Venezia 71 - Red Amnesia
Una delle caratteristiche principali del noir è l’incombenza del passato, la sua ingombrante presenza nel momento attuale. Sembra difficile poter utilizzare la lente fornita da un genere propriamente americano per poter leggere un film prodotto nella Cina contemporanea. Ma Red Amnesia di Xiaoshuai Wang, in concorso al Festival di Venezia, è da vedere proprio attraverso la prospettiva di questa incursione del passato nel presente. Non a caso fin dal principio ci appare come un thriller. Da poco vedova e madre invadente di due figli ormai indipendenti, Deng comincia a ricevere strane chiamate anonime, e ad essere perseguitata da un misterioso ragazzino con la maglietta a righe. Deng va a prendere il nipotino a scuola, accudisce la madre in ospizio, si presenta senza avvisare a casa del figlio di cui non accetta l’omosessualità. La sua famiglia cerca di compiacerla e venirle incontro, anche a causa del suo lutto recente, ma per Deng c’è sempre qualcosa che non va, e non c’è verso di mettere un freno alla sua invadenza nelle vite dei figli. La persecuzione di cui è vittima incrina però la sua routine, e la costringe a interpellarsi su chi possa avercela con lei. E’ un fantasma o qualcosa di più “concreto”?
Il protagonista noir non può per definizione fuggire il proprio passato, per quanto lontano vada e per quanto radicalmente cambi la propria vita. Obbligata a rivolgere lo sguardo all’indietro, verso gli anni andati, Deng sa di avere un conto in sospeso con il passato, una colpa da espiare che riguarda i tempi della rivoluzione culturale. Non è il caso di svelare oltre, nella speranza che Red Amnesia abbia una distribuzione italiana come meriterebbe. E, se Koncaloskij e Niccol non si riveleranno delle grandi sorprese, è questo il titolo che meriterebbe anche il leone d’oro. Nella corsa ai premi è però paradossalmente penalizzato proprio dall’ottima interpretazione della protagonista: il Festival ha sinora privilegiato storie di uomini, personaggi maschili, e la protagonista sembra la naturale candidata alla Coppa Volpi, cosa che escluderebbe automaticamente il film dai papabili per il premio più prestigioso. Sperando comunque in un riconoscimento della sua bellezza, è il caso di utilizzare per Red Amnesia un’espressione abusata nella critica cinematografica, nonché spesso piuttosto vuota: siamo davanti ad una splendida metafora della Cina contemporanea, con le sue contraddizioni, la sua storia controversa e le sue obliterazioni di ciò che non si vuole e non si deve ricordare.
Xiaoshuai Wang affronta la rimozione di un passato tragico che torna a chiedere pegno, un’amnesia da cui ci si risveglia violentemente. Un film il cui alto contenuto politico è un gesto di vero coraggio da parte del regista, che mostra al contempo una rara empatia verso i suoi personaggi ed in particolare la sua eroina, braccata dal passato ed in cerca di una redenzione forse impossibile.
(Chuangru Zhe ) Regia: Xiaoshuai Wang; sceneggiatura: Lei Fang ; interpreti: Yuanzheng Feng, Zhong Lu, Hailu Qin, Hao Qin; produzione: WXS Productions; origine: Cina; durata: 115’.