Teatro - Killer Joe

Come un quadro naif dipinto sulla scena, lo spettacolo Killer Joe, tratto dall’omonimo romanzo e diretto da Massimiliano Farau, racconta la storia di una famiglia disperata, disgregata e avida di denaro, intenta a salvare una vita che vale solo pochi centesimi. Tutto si rivela attraverso immagini violente, alternate ad amara comicità.
A metà tra thriller e commedia, e con una rappresentazione a tratti quasi cinematografica, l’opera si presenta come un patchwork composto volutamente da segni e cifre differenti. Tutto ciò regala una visione che suggestiona lo sguardo e la mente: attraverso una messa in scena innovativa della storia che ha reso il premio Pulitzer a Tracy Letts, lo spettacolo offre al pubblico la possibilità di un “viaggio” nuovo ed originale. Il racconto vede come protagonista il ventiduenne Christian che, perseguitato da brutta gente per soldi, cerca mille modi per poter guadagnare, riuscendo però a collezionare solo fallimenti. Figlio di una madre snaturata e per nulla attenta ai suoi figli e di un padre buono, forse troppo, ma poco attento alle esigenze familiari, il ragazzo è uno sbandato privo di interessi reali e passioni e l’unica cosa che desidera è guadagnare per non far più parte della degradante vita che sta per inghiottirlo. In mancanza di altre soluzioni decide col padre di ingaggiare un assassino professionista per far uccidere la madre e riscattare l’assicurazione sulla vita di lei. Entra così in gioco Killer Joe, interpretato da Francesco Montanari, il Libanese della serie televisiva Romanzo Criminale, un poliziotto dalla doppia identità, che clandestinamente esercita anche la funzione di killer. Prima del vero riscatto però egli pretende come caparra le attenzioni della dodicenne Dorothy. Figura di ragazzina indifesa, in una fase in cui i cambiamenti del corpo sono troppo grandi per essere accolti dalla coscienza, lei si sacrifica per la famiglia, apparendo quasi inconsapevole di ciò che si ritrova a dover fare. Il colpo di scena finale sorprende il pubblico, ma lo lascia anche sospeso, nel dubbio di quale sia la vera giustizia.
Ognuno ha commesso i suoi errori in questa triste vicenda e forse l’unica a mantenere la sua innocenza intatta, seppur macchiata da colpe altrui, è proprio Dorothy, la cui purezza e ingenuità rimangono una certezza ma la cui fine - riuscirà a mantenere il suo candore o anche lei sarà inevitabilmente divorata dalla crudeltà che l’ha resa vittima? – lascia comunque incerti. Con questi quesiti lo spettatore se ne va dal teatro, continuando però a riflettere sul senso della vita e sul cosa condannare o meno. Quest’opera ha così permesso al teatro di compiere quella sua attività che spesso gli viene negata: sollevare le menti a ragionamenti sull’esistenza.
Una nota di merito va anche ai bravissimi attori, tutti diplomati all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, che hanno contribuito ad un resa scenica divertente e coinvolgente.
(Killer Joe) Regia: Massimiliano Farau; Assistente alla Regia: Elisa Menchicchi; drammaturgia:Tracy Letts;traduzione: Giampaolo Rugo;luci: Valerio Geroldi; scenografie: Fabiana di Marco; costumi: Shizuko Omachi; grafica: Marco Animondo; foto di scena: Marta Ferranti; interpreti: Patrizia Ciabatta, Federica Marchettini, Alessandro Marverti, Francesco Montanari; teatro e date spettacolo: Teatro Vascello, 6- 25 aprile, Info: produzione: Angela Domina
