Sillabari

Pezzi di prosa si sono alternati sul palcoscenico del teatro Eliseo, legati insieme dal lavoro di Paolo Poli, in scena dal 14 aprile al 15 maggio. I poemi che Goffredo Parise scrisse, volendo unire poesia, metafisica e contemporaneità, sono stati elaborati per la scena dal regista per regalare allo spettatore due ore di storia del proprio paese, che uscito dalla guerra si apprestava a divenire la “bella terra” che viviamo attualmente. Parise dichiarò di voler raccontare l’Italia attraverso le storie dei labili sentimenti umani e di volerlo fare dalla A alla Z, ma la poesia lo abbandonò alla lettera S. Di certo non si avverte alcuna mancanza di fronte a questa opera, che il regista ha consegnato al pubblico, legando i poemetti con le canzoni tipiche della tradizione italiana, adatte a rappresentare musicalmente i sentimenti di un paese in trasformazione. Ogni canzone infatti è carica di entusiasmo, lo stesso che spinse le generazioni precedenti ad uscire dalle “macerie”lasciate dalla guerra, verso un futuro più sereno e una vita migliore. Non che il nostro paese non abbia più avuto problemi, ma la durezza del dopoguerra per fortuna non è stata neanche lontanamente conosciuta dalle generazioni successive. Paolo Poli ha così saputo rendere spettacolo ogni elemento dell’opera, attraverso non solo le canzoni, ma anche i balletti, i vivaci costumi di Santuzza Calì, e le opere d’arte che hanno ripercorso le tappe dell’evoluzione pittorica che ha investito il nostro paese. Dunque una sinergia tra diversi segni artistici, che sono stati tutti diretti verso l’unico obiettivo di dilettare il pubblico, lasciando un segno forte che riguarda le proprie tradizioni e radici. Un po’ recitato, un po’ cantato, un po’ ballato lo spettacolo ha tracciato 20 anni di storia a partire dagli anni ’40 e ha unito due artisti come Parisi e Poli, nel nome della suggestione artistica, regalando non solo divertimento, ma anche il racconto di una società intera, passando però per le singole individualità, dall’anziana signora, al bambino impertinente, al prete poco ortodosso, alla signora borghese dai mille vizi, mostrano come sia fugace e mutevole l’animo umano e come sia capace di adattarsi alle situazioni in cui si ritrova a vivere. Erano gli anni in cui stava iniziando la modernità e di Bauman ancora non si parlava, si cercava una vita solida, fondata su basi fisse e si credeva di poter vivere sempre allo stesso modo. Non ci si rendeva ancora conto di quanto tutto fosse “fluido” e “liquido”, ciò che a noi è tanto familiare a tal punto da esser quasi ridondante e superato. Loro non lo sapevano di vivere nella totale mutevolezza degli eventi, eppure se il nostro paese è cambiato gran parte del merito va proprio a quelle generazioni, che non solo avevano il bisogno, ma anche la necessità di modificare lo stato delle cose, per migliorarlo. Le difficoltà ci saranno sempre ma Parise ci ha fatto capire che ciò che si può rendere poetico è già un qualcosa che si può assaporare in maniera diversa da come si può vivere in uno stato di guerra e Paolo Poli ha fatto un passo avanti, rendendo spettacolo quello che era testo scritto. Così il pubblico attuale ha potuto dare uno sguardo nel passato e apprezzare il suo presente, divertendosi durante la visione delle acrobazie istrioniche del simpatico ottantenne, che assieme agli altri attori ha saputo infondere gioia, facendo distrarre almeno per due ore, dai tristi eventi che hanno ultimamente colpito il nostro paese, ma senza farli dimenticare, anzi forse facendo riflettere ancora di più sulla forza e la capacità che l’individuo ha di risollevarsi dalle catastrofi. Le scene di Emanuele Luzzati hanno conferito il tocco di magia che ha fatto da collante tra un poema e l’altro, facendo sì che lo spettatore restasse attratto dalla scena come un bambino di fronte una montagna di dolci. Una continua scoperta di colori e suoni che hanno creato un’atmosfera ludica e allo stesso tempo affascinante, supportando le diverse interpretazioni in maniera impeccabile. Laura Khasiev
(PAOLO POLI ALL’ELISEO CON SILLABARI); Regia:Paolo Poli; drammaturgia: Goffredo Parise; luci: Francesco Barbagli; scenografie: Emanuele Luzzati; costumi: Santuzza Calì; interpreti: (Paolo Poli ), (Luca Altavilla), (Alfonso De Filippis), (Alberto Gamberoni) (Giovanni Siniscalco); teatro e date spettacolo: Teatro Eliseo dal 14 aprile al 15 maggio; info:;arrangiamenti musicali Jacqueline Perrotin aiuto regia e coreografia Alfonso De Filippis
