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Venezia 72 - L’esercito più piccolo del mondo - Fuori Concorso

Pubblicato il 10 settembre 2015 da Monia Manzo

VOTO:

Venezia 72 - L'esercito più piccolo del mondo - Fuori Concorso

Dopo aver impalmato un David e aver vinto i Nastri d’argento per Sul vulcano, Gianfranco Pannone si è sorprendentemente dedicato ad un tema che potremmo definire meno "esplosivo" e apparentemente meno"escatologico".
In effetti nel raccontare il percorso per diventare una "guardia svizzera" dello stato Pontificio, il regista non assume un punto di vista religioso o spirituale (nonostante sia una produzione del Centro Televisivo Vaticano), ma, al contrario, cerca un approccio alla materia decisamente più pratico e pragmatico. In questo modo, Pannone pone l’accento del discorso sulle modalità di addestramento delle reclute e sulle funzioni di sicurezza e protezione del pontefice, il quale si affida a questo antichissimo corpo nato nel 1506 e che usa ancora indossare uniformi che ci catapultano in pieno Medioevo. Dichiara il regista che “lo Stato Vaticano voleva specificatamente un film sulle Guardie Svizzere, per restituirne un volto più umano. D’altronde sono spesso vissute come le belle statuine, vengono confuse dai turisti per attrazioni, come se fossero i centurioni di fronte al Colosseo”. Una volta iniziate le riprese, Pannone si è da subito stupito delle libertà che gli sono state concesse.
Per essere in linea con uno stile che fosse vicino all’umanità piuttosto che alla ieratica istituzione pontificia e alla maestosità che trapela ovunque all’interno delle mura vaticane, il filmmaker napoletano ha scelto dei protagonisti provenienti da classi sociali umili o da mondi molto diversi. Un gruppo di uomini che ha affrontato durissime prove di selezione e che, nonostante i lavori svolti in precedenza fossero lontani anni luce, era profondamente motivato.
Leo, René e Michele sono quindi i suoi prescelti e di loro Pannone parla con estremo interesse e affetto:"René è un personaggio particolare, perfetto protagonista. È un intellettuale, è curioso, si pone domande. È al contempo credente e molto laico. Tra i suoi progetti futuri c’è anche quello di scrivere un libro sull’esperienza che sta vivendo con le Guardie Svizzere, mentre il ventunenne Leo è l’esatto opposto, in Svizzera faceva il guardaboschi, ed inoltre ha un volto dolce, infantile. Michele, svizzero italiano dalle origini lucane, stupisce perché nella scena del giuramento si comporta come il più tedesco dei tedeschi, come succede spesso agli immigrati”.
È proprio nella variegata umanità che il documentario di Pannone prende forza e assume credibilità: dimostra così l’utilità di aver seguito il gruppo di giovani reclute in addestramento per circa un anno, scandagliando così le loro vite e sondando le loro aspettative e i loro progetti futuri in un ambiente tanto inusuale per dei ventenni.
Papa Francesco sarà stato indubbiamente felice di una produzione tanto vicina al suo pensiero: un avvicinamento del sacro al profano, senza perdere quell’aura di santità dalla quale non si può prescindere.


CAST & CREDITS

(L’esercito più piccolo del mondo); Regia: Gianfranco Pannone; fotografia: Tarek Ben Abdallah; montaggio: Erika Manoni, Renzo Alocci; produzione: Centro televisivo vaticano, Fondazione Solares Suisse, PTS Art’s Factory, Solares Fondazione delle arti; distribuzione: Solares Fondazione delle arti (IT); origine: Italia, Svizzera, Città del Vaticano, 2015; durata: 86’


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