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Venezia 71 - Im Keller

Pubblicato il 3 settembre 2014 da Monia Manzo


Venezia 71 - Im Keller

Dopo la trilogia Love, Seidl ci propone ancora la doppia "anima" dei suoi Austriaci. Questa volta lo fa "In Cantina", luogo dove tutti hanno prima o poi riposto ciò che volevano conservare o nascosto ciò che disturbava la vista, ma che non avremmo mai voluto cancellare.

Nel caso di Im Keller invece viene inseguita con costanza la soddisfazione dei desideri più torbidi o perpetrate le manie più ossessive: una serie di "attività" che definiremmo estreme o estremiste.

In questo quadro "border-line" incontriamo il nazista nostalgico e i suoi riti di gruppo con altrettanti ultra-nazionalisti, la coppia sadomaso in cui lei prova piacere nel dominare e torturare il partner/schiavo, la masochista che però lavora alla Caritas e aiuta le donne vittime di violenza, infine una signora che trascorre molto del proprio tempo a cullare e a parlare con dei bambolotti.

In questa carrellata di atti inconsueti ci si domanda se quello di Seidl sia una specie di studio antropologico dell’essere umano più familiare, (ovvero il connazionale) oppure un compiacersi dell’immagine sgradevole e torbida che lo spettatore è costretto a subire.

Infatti in alcune fasi del film si percepisce una palese complicità di Seidl con l’oscenità delle perversioni psicologiche dei suoi personaggi, ovvero non si limita a descriverne la doppiezza ma esalta una concezione del piacere che si basa su canoni strettamente legati ad una visione "romantica":
Per arrivare a definire lo statuto dell’idea del sublime Burke affermava che esistono due specie di piaceri e di dolori:in primo luogo, piaceri e dolori di una natura positiva e indipendente; in secondo luogo quelli che nascono dalla cessazione della sensazione a loro opposta.

Non bisogna certo sciorinare tutta la filosofia del "Sublime" di Edmund Burke per captare la visione masochistica del piacere anche in Seidl, che ama svelare in tutte le manifestazioni dei suoi austriaci.

Nel complesso il film suscita interesse e coinvolge lo spettatore, dimostrando ancora una volta la grande capacità del registra di farci entrare nelle stanze più sotterranee dell’animo umano.


CAST & CREDITS

(Im Keller); Regia: Ulrich Seidl; sceneggiatura: Ulrich Seidl, Veronika Franz; produzione: Coop99 Filmproduktion, MMK Media, Ulrich Seidl Film Produktion GmbH; origine: Austria, 2014; durata: 82’


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