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Parole d’amore, poesie e lettere d’amore dal 1200 al 2000

Pubblicato il 1 aprile 2013 da Valeria Gaveglia


Parole d'amore, poesie e lettere d'amore dal 1200 al 2000

Parole d’amore, in scena presso il Teatro dei Conciatori dal 19 al 24 marzo 2013, è il recital di Cesare Bocci e Daniela Scarlatti, accompagnati dalla fisarmonica di Luca Colantonio.
Il tema è quello universale dell’amore, reso in tutte le sue sfumature attraverso la lettura di poesie e lettere, tratte dalla produzione artistica di diciassette tra i maggiori esponenti della nostra letteratura, dal 1200 al 2000.
La pièce ha inizio con l’amore “dolce e leggiadro” dello stilnovista Guido Guinizzelli e prende piede attraverso la lettura del quinto canto della Divina Commedia. Cesare Bocci e Daniela Scarlatti sono gli amati-amanti Paolo e Francesca. La lettura degli immortali versi danteschi risulta intensa e incalzante tanto quanto il vento, che trascina e percuote le anime dei più celebri lussuriosi di tutti i tempi. Questa parte introduttiva è chiusa da un componimento dell’ umanista Angelo Poliziano e alcune rime di Gaspara Stampa, poetessa Veneziana che i romantici apostrofarono come una novella Saffo.
Dal libretto di Così fan tutte di Lorenzo Da Ponte è rievocato il poeta greco Metastasio: « è la fede degli amanti / come l’Araba Fenice / che vi sia ciascun lo dice / ove sia nessun lo sa». Un inaspettato Verga confessa il suo nostalgico amore per Francesca Castellani in un’epistola datata 29 agosto 1900. Carlo Alberto Salustri, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Trilussa, è rievocato con la poesia Disastri amorosi in un connubio di realtà e gioco, che grazie all’interpretazione grottesca di Bocci garantisce il riso e il plauso del pubblico.
Daniela Scarlatti si cambia d’abito e appare sulla scena elegantissima nella parte della femme fatale: una donna a cui Gabriele D’annunzio rivolge i tormenti della sua passione. Segue, per bocca di Cesare Bocci, l’elogio del Vate al suo “fallo eretto”.
Non poteva mancare una parentesi futurista. È di nuovo la Scarlatti, nelle sembianze del poeta Escodamè (Michele Leskovic), a regalare al pubblico l’interpretazione di un componimento misconosciuto. Sulla scena si individua, oltre alla realtà dei frequentatissimi bordelli nell’Italia di inizio Novecento, il dinamismo e le sensazioni forti tipiche del movimento a cui fece capo Tommaso Marinetti.
Cesare Pavese è rievocato per mezzo di un’epistola in cui “l’inadeguatezza alla vita”, tanto vagheggiata dal poeta, si trasforma in incapacità di amare. Il sentimento di angoscia generato dalla lettera, è attenuato dal celebre componimento Passerò per Piazza di Spagna, in cui il sentimento amoroso è ora rivolto a Roma, città eterna anche per merito dalla penna dei nostri poeti.
Ho sceso dandoti il braccio, di Eugenio Montale, nostalgica rievocazione dell’amata Mosca. Paura dei tuoi occhi, di Alda Merini, voluttuoso componimento della raccolta Vuoto d’amore. Un estratto da Oceano mare di Alessandro Baricco. Le piccole cose che amo di te e Io ti amo di Stefano Benni, poesie frizzanti e chiaramente umoristiche.
Il finale dello spettacolo è dedicato a Pier Paolo Pasolini. La meravigliosa lettera di Oriana Fallaci, scritta all’indomani della morte del carissimo amico, commuove e scuote l’animo degli spettatori: «Mi maltratterai ancora se dico che non eri un uomo, eri una luce, e una luce s’è spenta?». Una lampada accesa accompagna le parole di Daniela Scarlatti e poi il buio. Un’ora e mezza di poesia scandita, avvalorata e intercalata dal suono della fisarmonica del maestro Luca Colantonio. È l’amore per la musica. La passione, che trapela dall’impeccabile performance del giovane musicista, accresce il pathos dei passi più cruenti, addolcisce quelli più romantici e gioca con i più divertenti. La musicalità dei componimenti poetici è oggettivata dalle melodie del maestro Colantonio.
Poesie d’amore è un saggio di cultura e riflessione. L’uditore ricorda gli autori che ha studiato a scuola, rivaluta i componimenti che non aveva saputo apprezzare e scopre opere dimenticate. Una serata all’insegna dell’amore, quello che i poeti hanno percepito in modo tanto forte da doverne parlare. Che sia carnale o platonico poco importa, l’amore è vita e ci hanno insegnato che ne esiste addirittura uno che «muove il sole e le altre stelle».


PAROLE D’AMORE
Poesie e Lettere d’Amore dal 1200 al 2000
Recital di
Cesare Bocci e Daniela Scarlatti
Alla Fisarmonica Luca Colantonio


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