Agente matrimoniale

’La solitudine è una risorsa di mercato’ commenta galvanizzato il furbo Filippo Patuzzi, giunto a Milano per coinvolgere in un progetto di lavoro l’onesto e mite Giovanni Maimone, giovane disoccupato allergico al mammismo e all’assenza di regole della sua Sicilia. L’agenzia matrimoniale è il luogo d’incontro delle anime solitarie o di quelle sventurate: è facile ricavare un business dai limiti e dall’infelicità delle persone; il cinico Filippo ne sa qualcosa e vorrebbe plagiare, o meglio, plasmare a sua immagine e somiglianza l’amico Giovanni, ancora illuminato da anacronistici valori. ’Il metodo Cyrano’ getta le sue fondamenta sul culto ossessivo dell’apparire, della spersonalizzazione, della maschera e della menzogna: i clienti sono costretti a costruirsi un’identità parallela per rispondere alle esigenze egoistiche di potenziali partner tristi e disperati. Giovanni, dapprima per necessità, poi per interesse, sperimenta l’esperienza dell’interpretazione di un ruolo per ottenere la conferma di una certezza sociale; quando, però, subentreranno i sentimenti, le tecniche del raggiro operate dalla metodologia Cyrano emergeranno in tutta la loro impietosa meschinità.
Più o meno consapevolmente, le commedie italiane contemporanee divengono gelide spie della crisi d’identità e valori dell’attuale società: da questo punto di vista anche questo film presenta interessanti spunti di riflessione sulla condizione morale e culturale dei giovani trentenni umiliati dall’assenza di gratificanti occupazioni lavorative e inappagati dalle loro relazioni interpersonali.
E’ pur vero però che al di là degli intenti – che comunque danno adito a letture sociologiche di un qualche rilievo – i buoni propositi rimangono tutti in potenza e non si concretizzano mai in opere che lascino il minimo segno autoriale e che riescano veramente a graffiare per la carica provocatoria che portano in sé. Le commedie nostrane si limitano a riprodurre, senza giudizi analitici e senza troppe edulcorazioni, il contesto culturale in cui vengono ambientate le loro storie, rimanendo alle soglie di un anonimo descrittivismo di maniera.
Anche quando si sollevano questioni universali, come il significato della solitudine per l’individuo del XXI secolo, tematica centrale di Agente Matrimoniale, si sfiorano soltanto alcuni livelli del problema, che non generano mai soggetti realmente originali.
Nello specifico, il tessuto narrativo è assai fragile e farraginoso, le situazioni comiche banali e noiose, i dialoghi spesso scadenti e poco cinematografici. Ma il difetto peggiore consiste nell’ incapacità a rischiare. Un film moralista che aveva puntato sul cinismo, un buonismo di fondo che rende la tensione drammaturgica assolutamente impalpabile, in una parola: una scommessa persa.
(Agente matrimoniale) Regia, soggetto e sceneggiatura: Christian Bisceglia; fotografia: Duccio Cimatti; montaggio: Antonio Siciliano; scenografia: Emilio Balzelli; costumi: Isabel Cailloud; musiche: Mario Venuti; interpreti: Corrado Fortuna (Giovanni Maimone), Nicola Savino (Filippo Patuzzi), Elena Bouryka (Aurora), Ninni Bruschetta (Mimmo Nunnari), Maura Leone (Carmen), Elisa Sciuto (Desirèe); produzione: EleonoraGiorgi, Massimo Ciavarro per Dharma Tre, Rai Cinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia 2007; durata: 1h 40’
