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Agente Smart – Casino totale

Pubblicato il 9 luglio 2008 da Marco Di Cesare


Agente Smart – Casino totale

Stanley Kubrick, durante una intervista rilasciata a Michel Ciment nel 1972, affermò che «Non ci sono prove che la violenza nei film o alla televisione provochi violenza sociale. [...] Quindi, non accetto tale connessione casuale vita-cinema. Anche supponendo che ci fosse, direi che il tipo di violenza che potrebbe causare un impulso imitativo è quello ’divertente’: la violenza che vediamo nei film di James Bond o nei cartoons di Tom e Jerry. Violenza irrealistica, igienizzata, presentata in modo burlesco... ma son convinto che neanche questo ha davvero un effetto».
Di certo negli anni della Guerra Fredda, anni di un Boom anche economico, vi era la necessità che il mondo dello spettacolo cine-televisivo trovasse una strada per ridere e far ridere di miti ed eroi di quei tempi, per esorcizzare con vera efficacia la violenza reale, esecrabile igiene del mondo: come nel caso della famosa serie tv Get Smart scritta da Mel Brooks e Buck Henry, la quale nella seconda metà degli anni Sessanta ridicolizzò il superomismo bondiano.

Quaranta anni dopo la situazione non sembra essere troppo cambiata: sempre un mondo diviso, comunque sull’orlo di una continua tensione post 11 settembre. E, forse, non è ancora venuto meno il desiderio di divertirsi, con gusto, coma sta a dimostrare Agente Smart – Casino totale, splendida commedia d’azione che rappresenta un vero e proprio prequel della serie tv, oltre che un prodotto degnissimo per la vastità della sala cinematografica, legato all’opera primigenia ma, allo stesso tempo, dotato di una sua personale autonomia. Primo attore è Maxwell Smart (un ottimo Steve Carell), fondamentale analista di CONTROL, segretissima agenzia di spionaggio statunitense, uomo di mezza età che da tempo nutre il sogno di divenire agente operativo, per poter finalmente lavorare a fianco del suo idolo, ossia il fichissimo Agente 23 (Dwayne Johnson, aka ’The Rock’). La sua occasione giungerà quando il quartier generale verrà attaccato dall’organizzazione criminale conosciuta come KAOS, la quale vuol ricattare il mondo dietro la minaccia di radere al suolo qualche città attraverso un bel fungo atomico. Intanto l’identità degli agenti di CONTROL è compromessa, per cui il Capo (Alan Arkin) si vedrà costretto ad affidare la missione al signor Smart, che dovrà fare coppia con l’esperta Agente 99 (Anne Hathaway).

Sempre il mondo sull’orlo del baratro nucleare, come negli anni del Boom: dal James Bond di Operazione Thunderball alla gioiosa e dolorosa satira de Il Dottor Stranamore. Ma per chi non può smettere di aver paura, per chi proprio non riesce ad amarla, quella stramaledetta bomba, c’è gente come Maxwell Smart, protagonista di un film (il cui sottotitolo originale recita ’Saving the World... and Loving it’) che è un piccolo gioiello di equilibrismo tra comicità slapstick e battute al fulmicotone, tra gesto e parola, tra realismo e lieve cartoonismo, perfetto punto di incontro tra Caos e Controllo, seguendo la linea tracciata da una sinusoide dove ad ogni lieve gola seguono vette elevate, sulle quali si possono sentire i benefici effetti di risate capaci di scuotere e rallegrare il corpo con violenza (e quando tutto diventa troppo serio, subito con arguzia il tono ridiventa umoristico). Senza alcuna volgarità, però: tranne che in un divertente e isolato caso che sembra voler richiamare il secondo episodio de Una pallottola spuntata (e il regista Peter Segal esordì con Una pallottola spuntata 33 1/3 – L’insulto finale). Nessuna volgarità esplicita - nessun parodistico Austin Powers dunque - perché qui ciò che conta è il sentimento e la volontà di essere riconosciuti dall’altro e dagli altri in quanto individui, al fine di raggiungere la pienezza del singolo, unità che è somma di dualità. Prova ne sono i continui binomi che si propongono lungo il film: Smart, topo di biblioteca preso in giro dai bulli dell’agenzia, che utilizza un metodo diverso per riuscire a carpire informazioni sul nemico, ossia attraverso una maggiore empatia col significato del termine ’essere umano’. Smart alla ricerca sia di figure ideali che di persone: l’anziano Capo, il coetaneo e vincente Agente 23, e la Donna (qui prodotto dell’unione delle cosiddette ’femminilità’ e ’mascolinità’). Amore, quindi, e non Stranamore: vicinanza o, almeno, il tentativo di raggiungerla, e non opposizione tra individui (assai più rintracciabile nei membri della KAOS, in primis tra Siegfried - Terence Stamp e il braccio destro Shtarker - Ken Davitian). Per questo è ancora possibile salvarsi. Come se veramente ci fosse ’un essere’ dietro ’il fare’ (come rappresentato dal gustoso cameo di Bill Murray, agente travestito da albero), in mezzo ai sospetti e ai doppi giochi che regnano nel mondo delle spie: e questo sì che è un attacco all’American way of life e alla sua finzione che diviene unica realtà. E, in effetti, neanche mancano i riferimenti satirici, a tratti anche graffianti, alla situazione politica odierna: a cominciare dalla fanciullesca, stolta e inadeguata figura del Presidente degli Stati Uniti (James Caan), fino alla descrizione della grottesca e snervante situazione in cui può trovarsi il malcapitato che ha deciso di volare con una compagnia americana (e qui l’ormai promettente Segal fa il verso al suo Terapia d’urto, film con Adam Sandler e Jack Nicholson).
Continue citazioni inserite in una sceneggiatura e in una regia che divengono un raffinato strumento di (ri)dicitura cinematografica, base per un film che ha mostrato come si possa raggiungere la quadratura del cerchio, fondendo classicità e modernità, attraverso una superficie che non è da sottovalutare.


CAST & CREDITS

(Get Smart); Regia: Peter Segal; soggetto: Mel Brooks e Buck Henry (serie Tv), Tom J. Astle e Matt Ember; sceneggiatura: Tom J. Astle e Matt Ember; fotografia: Dean Semler; montaggio: Richard Pearson; musica: Trevor Rabin; scenografia: Wynn Thomas; costumi: Deborah Lynn Scott; interpreti: Steve Carell (Maxwell Smart), Anne Hathaway (Agente 99), Alan Arkin (Il Capo della CONTROL), Terence Stamp (Siegfried), Dwayne Johnson (Agente 23 ), Ken Davitian (Shtarker), James Caan (Il Presidente), Bill Murray (Agente 13); produzione: Callahan Filmworks, Mad Chance, Mosaic Media Group, Village Roadshow Pictures; distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia; origine: U.S.A. 2008; durata: 110’; web info: sito italiano.


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