ROMAEUROPA04:ILIADE

Roma, Auditorium Parco della Musica, domenica 26 settembre 2004. Allontaniamoci dal personaggio, dal fenomeno “cult” Baricco, e avviciniamoci all’Iliade. In punta di piedi, accostiamo un poema, un canto che gli uomini si tramandano da millenni attraverso gli aedi, nel tempo del mito, oggi sui banchi di scuola in traduzioni filologicamente più o meno corrette, nella distanza incolmabile tra la lingua cosiddetta “morta” e la necessità di comprendere e rendere vicino qualcosa che non lo è nella forma, ma solo nell’ossatura narrativa: la guerra. Con l’Iliade si va a toccare il cuore della civiltà (greca, quindi, mediterranea) e tale consapevolezza non può non incutere un minimo, se non di timore, quantomeno di rispetto attento alla complessità e maestosità dell’opera.
Ma il narratore, lo scrittore di romanzi Alessandro Baricco, prende l’Iliade in una traduzione in prosa “vicina al suo sentire” (quella di Maria Grazia Ciani) e la adatta, rielaborandola, volendola riappropriare all’uomo del XXI secolo, che (già da un pezzo) non crede agli dei (che infatti spariscono dal poema), e da tutta la civiltà antica. Appesantiscono l’azione gli dei, doppi divini, trascendenti di ogni gesto umano, e oscurano l’intelaiatura laica del poema omerico. Fa voltare di faccia i greci, Baricco, li costringe a girarsi dritti verso di noi (come le figure della pittura vascolare greca, prima solo di profilo, poi frontali) e fa sì che le guardiamo negli occhi: l’Iliade vis-à-vis, voce contro voce, monologo contro monologo.
Assistiamo ad un duello-colloquio tra scena e auditorio intenso e commosso, lungo quasi 4 ore.
Con due leggii, due postazioni per i musicisti in scena, per sobria e fine scenografia il pavimento costituito da una sorta di elmo in ferro scuro con le lettere dell’Iliade retroilluminate a forarne il fondo e un enorme schermo gigante alle spalle, di fronte agli spettatori, dove i volti degli attori protagonisti dei tre reading vengono proiettati in primo o primissimo piano. Diviso in tre serate, dove in ognuna era prevista la lettura di sette canti, il Progetto Iliade, complesso e articolato, riprende il lavoro iniziato con Totem e con il City Reading Project (anche quello prodotto da Romaeuropa): leggere in pubblico il poema mettendo, con le parole di Baricco “la narrazione orale al centro dell’attenzione....farne una forma di rito, di emozione collettiva, di spettacolo”. Ci riesce: la concentrazione è totale sulle singole voci e sul loro racconto-monologo in prima persona (sono 21 in tutto), laddove nessun altro elemento della recitazione viene adottato, ed è quindi corretto dire che si è più vicini ad un recital-concerto che al teatro. Ecco la seconda rivoluzione: dopo aver messo in cantina gli dei, Baricco elimina il cantore, annulla la figura del narratore e la terza persona, mettendo tutti i personaggi di fronte agli spettatori e facendo sì che a loro, ad ognuno di loro, essi si rivolgano, raccontando ciascuno la sua storia. E alla fine, aggiunge il racconto del cavallo di Troia, che nel poema omerico non c’è.
Ma allora cos’è l’oggetto “Iliade” di Alessandro Baricco, di cosa si compone, cosa cura, cosa incenerisce, e al contrario cosa “celebra”, a cosa mira? Perché ignorare o liquidare l’ascolto di cui è concretamente protagonista come abile fenomeno commerciale o massificazione culturale non risolve nulla. Il bisogno di raccontare è pari, sia nel suo impulso che nella sua potenza primarii, al desiderio che ci venga raccontata la (nostra) storia, per sfuggire all’oblìo, per ricordarci chi siamo e con chi condividiamo la nostra condizione, che anche oggi è di guerra, per costituire una comunità fisica, materiale, di persone che aderiscono ad un’identità fondata da esseri umani che si scontrano, incontrano, uccidono, amano, che ricordino così in una linea profonda della narrazione quello che tutti facciamo ogni giorno, scrivere una storia (con la differenza che quelle anonime non saranno mai cantate da nessuno). Non è letteratura greca classica, o epica, e neppure teatro, è l’istinto del narratore, l’intuito di ogni cercatore insanabile della saggezza (che è un’altra bellezza), attratto dal mistero della scatola nera umana.
[settembre 2004]
un progetto di Alessandro Baricco
ideazione, testi e regia: Alessandro Baricco
progetto musicale: Giovanni Sollima
chitarra: Marco Amico
disegno: Gianluigi Toccafondo
disegno luci: Guido Levi
cast: Alessandro Baricco e (in alternanza nei tre reading) Stefano Benni, Caterina Deregibus, Michele Di Mauro, Mariella Fabbris, Pierfrancesco Favino, Carolina Felline, Simone Gandolfo, Elio Germano, Edoardo Nesi, Fabrizia Sacchi, Sandro Veronesi
canto: Rosie Wiederkehr
regia video: Paolo Gazzara
direttore tecnico: Luigi Grenna
suono: Alessandro Borgioni
ideazione e costumi: Marina Schindler
coordinatore progetto: Fabrizio Grifasi
assistente di produzione: Francesca Manica
direttore di palcoscenico: Daniele Iraci
datore luci: Danilo Facco
fonico: Stefano Barbagallo
sarti: Santo Costanzo, Elena Pennello, Teresa Tamara Ventrice
assistenti: Corinna Bottiglieri, Marinella Contenti, Rebecca Raponi
co-produzione: Romaeuropa Festival 2004, Città di Torino e Teatro Regio di Torino per TorinoSettembreMusica, Musica per Roma Fondazione
produzione esecutiva: Romaeuropa Festival 2004
in collaborazione con: Accademia Nazionale di Santa Cecilia per la realizzazione a Roma
tournèe: lettura integrale dell’opera in anteprima al Romaeuropa Festival 2004
Roma, Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
venerdì 24 settembre 2004 ore 20, Canti #1-8
sabato 25 settembre 2004 ore 20, Canti # 9-16
domenica 26 settembre ore 17, Canti #17-24
Torino, Auditorium del Lingotto
venerdì 1 ottobre 2004, Canti #1-8
sabato 2 ottobre 2004, Canti # 9-16
domenica 3 ottobre 2004, Canti #17-24
siti ufficiali: www.raccontodelliliade.it;
www.romaeuropa.net;
www.comune.torino.it/settemb...
