PAESAGGIO CON FRATELLO ROTTO

Il Teatro Valdoca è quanto di più atipico caratterizza il teatro della contemporaneità italiana, teatro poetico, di visioni di parole, o versi rappresentati. Cercare di afferrare con l’intelletto l’ultima creazione, Paesaggio con fratello rotto, è come cercare un ordine negli schizzi di Pollock. Un teatro che ruota attorno alle parole di Mariangela Gualtieri, che trasforma il lirismo in visione onirica, in profezia dei nostri tempi e dei tempi che verranno. Prima tappa di un percorso in tre stadi, dal titolo Fango che diventa luce per 3 animali, un macellaio, un oracolo, un cantore, questo Paesaggio si schiude agli occhi dello spettatore con un’apertura di sipario che folgora gli occhi e lascia incantati. Un mondo boschiano, popolato da figure animalesche e simboli favolistici che inscenano la ritualità della rappresentazione. Un organo che suona dal vivo, e che imprime le note atemporali dello spettacolo in un’unica pavimentazione sonora, rotta da squarci rock alla chitarra. Sei personaggi che raccontano il meccanismo inceppato della nostra condizione attuale di esseri umani al limite della loro umanità, costretti a vivere svuotati di ogni senso metafisico. Contro questi tempi impoveriti, mediocri in cui viviamo, Paesaggio con fratello rotto si propone come un atto di fede e di resistenza alla barbarie dilagante, o come amano definirla loro “la Signoria Attuale”. “Che cosa diremo a quelli che nascono ora? Che scusa troviamo per questo disastro umano?” Di fronte a questi interrogativi ci pone l’oracolo, uno dei personaggi più riusciti, capace di interpretare i versi della Gualtieri senza retorica, ma con la giusta forza. Agli interrogativi risponde il dolore interiorizzato dei corpi degli animali, che si squassano e si contorcono e si percuotono sul grande tavolo-altare al centro della scena, che gridano al macellaio la loro impotenza e il loro smarrimento esistenziale. Cesare Ronconi ritorna con il carisma di un demiurgo a mostrarci i nostri incubi che si identificano nella carne e nelle ossa di attori preparati in eccellenza (costumi e mimica ispirati al teatro giapponese) e nei percorsi di senso subliminali della coscienza.
[aprile 2005]
regia: Cesare Ronconi; parole: Mariangela Gualtieri; interpreti: Marianna Andrigo, Silvia Calderoni, Leonardo Delogu, Elisabetta Ferrari, Dario Giovannini, Muna Mussie; musiche dal vivo: Dario Giovannini; scene: Stefano Cortesi; costumi: Patrizia Izzo; produzione: Teatro Valdoca, in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena, Drodesera Centrale Fies 2004; in scena: Teatro Vascello dal 30 marzo al 3 aprile.
