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Venezia 71 - Fires on the plain

Pubblicato il 5 settembre 2014 da Giampiero Francesca

VOTO:

Venezia 71 - Fires on the plain

“Mostrando le persone coinvolte nella follia della guerra, mi chiedo perché scegliamo di fare la guerra”. Ingenue eppure profondamente vere, le poche parole rilasciate da Shinya Tsukamoto rivelano molto sulla natura e sulle ragioni della sua ultima opera Fires on the plain. Attraverso il suo stile gore, violento, frenetico e spaesante il regista di Tetsuo costruisce una pellicola in grado di mostrare il volto più disumano di un conflitto.

Quella messa in scena non è solo la seconda guerra mondiale, la giungla filippina, la ritirata drammatica dell’esercito giapponese ormai sconfitto, è la rappresentazione, straniante e cruda, della follia di un conflitto. Non c’è bene né male, redenzione, salvezza o giustificazione. Non c’è più nulla di umano, forse nemmeno di animale, in quello che Tamura, protagonista del film interpretato dallo Tsukamoto, vive e vede nel disperato tentativo di tornare a casa. Passo dopo passo, il lento peregrinare del soldato porta il reduce a sprofondare sempre più nell’abisso, spingendosi ai limiti più estremi della sopportazione umana. Il miraggio della sopravvivenza diventa così l’unico obiettivo possibile, l’unico traguardo da raggiungere qualunque sia il suo costo. L’atto estremo del cannibalismo è infatti solo l’ultima soglia, l’ultimo confine varcato. Vivi o morti non si tornerà comunque più da un campo di battaglia così; nessun uomo può tornare uomo dalla guerra.

Shinya Tsukamoto trasforma, ancora una volta, la sua devastante forma in chiara sostanza. Con pochi mezzi a disposizioni e alcuni intelligenti espedienti il regista giapponese mette in scena con limpida crudezza sequenze di una guerra disumana e brutale. Quasi ripescando da un immaginario horror, il conflitto mondiale si trasfigura in un limbo di disperazione intollerabile , un infermo segnato dalle colonne di fumo che si alzano nella rigogliosa giungla. Nonostante alcune concessioni al suo stile “guro”, che riempie la pellicola di corpi mutilati, sangue, interiora, brandelli di cadavere, la forza del messaggio di Fires on the plain appare trasparente nelle scelte di Tsukamoto. Un messaggio certamente ingenuo e innocente, ma, al tempo stesso, tragicamente attuale.


CAST & CREDITS

(Nobi); Regia: Shinya Tsukamoto; sceneggiatura: Shinya Tsukamoto; fotografia: Shinya Tsukamoto; montaggio: Shinya Tsukamoto; interpreti: Shinya Tsukamoto; produzione: Kaijyu Theater; origine: Giappone, 2014; durata: 87’


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