mercati, la gente che si parla da finestra a finestra, la società è cambiata e si è persa quell’umanità, quella verità. Io forse sono stato l’ultimo che ha utilizzato i “caratteristi” come Mario Brega, Elena Fabrizi, Angelo Infanti. Un difetto del nostro cinema è che si tira via su film che non hanno “contorno”, che era fondamentale per Germi, Fellini, Risi, Steno e Monicelli, e abbiamo quindi dei film dove tutti sono protagonisti e dove mancano quelle figure di contorno che sono state la linfa della commedia italiana. Oggi la gente si apre di meno, c’è odio sociale, un turpiloquio continuo. Ma il vero dramma di oggi si chiama omologazione. Tra troppe cose simili non esce più fuori il “personaggio” e per un autore, che è un registratore della società, diventa molto faticoso osservare in un’epoca in cui si parla sempre di meno e si digita sempre di più. Bisogna migliorare il lavoro di scrittura e la regia, dare risalto ai personaggi di contorno, non fare solo film di protagonisti e pensare bene alle storie. Compito del regista è osservare anche in un periodo complesso, che va raccontato, cercare la giusta ironia con molto buon senso, rischiare, azzardare. Io credo di aver raccontato molto bene una megalomania, una mitomania e questo si vede dalle fotografie di Claudio sulle mie trasformazioni … megalomania e mitomania che nascondono una grande fragilità. I personaggi che ho interpretato non sono i codardi e i furbacchioni che ha rappresentato Alberto Sordi. Io ho rappresentato un uomo fragile perché sono nato in un periodo in cui c’era il femminismo che ha improvvisamente capovolto tutto: la donna non era più un oggetto del desiderio ma impegnata, con delle esigenze e voglia di riscatto. Tognazzi, Sordi, Gassmann, Manfredi erano dei conquistatori, io e Massimo Troisi abbiamo rappresentato, in maniera completamente diversa, la confusione dell’uomo di fronte al fascino, al mistero e alla problematicità delle donne.

A conclusione dell’incontro, rispondendo a una domanda su Netflix come la nuova frontiera del cinema italiano, Carlo Verdone ha affermato che non è possibile fermare l’evoluzione delle cose e Netflix produce cose importanti e ben realizzate, ma la perdita della sala cinematografica è un grande dolore in un momento in cui non esiste più la condivisione, se non virtuale. Ha inoltre sottolineato che il cinema è il tempio dell’immagine, qualcosa di sacrale e luogo di aggregazione: “se uno vuole cercare l’anima di un racconto o di un autore deve andare al cinema. Il Cinema in sala dovrebbe ancora mantenere la sua anima”.

Carlo Verdone, recentemente insignito del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, ha anche anticipato qualcosa sulla scrittura di una serie televisiva insieme a Gaglianone-Menotti e di un film corale che dirigerà e interpreterà. Intanto il libro presentato, e stampato in 300 copie distribuite in omaggio, uscirà nelle librerie con un editore nel 2019.


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