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TORINO FIM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - THE GUATEMALAN HANDSHAKE

Pubblicato il 18 novembre 2006 da Antonio Valerio Spera


TORINO FIM FESTIVAL 2006 - CONCORSO - THE GUATEMALAN HANDSHAKE

Già dalla prima sequenza di The Guatemalan Handshake ci rendiamo conto che ciò che stiamo guardando non ha nulla di convenzionale. Veniamo difatti proiettati da subito in un universo parallelo abitato da personaggi fumettistici e dominato da un’atmosfera surreale. Un’automobile elettrica vaga per le desolate autostrade americane. Un barboncino bianco la segue in una corsa affannata. Un black-out sconvolge la zona. Il cane muore elettrizzato, e il guidatore dell’auto lo porta via dentro una gabbia da viaggio per animali, lasciando la macchina vicino alla strada.
Lo spettatore rimane attonito, ma divertito. Cercare immediatamente un significato a queste immagini è impresa impossibile. E anche a proiezione conclusa la situazione non cambia di molto. The Guatemalan Handshake ha infatti una struttura narrativa assurda, che congiunge storie e personaggi che sembrano non aver niente in comune. Donald, il ragazzo della prima sequenza, pilota di demolition-derby, che scompare senza dare notizia ad amici e familiari; il padre, che ama follemente la sua piccola automobile elettrica; Sadie, ragazza di Donald, incinta e con un braccio ingessato; un’anziana signora in cerca del suo cane (il barboncino bianco dell’inizio); il padre di Sadie, originario del Guatemala, numero uno dei piloti dei derby; e infine Turkeylegs, la sorella piccola di Sadie e grande amica di Donald. E’ proprio attraverso gli occhi di quest’ultima che ci viene raccontata la storia ed è per questo che ci risulta così strana. Infatti, il film potrebbe essere inteso come il tentativo di una bambina di comprendere le stranezze delle situazioni che vive e delle persone che ha attorno.
Potremmo dire che è un film infantile. Ma sarebbe inesatto. Perché The Guatemalan Handshake ha sì un tono da favola fumettistica, ma è anche una profonda allegoria sulla società americana, in cui spesso la stupidità intagia la tenerezza dell’innocenza. Per certi versi, ricorda molto il recente Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Faris. Entrambi sono storie viste attraverso lo sguardo innocente di ua bambina, ma se quest’ultimo parte da una situazione realistica in cui vengono inseriti dei personaggi che sfiorano, per loro stessa ammissione, l’assurdo, il film di Todd Rohal invece è costruito interamente in un mondo anormale.
Seppur completamente diversi tra loro, i personaggi di The Guatemalan Handshake sono tutti squilibrati, pazzi, esagerati. E le loro azioni ne sono una prova. A cominciare dal fatto che il demolition-derby, sport in cui le macchine si scontrano fino alla quasi totale demolizione, sia lo spettacolo che attrae maggiormente i personaggi.
Il regista Todd Rohal è al suo primo lungometraggio, ma si vede che ha talento. E’ difficile infatti costruire una storia così surreale senza cadere a volte in spunti ridicoli. Ma lui ci riesce. Perché il film è intriso di tenerezza, di innocenza, di amore. I personaggi non sono mai condannati per la loro anormalità. Anzi, il regista li coccola in ogni momento, riuscendo a dargli dei sentimenti veri.
Nella surrealtà della narrazione, Rohal inserisce comunque un filo logico sotterraneo che ne unisce le parti. La stessa sequenza onirica, che scende nel genere musical, in cui Donald e Sadie cantano, non stona all’interno del testo filmico, risultando anch’essa un pezzo fondamentale per il puzzle narrativo.
Di The Guatemalan Handshake sono, inoltre, apprezzabili i colori dei luoghi, la velocità del ritmo e il tono misterioso. Con tutto ciò non voglio affermare che ci troviamo di fronte ad un capolavoro. Ma non si può negare che sia un prodotto ampiamente godibile che lascia libero sfogo ai sogni.

(The Guatemalan Handshake) regia e sceneggiatura: Todd Rohal; fotografia: Richie Sherman; scenografia: Jim McNamee, Sage Rockermann; costumi: Melissa Clarke, Sage Rockermann; montaggio: Alan Canant; musica: David Wingo; interpreti: Will Oldham (Donald), Kem Byrnes (Mr. Turnupseed), Sheila Scullin (Sadie), Katy Haywood (Turkeylegs), Ivan Dimitrov (Ivan); produzione, distribuzione: Amalgamated Filmworks LLC, Brainbox Productions; origine: USA; durata: 96’


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