Teatro - Royal Dance

Nella sinossi di presentazione dello spettacolo ROYAL DANCE si legge “Partiamo da uno dei simboli più tossici e potenti del secolo passato: le bandiere delle cerimonie ufficiali”, una frase che dichiara un’intenzione ben precisa, contenente una provocazione che si vuole fare arte per comunicare col pubblico comntemporaneo. La bandiera che ha tante funzioni nello spettacolo di Antonio Tagliarini e Idoia Zabaleta e viene utilizzata come simbolo di paesi, sostenuto da corpi in movimento, che con le loro danze tentano di raccontare tradizioni differenti, situazioni e che fanno da sfondo ai diversi inni nazionali. Come descritto, le bandiere provocano turbamento, ma attraverso di esse non si può far a meno di avvertire solennità, bellezza e grandezza. Il concetto base da cui son partiti i registi è sicuramente molto stimolante, tanto da attirare un ampio pubblico all’interno del teatro India, in occasione di Short Theatre, festival che quest’anno è arrivato alla sua quinta edizione, nonostante tutte le difficoltà che la scena romana sta subendo.
Nello spettacolo viene sfoderata tutta la poesia che si nasconde dietro al significato della bandiera, gravida anche di elementi provocatori e forti, tette di donne spudoratamente portate sul palco, in maniera sfrontata, simulazioni di un’eiaculazione, continui riferimenti alla sessualità, con perpetui rimandi alla politica e all’idea di potere. E’ inevitabile pensare ai differenti governi, alla situazione socio-culturale di ogni paese. Stavolta più che il teatro a farsi politico è la politica a farsi teatro, tanto che dietro ad una canzone accompagnata da coreografia vi è un episodio avvenuto in Spagna, proprio in un’occasione solenne in cui le bandiere divennero motivo di polemica. Forse troppi i concetti che i due registi coreografi hanno voluto trattare; questo ha purtroppo caricato di retoricità la messa in scena che è stata lenta e difficile da seguire.
La Zabaleta oltre ad essere una brillante coreografa, è anche una docente di biologia, che grazie alla sua poliedricità è riuscita a curare nei particolari le tematiche affrontate e Tagliarini, che come regista ha sempre mostrato una notevole acutezza, ha sicuramente avuto il merito di costruire uno spettacolo per nulla banale, ma probabilmente anche di toccare tematiche così importanti e allo stesso tempo complesse: farlo attraverso il teatro e la danza, è un’ambizione molto alta. L’idea di partenza è sicuramente originale e non priva di contenuto, capace di comunicare con un pubblico contemporaneo che sa ben accogliere tali provocazioni, ma la costruzione registica non ha ben collaudato i contenuti con la resa formale di questo spettacolo, creando una ripetitività assidua, che talvolta ha annoiato lo spettatore. Contenuti molto forti e significativi che per restare vividi nella mente del pubblico non sono esenti dall’aver bisogno di un sostegno da parte della scrittura e della spiegazione di molti elementi che sarebbero altrimenti andati perduti.
(Royal Dance); Regia: Antonio Tagliarini, Idioia Zabaleta; coreografia e interpretazione: Antonio tagliarini, idioia Zabaleta; disegno luce: Oscar Grijalba; consulenza: Jaime Conde Salazar e Attilio Scarpellini; organizzazione: Executiva Filipe Viegas e Christina de la Renta; Co-produzioni: Dipartimento di cultura dei Paesi Baschi (Spagna), AZALA spazio di creazione contemporanea. Lasierra,Paesi Baschi, CORE Coordinamento Danza e Arti Performative del Lazio; teatro e date spettacolo: teatro India, Festival Short Theatre 3 settembre 2010
