VERTIGINE: IL FESTIVAL DELLA SCENA INDIPENDENTE ALL’AUDITORIUM DI ROMA

Vertigine è un festival che dà opportunità a compagnie facenti parte della scena indipendente, di farsi conoscere dal pubblico. Il luogo che ospita questo evento è l’Auditorium, che per tre giorni, dal 4 al 7 marzo si fa “culla” di proposte regeistiche ed attoriali capaci di aggingere tasselli al grande circuito della scena contemporanea. Diretto da Giorgio Barberio Corsetti, Vertigine si presenta come un festival che dà l’opportunità a diverse compagnie di comunicare disagi di quest’epoca, sintesi della propria generazione, proteste verso una società in cui ci sente troppo stretti e in cui ultimamente ci sono stati troppi tagli e menomazioni, per i quali ha pagato il mondo dello spettacolo. Corsetti ha dichiarato che il premio di questo festival non è solo simbolico, ma rappresenta un vero e proprio segno di voler dare importanza al lavoro teatrale, che ultimamente è stato troppo poco valorizzato nel nostro paese, e ha fatto capire di voler dare un incentivo alle diverse compagnie e un supporto per fare in modo che l’ingranaggio di questo mestiere riprenda il suo corso attivo ed energico. Gli spettacoli selezionati, 15 su 420 proposti, mostrano che il taglio di questo festival si apre ad un ampio respiro, che stavolta non guarda solo alla città, e neanche soltanto all’Italia, ma all’Europa, in scena si apre un dialogo con l’umanità intera perché vengono toccate tematiche universali, che hanno a che fare con l’animo umano, con l’individuo che si confronta nel mondo del lavoro o con le proprie tradizioni storiche, la giuria è composta da membri di paesi differenti e questo è un passo avanti che il nostro teatro sembra fare, nonstante stia vivendo forse il periodo più difficile. Questa è inoltre un’eccezionale occasione per il pubblico non solo di attori, registi, critici e altri addetti ai lavoro, ma anche di curiosi, studiosi e amanti del teatro, per poter conoscere giovani compagnie teatrali, portatrici di drammaturgie sfrontate, cariche di simboli nuovi e di allegorie della nostra epoca “liquida”, che accoglie segni apparentemente distanti fra loro, ma con una connessione di fondo che li lega indissolubilmemte.
