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Tra i confini di un’era - Alessio Bonomo unisce grandi artisti nel segno del passaggio epocale

Pubblicato il 31 ottobre 2015 da Monia Manzo


Tra i confini di un'era - Alessio Bonomo unisce grandi artisti nel segno del passaggio epocale

Quello di Alessio Bonomo è stato un vero proprio fenomeno artistico collettivo, seppur tenuto insieme da una originaria ed unitaria visione progettuale e di presentazione del suo ultimo disco che dà il nome alla serata: Incontri ai confini di un’era.
Serata visionaria, onirica, tanto da sfociare spesso in una realtà paradossale ma vicina, concreta, e oramai talmente ricorrente nelle sue manifestazioni più contorte, tanto da essere riconosciuta come regolare, addirittura scontata seppur incomprensibile.
In verità non c’è nulla di ordinario, bilanciato, sano nel panorama sociale, economico e politico di questa nostra era: è questo ciò che Alessio Bonomo assieme a molti importanti ospiti ha voluto rimarcare attraverso interpretazioni di suoi testi, di duetti con l’amico e grande artista Neri Marcorè, Momo (Simona Cipollone) oppure dando spazio al virtuosismo di due fondamentali componenti degli Avion Travel come Mesolella e Spinetti, per non parlare poi della portentosa voce di Alessandro Haber padrone assoluto del palco e della scena.
Il pubblico è rimasto colpito dalle parole che questo nostro artista ha dedicato ad Alessio Bonomo, infatti in un atto di spontanea generosità è stato definito dal nostro attore un "poeta" puro, ingenuo e prezioso, da valorizzare, visto che finora è rimasto volutamente fuori da certi meccanismi che danno il successo ma non la bellezza dell’arte. Non è un caso che la reticenza di Bonomo nel volere partecipare ad alcuni processi, sia stata individuata da un artista che lo conosce bene come Haber, viste le numerose collaborazioni; è proprio la coerenza bonomiana il fulcro su cui ruota tutto lo spettacolo, in cui altri partecipanti come Pilar, si sono spontaneamente inseriti; perché il passaggio epocale che stiamo vivendo, non sia solo uno scenario lontano pieno di avvenimenti sconvolgenti, violenti, assurdi, ma possa diventare un nuovo teatro in cui gli attori siano tutti gli uomini, che meriterebbero di riprendersi in mano le proprie esistenze: amore, vita, gioia, dolore non snaturate dalla continua finzione di un mondo ai confini di un’epoca.



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