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Venezia 72 - Boi Neon - Orizzonti

Pubblicato il 4 settembre 2015 da Fabiana Sargentini

VOTO:

Venezia 72 - Boi Neon - Orizzonti

Brasile. Tori bianchi che fanno spettacolo. Rodei in cui uomini a cavallo che, a mani mani nude, cercano di buttare giù il toro che corre libero nell’arena afferrandolo dalla coda. Iremar si cura dei buoi, li nutre, li pulisce, li trasporta, gli mette farina sulla coda (per renderla meno scivolosa), li fa entrare nel recinto dopo lo spettacolo, li riporta nella stalla. Ama gli animali, la loro criniera (che conserva per coltivare la sua passione per la moda e creare vestiti), riproduce i loro versi e dialoga con loro con suoni gutturali. Disegna sui giornaletti porno, sui corpi delle donne, lavora in opposizione vestendoli. Galega e Cacà, madre e figlia decenne, sono le sue compagne di strada. Una curioso incrocio di sentimenti senza legami di sangue. Sono una famiglia inventata, il mandriano sostituisce una figura paterna assente e innominata, la figlia sta con la madre nonostante la precarietà della situazione (sono nomadi, si spostano appresso ai rodei) perché stanca di stare con i nonni e di andare a scuola. Tra i due, la bella danzatrice e il cavallaro dall’animo dolce, passa amore senza parole e senza fisicità, si occupano entrambi con cura della bambina, Iremar le prende le misure della vita dei fianchi del seno, Galega è gelosa delle attenzioni che altre donne possono avere per lui. Poi arriva il gringo con i capelli lunghi e l’apparecchio ai denti, dalla sensibilità femminile, che si fa largo nei cuori delle due donne.
Scene composte quasi sempre da inquadrature fisse, fotografia dettagliata sui musi e corpi degli animali, ruvida e impietosa anche sugli umani.
Il film alterna piani realistici - in cui si sofferma su azioni come la pulizia del carro trasporto buoi dallo sterco, il lavaggio meticoloso dei vaccari, nudi come mamma lo ha fatti, il tentativo di rubare lo sperma da un esemplare pregiato di toro da monta, la ceretta inguinale di Galega da sola al posto di guida del camion - a scene surreali, visionarie, quasi staccate dalla storia, come delle allucinazioni: il cavallo sdraiato e l’uomo che lo accarezza come fosse un amplesso, illuminati entrambi da luci di taglio; la danza di Galega in versione ippo-donna con vestiti dorati fatti su misura da Iremar. Chiude la pellicola una notte d’amore, inusuale da vedere al cinema, tra il protagonista e una conquista di passaggio piuttosto incinta: piano sequenza di svariati minuti con nudità esplicite - membro maschili eretto, seni da gestante, pancia gravida - e un realismo ai limiti dell’osé.
Piacevole e con una sua autenticità.


CAST & CREDITS

(Boi Neon); Regia: Gabriel Mascaro; sceneggiatura: Gabriel Mascaro; fotografia: Diego García; montaggio: Eduardo Serrano, Fernando Epstein; musica: Carlos Montenegro, Otávio Santos; interpreti: Alyne Santana, Carlos Pessoa, Josinaldo Alves, Juliano Cazarré, Maeve Jinkings, Samya De Lavor, Vinícius de Oliveira; produzione: Canal Brasil, Desvia Filmes, Malbicho Cine, Viking Film; origine: Brasile, Olanda, Uruguay, 2015; durata: 101’


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