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ALIEN AUTOPSY - UNA STORIA VERA

Pubblicato il 29 agosto 2006 da Marco Di Cesare


ALIEN AUTOPSY - UNA STORIA VERA

Un film può ben essere un gioco, poiché esiste in quanto difficile equilibrismo fra i due mondi che ne delimitano l’esistenza: la realtà e la finzione. Ma quando ci troviamo di fronte a una commedia, il gioco può diventare burla. E una burla colossale è quella che ci viene raccontata da Alien Autopsy: una (forse) libera interpretazione di un fatto (forse) realmente accaduto.

Roswell, New Mexico, luglio 1947. L’esercito americano afferma di avere trovato un oggetto volante non identificato; ritratterà tutto poche ore dopo. Questa è la Storia appurata.
Giorni nostri. Il regista americano Morgan Banner (Bill Pullman) viene invitato negli uffici di un produttore per ascoltare le parole di due uomini che vogliono rivelargli un segreto scottante, capace di cambiare la percezione del nostro essere nell’universo.
Londra, 1995. Ray Santilli (Declan Donnelly) e Gary Schoefield (Anthony McPartlin) sono due giovani, amici di lunga data. I due volano a Cleveland, per incontrare un tale Harvey (Harry Dean Stanton), collezionista di filmati rari. Harvey afferma di essere stato cineoperatore nell’esercito e di possedere una ripresa scioccante, della quale mostra a Ray un breve spezzone. Venderà il materiale al prezzo di 30.000$. Lo squattrinato Ray è costretto a chiedere aiuto al narcotrafficante russo Voros (Götz Otto), follemente interessato ai cerchi nel grano e a quanto altro non provenga dal nostro mondo, in cambio della cessione del 50% dei diritti di sfruttamento commerciale del film.
Purtoppo, una volta tornati a Londra, i nostri si accorgeranno che il filmato è stato completamente consunto dal tempo. Ai due non resterà che organizzare un’autopsia ex novo, al fine di evitare gli strali della vendetta di Voros. Fortunatamente, il boss cadrà nel tranello.
Ora Ray e Gary potranno mostrare la “loro” opera al mondo intero. Ma il successo planetario scatenerà l’interesse anche dei servizi segreti, americani e non.
E questa è la storia da appurare...

Alien Autopsy segna il debutto sul grande schermo del duo comico televisivo Ant&Dec, da anni ai vertici del gradimento del pubblico britannico. Positivo è l’aspetto secondo il quale i due hanno inteso lavorare in un’opera cinematografica che non parlasse il linguaggio televisivo, e che non sembrasse altresì costituire solamente un loro ulteriore veicolo promozionale. Motivo per cui Alien Autopsy presenta, se non proprio un’armonia fra le sue parti, almeno un certo equilibrio: quel che conta non è la battuta fine a se stessa, bensì la storia raccontata, sulla quale non deve prevalere la fama dei due attori.
Semmai Alien Autopsy è un motivo in più perché si parli nuovamente del documentarista inglese Ray Santilli, a dieci anni di distanza dal suo scioccante filmato, quando il mondo intero sembrava essersi dimenticato di lui e della sua opera, perché ormai considerata come un falso.

Interessante può risultare il gioco vero-falso che sottende l’intero film. Lo sceneggiatore William Davies, l’intermediario tra i due bari e il pubblico, compare nel film sotto le spoglie del regista Banner, a sottolineare ancora maggiormente la forza dell’enunciazione filmica, che con sé porta sempre veridicità e sospensione dell’incredulità. E nei titoli di coda compaiono i veri Ray e Gary, a porre il loro proprio marchio di verità a quanto è stato espresso lungo il film.
Un filmato che è la copia, rifatta a memoria, di un altro (forse) autenticamente "reale"; questa indeterminatezza tra veritiero e fasullo da sempre contraddistingue lo statuto di esistenza di qualunque prodotto audiovisivo: né vero, né falso; semmai credibile o non plausibile.
Eppure tali premesse, anche degne di nota, non risultano altro che dei pretesti per dare vita a un film scacciapensieri, il quale, però, sotto questo punto di vista, risulta almeno essere in armonia coi toni burleschi della reale vicenda di Ray Santilli e Gary Schoefield. Con tutto il rispetto che si può nutrire verso la commedia, questa mal si adatta al tono simil-documentaristico che regna sovrano lungo la prima parte del film: motivo per cui Alien Autopsy risulta essere un’opera tuttaltro che compiutamente espressa. E’ un peccato che una simile "sconvolgente" rivelazione sia stata annegata in un film abbastanza banale, tanto da non permetterci di comprendere, fino in fondo, l’utilità e la pregnanza di una tale operazione. Questo è accaduto probabilmente perché la cultura britannica non soffre di paranoiche manie di persecuzione e non è irresistibilmente attratta dalle teorie sulla cospirazione: di certo un film americano, hollywoodiano e non, sarebbe stato ben lontano dal britannicissimo humour, a tratti un po’ troppo fine a se stesso, che pervade Alien Autopsy.

(Alien Autopsy) Regia: Jonny Campbell; soggetto e sceneggiatura: William Davies; fotografia: Simon Chaudoir; montaggio: Oral Norrie Ottey; musica: Murray Gold; scenografia: Grenville Horner; costumi: Rhona Russell; interpreti: Declan Donnelly (Ray Santilli), Anthony McPartlin (Gary Shoefield), Harry Dean Stanton (Harvey), Götz Otto (Voros), Bill Pullman (Morgan Banner); produzione: Fragile Films, Qwerty Films, Warner Bros. Pictures; distribuzione: Warner Bros.; origine: Gran Bretagna 2006; durata: 95’; web info: sito italiano

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