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Pinter’s people: Saggio dell’accademia d’Arte drammatica Silvio D’Amico

Pubblicato il 2 aprile 2009 da Laura Khasiev


Pinter's people: Saggio dell'accademia d'Arte drammatica Silvio D'Amico

Come ogni anno gli allievi diplomandi della “Silvio D’Amico” hanno preparato uno showcase diretto principalmente agli addetti ai lavori (agenti, operatori teatrali, registi, attori, direttori di casting). Quest’anno, a differenza degli anni passati, non si è deciso di portare in scena esclusivamente monologhi, bensì diverse rappresentazioni unite da un filo rosso comune, ispirato dall’opera del celebre drammaturgo e regista britannico, Harold Pinter. Infatti non a caso il titolo del saggio è proprio Pinter’s People, scelto dal regista Max Farau per omaggiare l’artista londinese scomparso il 24 dicembre scorso all’età di settantotto anni.

Ad un primissimo sguardo, le varie rappresentazioni portate sul palco possono sembrare parecchio distanti l’una dall’altra, legate unicamente dalla volontà di comunicare tutto ciò che riguarda le persone in genere e le loro vite. Pinter, infatti, ha sempre dimostrato grande attenzione per la gente comune e, attraverso la sua opera, spesso ha voluto comunicare i drammi che riguardano ogni essere umano costretto a dover perennemente nascondere tutto dietro ad una patina di perbenismo. Il drammaturgo, classe 1930, nell’arco della propria carriera ha saputo cesellare stralci di vite che sarebbero potute appartenere a chiunque, in maniera esatta seppur non esplicita. Lui stesso in un’intervista ha dichiarato che “la vita non è esplicita” e le sue opere sono il riflesso di tale affermazione. Detto ciò bisogna anche ricordarsi che il teatro ha anche la funzione di rivelare ciò che si trova dietro alle apparenze e la bravura degli attori di tale messa in scena ha messo in luce proprio le incongruenze presenti nelle idee di Pinter. Lo spettatore si trova catapultato di fronte a ciò che di solito avviene dentro le proprie mura domestiche e che solitamente non viene mai rivelato al di fuori di esse. Si assiste così, in maniera quasi voyeuristica, a tutto ciò che ogni uomo vorrebbe tenere nascosto ma che inevitabilmente fa parte della vita di ognuno di noi. Così, piccole fobie, ingenue manie, identità represse e anomalie varie, sono state messe in scena una dopo l’altra.
La genialità di Pinter sta nell’ eleganza estetica dei suoi intrecci. Ogni dramma, ogni scomoda verità si insinua pian piano prima nello sguardo e poi nella mente, senza che lo spettatore se ne accorga. Con tematiche del genere si potrebbe “violentare” lo spettatore, entrando in maniera eccessivamente invadente nel suo mondo interiore. In questo caso, invece, la pratica è simile a quella del veleno che penetra nelle vene in maniera lenta ma inesorabile e che consuma la propria “ignara” vittima fino a farla morire.
I vari dialoghi e monologhi che si susseguono, passano in rassegna tutte le tipiche atmosfere del drammaturgo londinese. Si passa così: dall’atmosfera claustrofobica de La Stanza, contenitore dell’incomunicabilità di coppia, alla tensione mozzafiato suscitata da Una serata fuori; dal disorientamento generato da un insolito incontro in Tradimenti, alla sensazione di serenità evocata dalla scena di Un leggero fastidio ambientato in un giardino assolato. Tante le situazioni che si sono snodate sulla scena, tra cui malesseri dovuti a incompatibilità (come ad esempio con la propria madre in Tess, o col proprio padre come ne Il compleanno), che hanno stimolato riflessioni sulla vita e sull’individuo.
Il lavoro di Pinter è come un’immensa tela dal tratto unico ed irripetibile. Un meraviglioso disegno incompleto che solo attraverso l’estro e la maturità dei vari registi e attori che vi si accostano, assume gli splendidi colori che lo porteranno a compimento. Forse è proprio questo che rende i testi pinteriani adatti alle scene e soprattutto capaci di donare ai teatranti la possibilità di compiere un lavoro stimolante e coinvolgente, capace di lasciare il segno non solo nei propri spettatori, ma anche in chi ci lavora. Le sue opere lasciano ampia libertà di creare e aggiungere il proprio estro e sono perfette per formare chi vuole far parte del magico mondo del teatro. Ottime, dunque, per un saggio d’Accademia, che rappresenta lo step finale di un percorso lungo tre anni e conclusosi in maniera così meritevole grazie alla bravura degli allievi:Federico Brugnone, Ippolita Baldini, Chiara Catalano, Silvia D’Amico, Davide Giordano, Simone Lijoi, Denise Malgieri, Luca Mannocci, Luca Marinelli, Enoch Marrella, Andrea Paolotti, Gabriele Portoghese, Sofia Pulvirenti, Barbara Ronchi, Valentina Ruggeri, Giulia Santilli, Naike Anna Silipo, Nicola Sorrenti, Lucas Waldem Zanforlini, Cecilia Zingaro
Pinter non esplicita quasi mai il proprio pensiero nelle sue opere, compito che solitamente lascia ad attori e registi e in questo caso agli allievi dell’Accademia che hanno lavorato nella giusta direzione. Tra i vari personaggi si instaura un gioco, quello serio della vita, che trasforma le parole in vere e proprie spade con cui duellare e contemporaneamente in atipiche maschere dei sentimenti. I suoi dialoghi, infatti, sono delle “vesti”, che non palesano mai ciò che vogliono dire davvero, facendolo intendere in maniera sottile agli spettatori inconsciamente straniti dal disagio che avvolge invisibilmente ogni singola parola. La gestualità degli allievi, i loro sguardi e tutto il lavoro che è stato svolto dietro le quinte e vissuto nel lungo periodo di costruzione scenica, ha contribuito a rivelare ciò che stava dietro e dentro dialoghi e monologhi e a fare in modo che la scena divenisse specchio per ogni spettatore. Specchio nel quale, però, nessuno vorrebbe guardare…


(PINTER’S PEOPLE SAGGIO DELL’ACCDEMIA D’ARTE DRAMMATICA SILVIO D’AMICO); Regia: Max Farau con la collaborazione di Sonia Barbadoro ; drammaturgia: Harold Pinter; luci:Camilla Piccioni; scenografie: Bruno Buonincontri; costumi: Bartolomeo Giusti; interpreti: Federico Brugnone, Ippolita Baldini, Chiara Catalano, Silvia D’Amico, Davide Giordano, Simone Lijoi, Denise Malgieri, Luca Mannocci, Luca Marinelli, Enoch Marrella, Andrea Paolotti, Gabriele Portoghese, Sofia Pulvirenti, Barbara Ronchi, Valentina Ruggeri, Giulia Santilli, Naike Anna Silipo, Nicola Sorrenti, Lucas Waldem Zanforlini, Cecilia Zingaro; teatro e date spettacolo: Teatro Eleonora Duse, Via Vittoria n6 Roma dal 25 marzo al 3 aprile 2009; info: Serata di presentazione degli allievi diplomandi Anno Accademico 2008/2009


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