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60 volte Berlinale

Pubblicato il 11 febbraio 2010 da Antonio Valerio Spera


60 volte Berlinale

Il Festival di Berlino si accinge a festeggiare i suoi 60 anni con un’edizione che si preannuncia molto interessante. Ma nonostante l’aria di festa (il Festival abbraccerà tutta la città), l’anima della manifestazione sembra essere rimasta sempre la stessa: anche quest’anno infatti cinema sperimentale, indipendente e mainstream andranno a braccetto. Perché a Berlino conta la qualità, a prescindere da chi siede dietro la macchina da presa. Non solo cinema europeo ed americano, dunque, ma anche tanto cinema proveniente dal Sudamerica, dall’Oriente, dall’Africa. Quello di Berlino è forse il festival europeo dalla tendenza più ‘cinefila’, non solo perché ama riscoprire i capolavori del passato (l’evento di quest’anno sarà la proiezione di Metropolis di Fritz Lang al Friedrichstadtpalast), ma anche perché allarga lo sguardo su nuovi autori, dà visibilità a cinematografie lontane e desidera avvicinare lo spettatore ad universi artistici poco conosciuti. Tutto questo senza dimenticarsi dei nomi importanti, dei grandi maestri, di quegli autori che hanno fatto e continuano a fare la storia della Settima Arte (vedi Scorsese, Yimou, Polanski) . Ma soprattutto è un Festival attento alle problematiche sociali, vicino al mondo femminile, sensibile nei confronti di difficili situazioni politiche internazionali.
Questo atteggiamento cosmopolita e variegato lo ritroviamo nella composizione della giuria. A presiederla sarà Werner Herzog e ad affiancarlo ci saranno ben quattro donne (una regista e tre attrici, Francesca Comencini, Reneè Zellweger, Yu Nan e Corneli Froboess), lo scrittore africano Nuruddin Farah e il produttore Josè Maria Morales. I sette giurati sono chiamati a giudicare i 20 film del Concorso. Fuori competizione Scorsese e Di Caprio con Shutter Island, tra i film che si contendono l’Orso d’Oro spiccano l’attesissimo The Ghost Writer, ultima fatica di Roman Polansky con Ewan McGregor e Pierce Brosnan, l’americano Greenberg con Ben Stiller, Mammuth, che vede protagonisti due miti del cinema francese come Gerard Depardieu e Isabelle Adjani, l’ultimo Zhang Yimou, Submarino del danese Thomas Vinterberg e The Killer Inside Me di Michael Winterbottom con Casey Affleck e Kate Hudson. Ad aprire le danze sarà il cinese Wang Quan’an (già vincitore dell’Orso d’Oro con Il matrimonio di Tuya) con Apart Together. E se i film tedeschi in competizione sono ben 6 (comprese anche le coproduzioni), gli italiani stanno a guardare dalle sezioni collaterali. La bocca del lupo, forte della vittoria a Torino, arriva nella sezione Forum, Due vite per caso del debuttante Alessandro Aronadio e Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek (con Scamarcio, Preziosi e Fantaschini) vengono presentati in Panorama, Luca Guadagnino con il suo Io sono l’amore, già visto negli Orizzonti veneziani, è presente nella sezione Culinary Cinema, La pivellina di Tizza Covi e Rainer Frimmel, passato alla Quinzaine di Cannes e vittorioso alla Mostra del Cinema di Pesaro, è stato inserito in Generation Kplus, ed infine Cosa voglio di più di Silvio Soldini fa parte della sezione Berlinale Special Gala.
Anche se nell’importante 60° anniversario nessun italiano potrà portarsi a casa l’Orso d’Oro, la speranza è che questa edizione potrà essere ricordata a lungo. Buon compleanno Berlinale. E che i festeggiamenti abbiano inizio.


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