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Aiuto vampiro

Pubblicato il 9 maggio 2010 da Alessandro Izzi
VOTO:


Aiuto vampiro

I vampiri non sono più infimi succhiasangue.
Buffy prima, Twilight poi hanno sdoganato la figura del mastro zannuto e l’hanno trasformata in un teen ager complessato che affronta il suo sentirsi diverso sull’orlo di una fossa.
Amleto, da quella buca in attesa del cadavere ci tirava fuori teschi e riflessioni sul senso della vita, le quattordicenni del nuovo millennio preferiscono scorgerci dentro solo quelle apostrofi rosa che il destino pone tra la t e la voce del verbo amare coniugata all’infinito di chi muore solo se un paletto gli trafigge il cuore.
Il vampiro, meglio se griffato, s’è fatto cool, trendy, ironicamente emo. La figura pallida del giustiziere della notte s’è lasciata un po’ indietro i brividi dell’erotismo più estremo e s’è cullata nel languore dei baci di mezzanotte, sotto la luna, con le zanne che se ne restano nell’alveo gengivale in mezzo agli altri denti. I ragazzi leggono tutto quel che c’è da sapere sul vampiro sui libri in biblioteca o (allegra variante) su Internet. Sognano di diventare mostri a loro volta visto che già ci si sentono un poco dal momento che gli ormoni ballano, le cotte sono confuse e la paura di quel corpo che gli cambia nottetempo se la portano dentro ad ogni sonno.
In questo modo la storia di dannazione s’è ingentilita sotto i languori di un Romeo e Giulietta che è tutto scene del balcone e poco faida tra famiglia. Tra una profferta d’amore eterno ed un bacio rubato dietro la maschera, i nuovi vampiri dimenticano che l’ora di cena passa in fretta.
Ecco allora che si affacciano sulla scena i vampiri vegetariani (che cavano solo sangue dalle rape), vampiri animalisti (che suggono solo dalle gole di topi o randagi rendendo un servizio alla società che li impalerebbe volentieri se solo ne avesse l’occasione) o vampiri pacifisti (che bevono il sangue, ma senza uccidere le vittime).
In Aiuto vampiro la specie mostruosa è divisa all’interno: da una parte i vampiri buoni che bevono dalle spalle dei malcapitati di turno, dall’altra i cattivi che prima spezzano il collo delle loro prede e poi chiedono scusa.
Tra le due razze sussiste una tregua centenaria dopo anni di lotta, manco a dirlo: all’ultimo sangue.
Darren, giovane sedicenne che vede profilarsi davanti un futuro grigio di ex-studente frustrato, ci si trova in mezzo senza neanche capire perché. Accetta la vampirizzazione per salvare un amico da morte certa, ma non ne capisce sino in fondo le implicazioni.
Ha un suo mentore che è un vampiro più vecchio profondamente disilluso dalla non vita e va a vivere in un circo, con una banda di freaks che aggiorna Browning al mondo degli effetti digitali.
Quel che c’è di buono in Aiuto vampiro è il gusto grottesco che qua e là ti azzecca scene da urlo come quella del giovane protagonista che inganna l’attesa della sua resurrezione notturna giocando, nella bara, col cellulare. Ed è piacevole anche il modo con cui gli archetipi della commedia adolescenziale (e il regista viene dai primi, migliori American pie) ribaltandoli in una chiave ironica che affonda le sue radici nel fantasy.
Il problema sta altrove: nella fantasia dark un po’ troppo addomesticata, nella mancanza di contrasti netti che ci diano il senso vero della guerra in atto e nell’eccessiva semplicità di certe soluzioni narrative.
Aiuto vampiro te lo vedi con un piacere che si inframmezza a sbadigli da deja-vu. E se non si può negare che i giovani protagonisti abbiano una loro ragion d’essere, non di meno si rimpiange la mancanza di un asse narrativo forte.
Il lato ironico alla About a boy ci sta, manca il visionario alla Tim Burton, manca, come sempre nei film sui vampiri di nuova generazione, l’orrore.


CAST & CREDITS

(Cirque du Freak: The Vampire’s Assistant); Regia: Paul Weitz; sceneggiatura: Paul Weitz e Brian Helgeland; fotografia: J. Michael Muro; montaggio: Leslie Jones; musica: Stephen Trask; interpreti: John C. Reilly, Josh Hutcherson, Salma Hayek, Willem Dafoe, Jane Krakowski, Patrick Fugit, Ray Stevenson, Kristen Schaal, Chris Massoglia, Ken Watanabe, Orlando Jones; produzione: Donners’Company, Universal Pictures, Depth of Field Productions; distribuzione: UIP; origine: USA, 2009; durata: 109’


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