AL VERTICE DELLA TENSIONE

Dei terroristi neo-nazisti acquistano una testata nucleare inesplosa (fu lanciata dagli americani all’inizio degli anni ’70 in Afghanistan) per compiere un attentato al Presidente degli USA e, facendo ricadere la colpa sulla Russia, innescare la terza guerra mondiale. Spetta all’agente Jack Ryan e al capo del controspionaggio William Cabot sventare questa minaccia.
Tratto dal romanzo Paura senza limiti scritto da Tom Clancy nel 1991, questo profetico film vede l’esordio nei panni di un Ryan alle prime armi di Ben Affleck (lo stesso physique du rôle appesantito di Alec Baldwin e Harrison Ford) questa volta aiutato da uno strepitoso Morgan Freeman che, nei panni del direttore della CIA William Cabot, si conferma uno dei più grandi attori in circolazione. La trama, che un tempo si sarebbe definita solo futuribile, è ben congegnata con una successione di location e di lingue (è ambientato in almeno 5 stati diversi), con personaggi che fanno il doppio gioco, con ottime scene d’azione, con l’uso abbondante di effetti speciali e di armi ultratecnologiche (tra cui aerei ed elicotteri prestati dall’esercito e dai marines americani): insomma tutto l’armamentario necessario ad un blockbuster di spionaggio internazionale. Ma questa volta ci sono degli elementi che rendono Al vertice della tensione unico: innanzitutto una esplosione atomica, durante una partita di football americano, che distrugge Baltimora e ferisce gravemente il presidente americano, mette di fronte agli occhi degli spettatori la tragedia di appena un anno fa: una scena di forte impatto psicologico e di agghiacciante realismo.Secondariamente, il coinvolgimento diretto di molti organi ufficiali della politica statunitense, tra cui il Pentagono, la Casa Bianca, l’Aviazione e la CIA (la scenografia ha riprodotto esattamente tutti luoghi “proibiti”), ha reso questa pellicola assolutamente verosimile ed attendibile nella ricostruzione delle azioni militari e nel modus operandi delle situazioni d’emergenza.Infine, per la prima volta, c’è un accenno di autocritica, di riflessione, per la politica invasiva e prepotente che gli USA hanno spesso adottato nei confronti di alcuni stati mediorientali: non a caso la bomba che esploderà su Baltimora risulterà essere stata da loro stessi fabbricata. Al vertice della tensione, girato in Canada dal febbraio al giugno del 2001, è bene ricordarlo, si avvale dell’apporto di ottimi caratteristi come James Cromwell (il Presidente), Philip Baker Hall (Segretario alla Difesa) e Ron Rifkin ( Segretario di Stato), e di una coinvolgente colonna sonora, con un lirico preludio iniziale, composta dal veterano Jerry Goldsmith. Il regista Phil Alden Robinson, candidato all’Oscar per la sceneggiatura de L’uomo dei sogni, sfodera una messa in scena molto professionale.
Agosto 2002
(The sum of all fears)
regia: Phil Alden Robinson sceneggiatura: Paul Attanasio, Daniel Pyne fotografia: John Lindley montaggio: Neil Travis musica: Jerry Goldsmith interpreti: Ben Affleck, Morgan Freeman, James Cromwell, Philip Baker Hall produzione: Mace Neufeld origine: USA durata: 124’ distribuzione: UIP web info: sito ufficiale
