XII EDIZIONE MEDFILMFESTIVAL- CORTOMETRAGGI

Si sta svolgendo a Roma presso la Sala del Coro e il Museo di Trastevere una rassegna di cortometraggi e documentari che fanno parte dell’ormai noto MedFilm Festival, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione. Il premio al miglior film è stato assegnato la scorsa settimana a El Metodo, ottima pellicola del regista argentino Marcelo Piñyeiro. La sezione dedicata ai corti è iniziata domenica 5 novembre e si concluderà il 19; il filo conduttore che ha attraversato le opere presentate nel corso di queste due settimane è “l’identità e il lavoro”, tematiche cui si sono attenuti anche i cortometraggi in concorso, che non hanno deluso però sotto il profilo contenutistico e formale. E’ stato lasciato ampio spazio alla sperimentazione e alla produzione di lavori giovanili ricchi di estro e originalità, ma l’attenzione per le problematiche sociali e culturali del mondo odierno è sempre stata messa in primo piano ed anche i corti più dichiaratamente avanguardisti non hanno mai perso il contatto con l’attualità di un oggi multietnico, variegato, troppo spesso teatro di ingiustizie e intolleranze: lo sguardo complessivo sulla nostra era è decisamente pessimista, ma non arrendevole, nostalgico eppure coraggiosamente ironico.
Segnaliamo Trevirgolaottantasette di Valerio Mastandrea per il suo impegno civile, Un filo intorno al mondo di Sophie Chiarello con Aldo, Giovanni e Giacomo per l’efficace surrealismo della vicenda, Tana libera tutti di Vito Calmieri per l’innocenza e la purezza con cui osserva la fragilità dell’infanzia di oggi: questi i titoli italiani più interessanti. Una menzione speciale meritano i corti d’animazione che sorprendono poiché inseriti all’interno di una produzione spiccatamente realistica, fatta di discorsi interculturali, disagi sociali, analisi antropologiche e ambientali:assai divertente e consapevolmente umile - lontana dagli sfarzi e dalla digitalizzazione della premiata ditta Disney - è l’animazione astratta e stilizzata di alcune pellicole come Shipwrecked o Svedomì rispettivamente di Frodo Kuipers e di Jan Bohuslav.
L’adesione massiccia e i commenti positivi sul festival da parte di un pubblico interessato e partecipe, testimoniano la vitalità e la freschezza di un evento culturale che è ormai divenuto consuetudine per la città di Roma, ma anche per altre capitali europee, chiaro segnale di una sempre più necessaria propensione al confronto, al dialogo, al rispetto verso culture diverse seppur accomunate dalla medesima area geografica; in molti film proiettati il cinema ha ricoperto un’importante e costruttiva funzione educativa non soltanto per le platee dei più giovani e ci auguriamo che l’edizione del prossimo anno sia ancor più stimolante e coinvolgente di quella che si appresta a concludersi.
