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42a MOSTRA DEL NUOVO CINEMA DI PESARO, 24 Giugno/2 Luglio

Pubblicato il 22 giugno 2006 da Alessia Spagnoli


42a MOSTRA DEL NUOVO CINEMA DI PESARO, 24 Giugno/2 Luglio

Dall’intro del catalogo della Mostra firmata da Giovanni Spagnoletti:

Dopo Giappone, Spagna, Francia, Messico e Corea, quest’anno è l’Argentina il paese al centro del programma della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro che si augura dal nuovo governo, è un auspicio generalizzato, un rinnovato interesse per la cultura in generale e il cinema in particolare.
Storici e antichi legami con la nazione latino-americana nonché con il nostro Festival (ricordiamo soltanto la presentazione della seminale opera di Fernando Solanas e Octavio Getino L’ora dei forni nel 1968) imponevano una scelta del genere. Da un decennio a questa parte, infatti, e a partire da una nuova legge sul cinema varata nel 1995, si è assistito alla nascita di una “nuova onda argentina”, la quale si è espressa, ormai da tempo, nell’opera variegata didiversi autori (ne ricordiamo qui solo alcuni: Lisandro Alonso, Daniel Burman, Israel Adrián Caetano, Lucrecia Martel, Martín Rejtman, Bruno Stagnaro e Pablo Trapero) diventati ospiti fissi di tutti i Concorsi e festival internazionali. Tuttavia c’è molto ma molto di più da scoprire e lo vorremmo dimostrare con la presente panoramica che - evitando titoli già molto conosciuti o passati ai Festival di Torino e Venezia (oppure addirittura distribuiti nel nostro paese com’è l’opera di Lucrecia Martel) - propone registi o debutti meno noti accanto ai nomi precedentemente citati. Perché scrive in questo stesso catalogo Daniele Dottorini: “è una cinematografia problematica, quella argentina; problematica anzitutto da un punto di vista critico: a più di dieci anni dall’esplosione della nuova generazione di registi, quella che sembrava essere una corrente cinematogra-fica dai tratti definiti e comuni si è invece rivelata come una ondata dinamica e multiforme”. Una nuova onda, dunque, che si è andata inserendo in untessuto socio-politico sconvolto dalla devastante crisi economica del 2001 e che sta compiendo una lenta ma inevitabile ”elaborazione del lutto” di altri precedenti drammatici episodi: dall’insorgere della dittatura militare (di cui quest’anno ricorre il trentennale dell’inizio nel 1976) alla guerra della Malvinas (1982) che ha indirettamente provocato nel 1983 la fine di quella tragica esperienza. Con più di una ventina di titoli tra fiction e non fiction che spaziano per gli ultimi quattro-cinque anni salvo una eccezione - il primo programma storico di cortometraggi Historias breves (1995) - vogliamo mostrare un panorama che non limiti il cinema argentino contemporaneo all’interno di pochischemi estetico-produttivi come l’iperrealismo, il minimalismo, la quotidianità delle storie, l’uso del digitale o il low budget. Anche questo ma molto di più, quale conseguenza, forse, del rifiuto di cercare (a ragione o a torno, non importa) un punto di collegamento con importanti esperienze passate del proprio paese. Con l’effetto - per citare sempre Dottorini - di spingere “i giovanissimi registi degli anni 2000 ad inventare un percorso che è aperto a 360 gradi, che è attento alla contemporaneità del continente latinoamericano e al contempo assorbe luoghi, ritmi e immagini dalle cinematografie più disparate, occidentali e non (così come dalle forme e dai tempi televisivi)”.

A coronamento di questo ampio cartellone, dove si pro-pongono opere o documentari, tra gli altri, di Ana Katz, Luis Ortega (due film), Ana Poliak, Albertina Carri, Darío Doria, Raúl Perrone, Alejandro Chomski, Alejandro Malowicki, la Mostra presenta, insieme all’ultimo film di Fernando Birri (negli “Eventi Speciali”) - uno dei “padri” del cinema latino-americano - anche la retrospettiva dell’opera di Leonardo Favio. Tra i più significativi registi (e cantanti) della generazione espressasi negli anni anni ’60, nonché figura di culto per molti giovani filmmaker di oggi, Favio è stato attore in diversi film di Leopoldo Torre Nilsson, ha partecipato in maniera informale al movimento dei “cortisti” con El amigo (1960, perduto); poi dopo il debutto nel lungometraggio Cronica de un niño solo (presentato alla prima mostra di Pesaro nel 1965), ha diretto sei film di fiction nonché un lungo documentario (1994-2000) sulla fondamentale figura di Juan Domingo Perón, attualmente indisponibile per problemi politico-produttivi. Infine, last but non least, la mostra fotografica di Valerio Bispuri dal titolo Argentina si parte... che in 30 istantanee attraversa e racconta il paese latino-americano dalla crisi del 2001.

Passando da un punto all’altro del continente americano e proseguendo un interesse che la Mostra da qualche anno sta coltivando nei confronti della non-fiction, ecco il Focus on Independent US Docs che documenta le nuovetendenze Indie statunitensi in un settore sempre più in espansione. In linea con l’approccio politico-sperimentale del nostro Festival, la selezione vuole privilegiare uno sguardo “altro” e nascosto, non solo rivolto ai grandi temi della Nazione e più frequentato dalle produzioni mainstream. Al viaggio all’inferno di Laura Poitras (My Country, My Country) che analizza l’Iraq delle prime ele-zioni post Saddam tramite gli occhi di un medico sunnita, si somma l’altra faccia di una medaglia violenta, esibita nel “kubrickiano” Ears Open, Eyeballs Click di Canaan Brumley (vera provocazione del Festival!) che ci catapulta in modo scioccante e brutale in un campo d’addestramento deimarines. Ma c’è dell’altro dentro l’America, ad esempio le sottoculture rappresentate dal mondo dei graffiti di Bill Daniel (Who’s Bozo Texino?) e quello dei “drug racing” di Kevin Jerome Everson (Cinnamon). E non manca il passato prossimo sia con la rievocazione dell’esperienza della Factory warholiana in Jack Smith & The Destruction of Atlantis di Mary Jordan, autentica chicca della nostra selezione, sia con l’incursione di Sam Green (Lot 63, Grave C) che, con Un found footage, ritorna sul celebre omicidio degli Hell’s Angels avvenuto durante il concerto dei Rolling Stones ad Altamont nel 1969.

Proseguendo nell’opera di approfondimento del cinema iberico iniziata da alcuni anni, una seconda personale è dedicata alla figura del catalano Pere Portabella, già in passato ospite del nostro Festival. Nato come produttore (Losgolfos di Carlos Saura, El cochecito di Marco Ferreri, Viridiana di Luis Buñuel, e il più recente Tren de sombras di José Luís Guerin), Portabella è diventato nel proseguo della sua lunga carriera un autore polisemico fuori dal sistema classico del lungometraggio a soggetto. Il suo è un opus che, rivisitando il concetto di realismo alla luce di un cinema polifonico, attinge e si contamina con le varie arti: in primis la pittura (i suoi quattro lavori su Miró), la musica (Playback, Acci- Santos), la letteratura (Vampir Cuadecuc), senza dimenticare la politica (Informe general..., Umbracle) e la critica antiborghese (Pont de Vorsàvia, il suo film più recente).

Come l’anno scorso con la Corea, anche quest’anno propo-niamo un variegato programma di opere in digitale, pro-veniente da giovani e meno giovani leve delle Filippine. In una selezione che comprende circa 15 filmmaker, ci per-mettiamo di suggerire alcuni momenti clou: le ultime due opere de l’enfant terrible Khavn; il torrenziale mockumen-tary Ang Anak Ni Brocka di Sigfreid Barros-Sanchez che affronta in modo originale e “scorretto” la mitica figura di Lino Brocka mostrandone vizi e virtù; Diliman, inconsueta riflessione sul rapporto tra arte e politica del famoso scrittore, saggista e regista indipendente Ramon “Mes” de Guzman; Pepot artista di Clodualdo del Mundo Jr che con tocco disincantato e leggero affronta sogni e miserie della gioventù filippina; e infine un’ampia selezione dei film musicali di Roque Federizon Lee, detto Roxlee, oggi riconosciuto come un’icona dell’underground nel suo paese.

Negli “Eventi Speciali” ritornano le ultime prove di alcuni cineasti che hanno fatto la storia del Festival di Pesaro (Chantal Akerman, Lucian Pintilie, Chris Petit) oltre all’opera collettiva prodotta dalla viennese Sixpack, Mozart-Minute, con cui l’avanguardia austriaca e non, re n d e omaggio al 250° anniversario della nascita di Mozart. Sempre in tema di rievocazioni, a un secolo dalla nascita, il Festival dedica alla figura di Enrico Mattei, un grande figlio delle terre pesaresi, un ricordo con due lavori dello svizzero Gilbert Bovay prodotti dall’Eni, e una tavola rotonda sull’attività pionieristica che Mattei stesso ha svolto nel campo del documentario industriale e sociale.

Accanto alle “Nuove Proposte Video”, ci preme sottolineare, per lo meno, i due omaggi ad Andrea Caccia e Antonello Matarazzo che rappresentano la continuazione di un’indagine sui videomaker italiani più giovani ormai inatto a Pesaro da diversi anni. Il percorso della loro produzione, ancora in fieri, così come la loro diversità di approccio, propone considerazioni e problematiche dei linguaggi cinematografici più tradizionali a confronto con le risorse delle nuove tecnologie digitali. Caccia ci offre un percorso personale all’interno del documentario difforme dall’omologazione comunicativa imperante negli ultimi anni in questo genere; mentre Matarazzo procede nel segno della cifra pittorica, lavorando sull’interazione con la musica e il morphing delle immagini come del senso.

A cura di Vito Zagarrio, il 20° Evento Speciale, in colla-borazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, è consacrato a una mappatura degli esordienti del cinema italiano del terzo millennio. Una cinematografia questa, spesso bistrattata, ma che grazie a uno sguardo organico d’insieme dimo-stra una forza e una vitalità sottovalutate. Insieme ad autori già consolidati come Paolo Sorrentino, Vincenzo Marra, Daniele Gaglianone, Genovese e Miniero, Daniele Vicari, Eros Puglielli, Saverio Costanzo, Alex Infascelli, la retrospettiva vuole segnalare i lavori di altri cineasti che, invece, ancora non hanno trovato una loro giusta dimensione critica. E per concludere un cenno alla nostra sezione a concorso, il “ Pesaro Nuovo Cinema - Premio Lino Miccichè” istituito l’anno scorso e dotato di 5.000 Euro, dove si intende dare conto con opere prime e seconde, provenienti da otto diversi paesi europei ed extraeuropei, delle nuove tendenze internazionali nel campo della fiction e non. Una giuria composta da Paolo Virzì, Jasmine Trinca e Roberto Silvestri sceglierà il vincitore mentre il “Premio del pubblico” verrà assegnato al migliore dei film presentati “open air” nella piazza principale di Pesaro - un sezione che nella presente edizione si lega in modo peculiare al cinema italiano e argentino.

Che altro ancora aggiungere, se non augurare a tutti i nostri ospiti e spettatori il rituale augurio di “Buon Festival”.

visita il sito ufficiale della Mostra

PROGRAMMA TEATRO SPERIMENTALE SALA 1 - SALA 2 E CINEMA IN PIAZZA
SABATO 24 GIUGNO 2006
TEATRO SPERIMENTALE

15,30

CINEMA ARGENTINO CONTEMPORANEO Historias breves di autori vari, Argentina, 1996, 103’

17,30

CONCORSO PNC Paha Maa/Frozen Land di Aku Louhimies, Finlandia, 2005, 130’

a seguire
incontro con l’autore

21,30

RETROSPETTIVA PERE PORTABELLA
No compteu amb els dits, Spagna, 1967, 26’
Nocturn 29, Spagna, 1968, 83’

23,30

FILIPINO DIGITAL
Haus of Sing di Roxlee, Filippine, 2005, 75’
Lizard di Roxlee, Filippine, 1987, 17’
Batumbuhay/Liverock di Roxlee, Filippine, 2003, 18’
Ghost of Roker Janis di Roxlee, Filippine, 2005, 5’
Juan Kaliwa (Left Turn) di Roxlee, Filippine, 2005, 15’

21,45 CINEMA IN PIAZZA

FOCUS ON INDEPENDENT US DOCS
Grand Luncheonette di Peter Sillen, USA, 2004, 4’ - Alla presenza del regista
Derecho de familia di Daniel Burman, Argentina/Spagna, 2006, 102’

DOMENICA 25 GIUGNO 2006
TEATRO SPERIMENTALE

10,00

CINEMA ARGENTINO CONTEMPORANEO
La mecha di Raúl Perrone, Argentina, 2003, 73’

11,15

FOCUS ON INDEPENDENT US DOCS
Ears open, eyeballs click di Canaan Brumley, USA, 2005, 115’

15,00

FOCUS ON INDEPENDENT US DOCS
My Country, my Country di Laura Poitras, USA, 2006, 90’

16,45

CONCORSO PNC Sehnsucht/Longing di Valeska Grisebach, Germania, 2005, 88’

a seguire
incontro con l’autrice

18,30

EVENTI SPECIALI Là-bas/Down There di Chantal Akerman, Francia/Belgio, 79’

a seguire
incontro con l’autrice


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