SOME CHRISTMAS DISORDER INTERIOR GEOMETRIES: Un Natale contro il Natale

Tornano a provocare Stefano Ricci e Gianni Forte, con il loro spettacolo SOME DISORDER CHRISTMAS INTERIOR GEOMETRIES, Diagnosi: Normalità in fase terminale, in scena alla Fondazione Fendi, nel bel mezzo del Foro di Traiano, per festeggiare un Natale alternativo da quello tradizionale... Un luogo emblematico che comunica il legame con l’antichità, con una storia che si va perdendo, risucchiata da un presente dimentico delle tradizioni e delle orogini di questo secolare Paese. Nel periodo forse più difficile che il Paese sta attraversando, i due registi si pongono come reazione concreta alla negazione dei diritti che sta gravando in maniera sempre più incombente. Tutto inizia con un accoglienza da parte di individui, che guai a chiamare attori! Per Ricci e Forte, per il loro spettacoli, per il loro lavoro, bisognerebbe coniare nuovi termini... Interpreti di vita o semplicemente artisti, che recitano la parte di una massa, logorata dall’omologazione, ma che presto si sfracella in una reazione violenta. Gli spettatori dopo aver ascoltato canzoni natalizie e cori liturgici, in un’atmosfera underground, costretti a specchiarsi davanti a dei vassoi, che divengono i portatori di una realtà che non si vuole vedere, vengono accompagnati ai racconti dell’infanzia in uno spazio sottostante, nel pieno centro di Roma, davanti ai ruderi dell’epoca imperiale, per ascoltare i racconti di un Natale subdolamente violento... Meravigliosamente inquetanti, i personaggi di questa rappresentazione si fanno portatori di una protesta, nella quale sono immersi fino al collo, ma anche fino alla testa... Trascinano gli spettatori spaesati, attirandoli con racconti d’infanzia... mentre si cammina non si ha la più pallida idea che si sta scendendo negli “inferi” della tragedia, una tragedia vera, umana, dove le lacrime si confondono ai sospiri miasmiatici e alle urla silenti dell’anima. Solo con le “orge” della malinconia si può far fronte allo stato di cose, che incombe sulla nostra contemporaneità e questo i due registi, assieme alla loro compagine di “attori”, l’hanno capito bene. Antonin Artaud vedrebbe finalmente concretizzato il “teatro della crudeltà”, da lui stesso teorizzato come spettacolarità capace di sconvolgere il pubblico. Gli spettattori sono infatti stati sfidati dall’immagine ricreata come un quadro vivente di un Natale analizzato nelle sue viscere, si è assistito ad una “diagnosi”, attuata su questa festività così importante, dalla cui vivisezione son venuti fuori i virus che essa stessa genera e che la corrodono... Dietro ai racconti di un’insofferenza per la festa religiosa più importante, si celano le frustrazioni e il malcontento, che accomunano tutti coloro che si trovano a subire questa Italia del nuovo secolo, ma anche una tradizione ormai antica che questo paese si porta dietro assieme ai perbenismi e alle ipocrisie che fanno da cornice ad ogni famiglia. Ci sembra di consolarci per un momento, vedere quelle maschere a terra, raffiguranti dei ranocchi, fa pensare a Gramsci quando dichiarò che “politicamente noi non possiamo essere tolleranti, imparziali; non siamo, per dirla con una bella espressione di un grande e perfido aggressore della parola quale F. Nietzsche, ranocchi d’oggettività, nè possiamo praticare alla nostra carne di militanti nel partito della lotta di classe,iniezioni di sangue d’agnello”, e allora ci si sente a casa, si avverte quel calore di cui il natale dovrebbe essere portatore. Davvero un bel Natale si festeggia con Ricci Forte, ma presto tutto svanisce nei pianti e nelle urla di coloro che non possono dimenticare la realtà... Presto si è fuori, ci si sente spaesati davanti al Vittoriano, e vicino ad una zona dove risiede proprio la causa di tutti i mali... Si è fuori dalla “favola” e dentro un’Italia spaccata, tra il “l’orco cattivo” e una popolazione che vuole libertà, in cui Ricci Forte con il loro Disorder Christmas si pongono da traghettatori verso una speranza che vuole solo essere concretizzata.
(SOME DISORDER CHRISTMAS INTERIOR GEOMETRIES); Regia: Stefano Ricci; drammaturgia: Stefano Ricci e Gianni Forte; assistente alla regia: Barbara Caridi; movimenti: Marco Angelilli; interpreti: (Anna Gualdo), (Andrea Pizzalis), (Anna Terio), (Barbara Caridi), Elisa Menchicci), (Fabio Gomiero), (Giuseppe Sartori), (Valentina Beotti), (Valerio Sirna), (Velia Esposito); teatro e date spettacolo: Fondazione fendi, Foro Traiano 1, dal al 15 dicembre; info: Ufficio Stampa: Francesco Paolo Del Re
