ANCHE LIBERO VA BENE

Kim Rossi Stuart debutta alla regia con un film che rivitalizza il cinema italiano; dopo tante “inutili muccinate” ecco una storia drammatica, ma mai mélo, con dei personaggi veri e un efficace equilibrio stilistico.
Anche libero va bene è la storia di una famiglia e della sua difficoltà a vivere in maniera dignitosa: Renato (Kim Rossi Stuart) è un personaggio complicato, attraverso le sue frequenti manifestazioni d’ira è facile scorgere un individuo teso all’immagine di forza assoluta, sempre estremo nei suoi atteggiamenti, un uomo che non si preoccupa delle conseguenze del suo comportamento e rimane rigorosamente uguale a se stesso. Malgrado la sua determinazione, una continua sensazione di fragilità pervade il suo animo fino a farlo precipitare nel baratro della disperazione.
Il figlio Tommi (Alessandro Morace) è l’alter ego di Renato: un bambino introverso, silenzioso ed incredibilmente sensibile. A differenza del padre, affronta con estrema lucidità e consapevolezza la situazione drammatica in cui la famiglia versa e come nel suo gioco preferito (salire sul tetto della propria casa per spiare e fare scherzi ai vicini) Tommi osserva dall’alto con l’occhio del narratore onnisciente che, pur sapendo non giudica, ma partecipa con commozione.
Il film racconta l’infanzia senza quella falsa retorica che, al contrario, spesso circonda questo periodo della vita; i bambini di Anche libero va bene sono piccoli uomini, commettono errori, spesso sono furbi e violenti con i più deboli, ma sono anche indifesi, emotivi.
L’universale contrapposizione Bene/Male tipica di una visione manichea è rifiutata in toto dal regista. Non ci sono né buoni né cattivi, ogni personaggio si porta dietro il suo vissuto problematico, la sua angoscia contingente e assoluta la sua voglia nonostante tutto di continuare ad avere fiducia.
Ciò che rende il film un’opera senz’altro riuscita è l’umanità dei personaggi: il confronto padre/figlio è spesso reso attraverso l’ausilio di scene volutamente esasperate dalle quale traspare un destino “Umano troppo Umano”.
La pellicola risulta essere strutturalmente equilibrata e questo è un gran pregio se si pensa all’intensità dell’argomento e ai dialoghi spesso aspri e disarmonici.
Kim Rossi Stuart evita i cliché e lascia che la macchina da presa esista in funzione del personaggio. Non ci sono movimenti di macchina particolareggiati, è un “film spiato” dichiara il regista.
Per la prima volta dopo molti anni in Italia esce un film che racconta una storia con crudo realismo. Quale aspirazione più alta in un momento in cui la finzione e l’assoluta banalità avanzano pressanti pretese?
Anche libero va bene viene distribuito con un numero di sessanta copie e fra pochi giorni debutterà anche nell’ambito internazionale: sarà presentato al prossimo Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.
(Anche libero va bene) Regia: Kim Rossi Stuart; soggetto e sceneggiatura: Linda Ferri, Federico Starnone, Francesco Giammusso, Kim Rossi Stuart;fotografia: Stefano Falivene; montaggio: Marco Spoletini; musica: Banda Osiris; scenografia: Stefano Giambanco; costumi: Sonu Mishra; interpreti: Kim Rossi Stuart (Renato), Alessandro Morace (Tommi), Barbora Bobulova (Stefania); produzione: Carlo Degli Esposti; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia; durata: 108’; web info: sito ufficiale
