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Venezia 77 - Tengo miedo torero

Pubblicato il 4 settembre 2020 da Matteo Galli

VOTO:

Venezia 77 - Tengo miedo torero

Pedro Lemebel (1952-2015) è stato un personaggio di culto nel Cile della dittatura e anche in seguito: uomo di teatro, di cinema, attivista gay, scrittore. Fu il suo amico Roberto Bolaño a promuoverlo nel mondo della letteratura sul finire del secolo con la pubblicazione di saggi-miniature di sapore autobiografico ma non solo. Il suo libro più celebre resta il suo primo e unico romanzo intitolato Tengo miedo torero (Ho paura torero) del 2001, uscito anche in Italia da Marcos y Marcos.

È una storia ambientata nel 1986, nell’anno del fallito attentato a Pinochet, di cui sono protagonisti un travestito che ha da tempo superato la cinquantina che si fa chiamare “La loca del frente”, ovvero la pazza della casa di fronte, e un giovane sedicente architetto, in realtà rivoluzionario che sta per l’appunto organizzando l’attentato al dittatore, e fra le altre cose, si serve della catapecchia cadente de La Loca in un quartiere molto proletario di Santiago per depositare le armi che serviranno alla bisogna camuffate da scatoloni di libri.
La protagonista capisce subito che c’è qualcosa sotto ma sta al gioco perché quel ragazzo tenebroso e barbuto le piace proprio, pur nella consapevolezza che per il suo volto e il suo corpo segnati dagli anni c’è poca speranza, per tacere di tutto il resto. Da questo romanzo è tratto il film presentato a Venezia nelle Giornate degli Autori con la regia di Rodrigo Sepúlveda (61 anni, quarto lungometraggio, molte serie TV).
Il titolo è il medesimo e trae spunto da una celebre canzone di Lola Flores che viene usata qui come parola d’ordine fra La Loca (nel film La Reina, la Regina) e Carlos. Pur con le premesse di cui sopra, siamo tuttavia in presenza di una storia che in qualche modo riesce a diventare una storia d’amore, di reciproca solidarietà e di crescita, erotica, psicologica, sociale e politica: la protagonista fin qui solo interessata alla propria vita fatta di ormai scarsa prostituzione e una sostanziale miseria si alfabetizza politicamente, finisce anche per partecipare alle manifestazioni contro il regime e collabora a suo modo al compimento dell’attentato, pur nella consapevolezza che è ancora lontano il giorno in cui una rivoluzione riuscirà a tener conto delle identità e delle esigenze di persone come lei; Carlos, fin qui tutto dedito alla causa, sviluppa affetto e vicinanza nei confronti della Reina e alla fine la porta dove la Reina non è mai stata, ovvero al mare, in una scena commovente.

Tengo miedo torero è solo una delle tante canzoni che attraversano il film punteggiando questa storia tenera e malinconica, che ricorda a tratti i film di Pedro Almodóvar, a tratti quelli di Pablo Larraín, a tratti quelli di Sebastián Lelio, ora tutti e tre insieme, e che dà modo allo straordinario Alfredo Castro di cantare, ballare e mostrare – per chi non lo avesse ancora capito – quanto è bravo (Castro ha girato la bellezza di sei film con Larraín ed è stato, lo si ricorderà, il protagonista del film venezuelano che ha vinto il Leone D’Oro nel 2015, Desde Allá, in italiano Ti guardo ).

Forse più ingessato l’altro attore Leonardo Ortizgris, di origine messicana, come il personaggio del libro e del film. La scenografia (e la fotografia di Sergio Armstrong, fotografo consueto di Larraín, più di una volta ci è accaduto di pensare a No - I giorni dell’arcobaleno, ambientato solamente due anni dopo) cercano di restituire la penombra della catapecchia, lo squallore dei dintorni, risultano invece forse un po’ troppo anguste e sfocate le riprese in esterni (immaginiamo forse anche per evitare "bloopers" trentacinque anni dopo) i costumi soprattutto quelli de La Reina sono consunti e slabbrati com’è slabbrata e in fondo malinconicamente irredimibile la sua nobile esistenza.


CAST & CREDITS

(Tengo miedo torero); Regia: Rodrigo Sepúlveda sceneggiatura: Rodrigo Sepúlveda dal romanzo di Pedro Lemebel; fotografia: Sergio Armstrong; montaggio: Ana Godoy, Rosario Suárez; interpreti: Alfredo Castro (La Reina), Leonardo Ortizgris (Carlos), Julieta Zylberberg (Laura); produzione: Forastero; origine: Cile, Argentina. Messico 2020; durata: 93’


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