Arac attack - Mostri a otto zampe

Cosa hanno in comune due pellicole a prima vista totalmente diverse come L’inconfutabile verità sui demoni (invisibile film di inizio estate) e Arac Attack? A prima vista assolutamente niente visto che il primo film non è altro che una riflessione (molto a basso costo, ma anche piuttosto risaputa) sui meccanismi della paura rivisti in una logica quasi antropologica, mentre il secondo cerca di essere una riproposizione ipertecnologica (con profluvio di effetti speciali) degli stilemi dei vecchi film di fantascienza anni ’50. Eppure i due film hanno molto in comune, sia per quel che riguarda meri “dati anagrafici” (anche se Arac Attack è un film di capitali e ambientazioni americani, i registi di entrambe le opere sono neozelandesi), sia, soprattutto, per inaspettate consonanze stilistiche che derivano da una comune idea di cinema. Lo spirito iconoclasta delle due pellicole, infatti, nasconde, tra le pieghe dei rispettivi racconti, un comune bisogno di avviare una riflessione, in entrambi i casi profondamente venata di auto ironia, sul senso ultimo dello spettacolo e sulla sua capacità di farsi veicolo di significati e valori “etici”. Nel caso di L’inconfutabile verità sui demoni la volontà di una riflessione non superficiale sulla funzione antropologica della paura conduce ad un racconto spesso faticoso, ma densissimo di riferimenti a certo cinema horror anni ’80 (il Cronemberg di Videodrome e Brood su tutti) in cui la ricerca di un preciso contenuto rimanda ad una ben chiara (e molto classica) idea di autorialità. Per Arac Attack, invece, il tutto si esaurisce in una brillante girandola di riferimenti cinefili: un gioco gratuito, certo, ma, a tratti, irresistibile. Entrambe le pellicole, comunque, rimandano ad una concezione molto post moderna dello spettacolo cinematografico. Sia che si vada alla ricerca di un discorso impegnato, sia che ci si orienti verso un perfetto meccanismo ludico, l’intuizione che, in fondo, il cinema altro non sia che una palestra per argute variazioni di quanto già detto/visto resta centrale in entrambi gli autori ed in entrambi i risultati estetici. Arac Attack, in particolare, è la perfetta sintesi di un’idea di Cinema come Fuoco d’artificio, come sfoggio virtuosistico di ritmi e racconti, in cui tutto tende verso una precisa ridefinizione del concetto di Immagine e di Messa in immagine del mondo. Anche laddove Arac Attack abbandona i lidi del puro e “semplice spettacolo per gli occhi” per cercare specifiche riflessioni sociologiche, l’idea post moderna resta sempre centrale. Sicché il discorso sulle derive della società consumistica (la metafora del supermercato nel deserto) ritrova la stessa dinamica narrativa di un classico come Zombie di Romero dove i pochi sopravvissuti all’assalto degli invasori si rifugiano, appunto, in un supermercato dove divengono, essenzialmente, altra merce in vetrina. Quello che salva Arac Attack dall’essere un gratuito esercizio di stile è, oltre ad una notevole padronanza del mezzo, l’invasiva ironia che permea ogni singola sequenza e che dona al racconto (godibilissimo) quella scanzonata aria da mai banale divertissment. Ma il film, soprattutto se messo a contatto con L’inconfutabile verità sui demoni, è soprattutto la storia, triste nella sua ironia, di tutto il cinema neozelandese che, a fronte delle sue quattro pellicole annue, stenta sempre a vivere di vita propria. Cresciuto sotto l’ombra delle produzioni americane (sempre citate con ironia mordace in tutte le pellicole) questo cinema è, per gli stessi americani, una sorta di grande vivaio di talenti. I pochi registi che sfondano, con un improvviso ed inaspettato successo, vengono subito irretiti nella tela delle produzioni statunitensi dove la loro abilità è presto soffocata dalla routine. Gli altri sono condannati ad un progressivo silenzio. Un peccato, dato che la loro posizione privilegiata, ai margini dell’Impero/industria, consente sempre uno sguardo critico ed originale sul Cinema. Per ora solo Peter Jackson è riuscito a portare capitali e produzioni di rispetto nella natia Nuova Zelanda e i risultati di questa operazione sono miracolosamente sotto gli occhi ammirati di tutti.
(Arac Attack); regia: Ellory Elkayem; sceneggiatura: Ellory Elkayem, Randy Kornfield, Jesse Alexander; fotografia: John S. Bartley; montaggio: David Siegel; musica: John Ottman, Rich Ragsdale; interpreti: David Arquette, Kari Wuhrer, Scott Terra, Scarlett Johansson, Doug E. Doug, Rick Overton, Leon Rippy, Matt Czuchry; produzione: Centropolis Entertainment, Electric Entertainment, NPV Entertainment, Village Roadshow Productions; origine: USA, 2001
[Agosto 2002]
