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Venezia 71 - Revivre

Pubblicato il 6 settembre 2014 da Fabiana Sargentini

VOTO:

Venezia 71 - Revivre

Revivre è un dolente film coreano sull’amore e la malattia, una sorta di Amour (di Michael Haneke, Palma d’oro a Cannes 2012 e Oscar come miglior film straniero 2013) in versione orientale.

Un manager di successo di una grande azienda di cosmetici con moglie ammalata di cancro al cervello, si invaghisce, in parte per evadere l’insostenibilità della situazione, di una bella nuova collega di ufficio.
I piani temporali sono alternati tra passato e presente. La prima scena racconta un funerale maestoso, visivamente portentoso: un corteo funebre, di cui tutti i componenti sono abbigliati tradizionalmente con kimono scuro e sontuosi copricapi neri, cammina sul ciglio di un crinale bianco sabbia cantilenando una nenia dolorosa. Il vedovo si guarda intorno e trova lo sguardo pericoloso di una giovane dal viso tondo e dagli occhi vivi, unica persona vestita di rosso, come una Euridice che torna dalla morte. Qualcosa passa tra loro, nonostante l’occasione triste.

In un continuo andare avanti e tornare indietro della narrazione conosciamo i protagonisti e lo sviluppo tragico della malattia della donna.
Il protagonista, diviso tra una donna morente ed una attraente in procinto di sposarsi, sofferente alla prostata fino a girare con un catetere e una bustina legati al polpaccio per svuotare la vescica, mostra una dignità ed un coraggio mai troppo espresso visivamente ma tramite azioni e gesti.
La cura nei confronti dell’ammalata in ospedale (curiosità: dove è finita l’assistenza medica in Corea? Dove sono gli infermieri, i medici? Qui sono i familiari a pulire, nutrire, dosare medicinali e flebo ai propri cari) diviene dichiarazione d’amore profonda da parte di un uomo all’apparenza freddo e preso da altro.
Un finale sorprendente rivela quanto quell’amore fosse fortemente corrisposto dalla defunta, al punto da facilitargli un futuro con l’altra donna.

Un film forte, emozionante, che imprime qualcosa nel cuore dello spettatore. La pellicola di Im Kwontaek è tratto dal Hwajang, romanzo melò di Kim Hoon.


CAST & CREDITS

(Hwajang); Regia: Kwon-Taek Im; sceneggiatura: Song Yun-hee; fotografia: Kim Hyung-koo; montaggio: Choi Steve M., Park Sun-duck; musica: Kim Soo-chul; interpreti: Ahn Sungki, Kim Hojung, Kim Qyuri; Corea del Sud, 2014; durata: 93’


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