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Artisti italiani emergenti nella Grande Mela: Valentina Marino.

Pubblicato il 26 ottobre 2015 da Monia Manzo


Artisti italiani emergenti nella Grande Mela: Valentina Marino.

Molti dei nostri artisti vivono ormai nella Grande Mela, la redazione ha scovato un promettente talento che ha il nome Valentina Marino, la incontriamo in un ristorante canino di New York: The Barking Dog, dove ci divertiamo a scoprire la sua vita per niente monotona di musicista e cantante jazz.

Come e’ iniziato il tuo amore per la musica?
Sono cresciuta in una famiglia estremamente musicale tra zii e cugini chitarristi, pianisti e amanti del canto. Sin da bambina amavo saltare sui tavoli e improvvisare piccoli shows canori. Ho inziato a studiare pianoforte classico, poi da adolescente è scoppiato il mio amore per il jazz, ascoltando per la prima volta su un vinile i duetti di Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald. Sono stata letteralmente rapita dalle improvvisazioni di questi artisti straordinari, dai loro fraseggi, dalla freschezza e al tempo stesso dalla sofisticata eleganza del loro stile. Da li’ e’ nata la mia passione per l’universo jazz e l’inizio delle mie esplorazioni jazzistiche.

Cosa consigli ai giovani musicisti che vogliono iniziare un percorso musicale?
Innanzitutto nutrire costantemente ed in ogni modo l’ispirazione artistica, aprire tutti i canali della creazione musicale. Credere in se stessi, nel proprio talento e nella magia della musica come veicolo di espressione e di condivisione del sentire. Essere coraggiosi, intraprendenti, aperti, anche alle esperienze meno agevoli e alle cadute...cercare costantemente la propria aurenticità E consegnarla alla musica.

Hai viaggiato molto per poi giungere a NY. Perche’?
Mi sono sempre considerata una "musical gipsy", disposta ad approdare ovunque la Mia bussola musicale mi avesse indicato. Ho Iniziato a studiare jazz all’università Della musica senza poter purtroppo ultimare il percorso accademico intrapreso. Da li’ mi sono trasferita a Vienna dove ha preso più marcatamente forma la attività concertistica nel jazz. Da li’ il passo verso New York è stato breve e determinato. New York e’ l’epicentro mondiale del jazz. E’ una citta’ Che adoro, alla quale sono profondamente legata emotivamente Ed artisticamente. Sono arrivata qui per studiare e conseguire una Laurea in vocal jazz performance, concludendo gli Studi jazzistici Iniziati a Roma. nel mentre ho continuato a fare concerti e ad insegnare canto e pianoforte.

Cosa lasci e cosa ti porti del tuo paese?
Lascio senza rimpianti una Italia Che non offre più nulla alla musica e ai Musicisti. Lascio una Italia Che potrebbe essere straordinaria artisticamente e culturamente ma Che nella realta’ attuale e’ assolutamente deludente. Della Mia italianità porto a New York l’apertura al contatto umano, in tutte le forme in cui riesco a manifestarla, attraverso la Mia musica e nel vivere quotidiano.

Quali sono i tuoi progetti al momento?
Il mio debut album uscira’ alla fine di Ottobre. Una raccolta di standards e di pezzi originali Sui temi dell’amore, dei messaggi universali e dell’umano sentire. L’album si intitola PhiLovesophy (feel Love, so feel...) un gioco di parole Che sintetizza appunto I temi di cui sopra. Oltre all’album ho in progetto di continuare a nutrire il mio percorso artistico qui a New York come Cantante, cantautrice e Musicista. Continuare a scrivere canzoni e Condividere esperienze in musica con gli straordinari talenti Che si incontrano in questa straordinaria citta’. Fare concerti, iniziare a lavorare ad un secondo album!

Chi sono i tuoi riferimenti musicali?
Sono sempre stata una onnivora musicale e continuo ad esserlo, malgrado il jazz rappresenti la Mia grande passione, adoro tutta la Buona musica, dal rock all’elettronica, dalla classica al pop. I riferimenti sono Infiniti Ed è impossible elencarli tutti. Oggi, alla vigilia dell’album in uscita, ti rispondo di essere stata ispirata molto nella sua realizzazione da Coltrane Ed Hancock non solo per il loro genio musicale ma Anche per la loro forte spiritualità; da Chick Korea per il suo magnetismo; da Jobim per il suo cuore Infinito tradotto in armonie di bossa mozzafiato, da Chet Baker per il suo charm vocale e l’incanto Della sua tromba; da Bob Marley per la straordinaria serenità del suo reggae, poi Da David Bowie, Johni Mitchell, Abbey Lincoln, Peggy Lee per la loro Musica e le loro personalità unica. Sono stati tutti riferimenti preziosi in questo anno di creazione del mio primo disco.


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