"Trenta" di Giobbe Covatta al Brancaccio di Roma

ROMA - "Trenta", come il numero degli articoli che compongono la Carta dei Diritti dell’Uomo. Si chiama così l’ultimo spettacolo che Giobbe Covatta porta in scena al Teatro Brancaccio di Roma dal 20 al 25 aprile. Un mix di ironia e pungente sarcasmo, attraverso i quali Covatta affronta temi tanto importanti, quanto delicati: l’immigrazione, la mancanza di cure mediche per gli abitanti del terzo mondo, la fame, la povertà, il disboscamento di aree cruciali per il pianeta come l’Amazzonia.
A suon di risate (tante da coprire più volte le parole del comico e da ritrovarsi doloranti a fine spettacolo), si parla di diritti, seguendo la scaletta di una Carta, quella appunto dei Diritti dell’Uomo, redatta non più di qualche decennio fa, ma nella realtà dei fatti mai rispettata. Covatta la legge per intero a fine monologo, concludendo con un efficace: "Vi sembrerà assurdo, ma l’abbiamo scritta noi".
Si fa il punto sul diritto all’uguaglianza davanti alla legge (che Covatta interpreta con un secco "la legge è uguale per molti"), alla privacy, al matrimonio, al lavoro (qui lo strappo con la realtà tocca il suo culmine), all’emigrazione e alla proprietà privata.
Non mancano le battute sul premier, come pure non si salvano Emilio Fede e Corona, Briatore e Brunetta, Bossi e il Papa.
Il momento più esilarante di tutto lo spettacolo è forse il racconto (già sentito e tuttavia non noioso, riformulato in taglio originale) del giudizio universale, quando il pubblico si trova di fronte a un Dio giudice che colloquia sarcasticamente con Berlusconi, con Ratzinger e molti altri.
Una parentesi ampia e interessante è poi dedicata alle esperienze personali vissute da Covatta con alcuni popoli del terzo mondo: ne emergono realtà inquietanti (come la totale assenza di medici preparati in alcune aree del mondo), ma anche spunti affascinanti per la conoscenza e il rispetto delle culture più varie.
Per tutto lo spettacolo, sfilano sullo sfondo le immagini di bambini e di immigrati, come fonte di denuncia, riflessione, stimolo e proposta.
Presenti in sala anche i banchetti dell’Amref, l’African Medical and Research Foundation, e di Amnesty International, con i quali Giobbe Covatta collabora da anni.
"Trenta" è quindi un’occasione per divertirsi, per ampliare la propria cultura, per riflettere e, non ultimo, per aiutare chi ne abbia realmente bisogno.
(Trenta); Regia: Giobbe Covatta e Paola Catella; drammaturgia e interpretazione: Giobbe Covatta; contenuti multimediali: Paola Catella e Mikkel Garro Martinsen; produzione: Manuela Covatta per Papero srl, con il patrocinio di Amnesty International; teatro e date spettacolo: Roma, Teatro Brancaccio, 20 - 25 aprile.
