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Valentina Postika in attesa di partire

Pubblicato il 11 maggio 2011 da Edoardo Zaccagnini


Valentina Postika in attesa di partire

Al Torino Film Festival del 2009, spazio sempre importante per il giovane cinema italiano, fu premiato come miglior documentario italiano. E come tale ha ottenuto anche una nomination ai David di Donatello. E’ un prodotto indipendente, realizzato con pazienza da due giovani ragazze, entrambe del 1982. Si intitola Valentina Postika in attesa di partire ed è un film sul passato che scompare, sotto i colpi di un presente non meno drammatico, intenso ed importante. E’ un film sul tempo, sulla vita che passa, sulla memoria che sbiadisce e poi svanisce. E’ un film sul Paese Italia di oggi e di ieri insieme, intimo e storico nello stesso tempo, personale e sociale, che procede per accumulo di frammenti, silenziosamente, seppure ci sia tanta musica al suo interno. Un film di ascolto discreto, attento, sensibile, un film capace di estrapolare bei pezzi di verità, per questo emozionante.

Caterina Carone, la regista, è abruzzese; Enrica Gatto, autrice del montaggio e curatrice del suono, è invece di Salerno.

Valentina Postika è una badante moldava che lavora in Italia da cinque anni. Carlo, nella realtà il nonno della regista, è l’ottantottenne ex partigiano pesarese di cui la donna si prende cura. Le giornate di due individui lontanissimi per cultura e vissuto, scorrono tutte uguali, immobili ed inquiete, tutte e due con la testa altrove: una rivolta ad un passato che non potrà tornare e un’altra ad un futuro senza grandi prospettive, che forse rimarrà sempre tale.

Due vite carambolate a contatto per quel gioco non divertente imposto dalla vita stessa, e dalla vita stessa poi risollevate, attraverso i benefici di quella relazione che per gli esseri umani ha lo stesso valore dell’acqua e del cibo.

Un sorriso d’accettazione, un silenzio nuvoloso accompagnano il giorno e la sera dei due corpi, attaccati a piccole conversazioni e ai rituali del quotidiano. Eppure il mondo interiore, dei ricordi e dei bisogni salta fuori, e segna un punto d’incontro mentre solca una differenza profonda tra due esistenze non uguali, ma tutte accomunate dal non poter tornare indietro, per due motivi molto diversi, come diverse sono le dimensioni, una temporale, esistenziale, quella di Carlo, l’altra spaziale, socioeconomica, quella di Valentina.

Tra i vari pregi di questo film c’è una complessità linguistica mai ambiziosa e mai fredda, al contrario capace di scaldare il racconto attraverso innumerevoli materiali d’archivio (tutti i documenti personali conservati da Carlo) che fanno saltare indietro nel tempo ed aggiungono un secondo piano narrativo al film, oltre ad una colonna sonora che ben rafforza la regia e che deliziosamente gioca con un montaggio che accelera e rallenta a seconda dei momenti.

Un documentario somigliante più alla vita che al cinema, da vedere al cinema Aquila di Roma, spazio sempre aperto a piccole e valide proposte italiane indipendenti.

maggio 2011


Regia: Caterina Carone; Sceneggiatura:Caterina Carone; Montaggio: Enrica Gatto; Fotografia: Caterina Carone; Produzione: FaberFilm; Durata: 77’;


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