ASTERIX E I VICHINGHI

È tornato. Dopo aver imitato Ercole nelle sue fatiche, dopo aver viaggiato in Egitto a costruir piramidi e in Bretagna a sconfiggere romani all’ora del tè, ora Asterix, il leggendario guerriero gallico, si trova alle prese con una nuova avventura: fronteggiare i Vichinghi tra i fiordi scandinavi.
Nel panorama del fumetto che si fa cinema, le avventure di questo piccolo combattente rappresentano una piacevole costante (questo è infatti il settimo lungometraggio animato in cui è protagonista) che coinvolge piccoli e grandi.
Sempre accompagnato dall’eterno ed enorme amico Obelix e dall’allegra brigata del suo villaggio invincibile, l’eroe saggio creato da René Goscinny e Albert Uderzo, si scontra con la modernità e le insicurezze delle nuove generazioni, ben rappresentate da Spaccaossix, nipote del capo del villaggio. Il ragazzo, accompagnato dal suo piccione viaggiatore che si chiama emblematicamente SMS (e come sennò?), viene mandato da suo padre nel villaggio gallico più rissoso e anti-romano della storia, per diventare un vero uomo. Il giovane ha molto feeling con le donne e con il ballo e molto poco con l’allenamento e la lotta, ma soprattutto gli manca completamente il coraggio.
Dall’altro lato del mare del nord intanto, un villaggio di Vichinghi è alla ricerca del campione della codardia (chiamata fifaf). Il capo del villaggio, Olaf Grandibaf, ha preso un po’ troppo alla lettera il detto secondo il quale la paura mette le ali ai piedi, e spera che questo campione della fifaf possa insegnare al suo popolo a volare. E chi se non Spaccaossix viene preso di mira? Immaginate il resto. A far girar la testa poi a Spaccaossix c’è anche la figlia di Grandibaf, Abba (chiaro riferimento al gruppo svedese), intraprendente e femminista.
Molta azione ma anche molti sentimenti, forse più che negli altri film della serie. Zuffe e scazzottate non mancano, ma a farla da padrone sono la voglia d’amore e di uguaglianza della giovane vichinga e la presa di coscienza e di coraggio del ragazzo gallico. I Vichinghi però funzionano meno come antagonisti dei Galli, sono decisamente meno simpatici dei Romani. Marginale è infatti il ruolo dei sudditi di Cesare, abituali ed esilaranti sparring partners, presenti solo in una breve sequenza di lotta.
Molto moderna la grafica. Se i personaggi sono ancora ben definiti dal disegno (ma anche loro sono stati a volte preda della tecnologia) i fondali, i panorami e i villaggi sono pesantemente modificati al computer: resta poco nel tratto e nel colore, del fascino dei primi film della saga. Le onde del mare, i colori della foresta, il bianco dei fiordi, tutto perfetto e tutto realizzato con le nuove tecnologie dell’animazione 3D.
Un lavoro notevole che dà decisamente maggiore qualità alle immagini, ma per questi personaggi che funzionano così bene da quarant’anni, era davvero necessario?
(Asterix et les Vikings) Regia: Stephan Fjeldmark e Jesper Moller; soggetto: René Goscinny e Albert Uderzo; sceneggiatura: Jean-Luc Goossens; montaggio: Guy Courtecuisse; musiche: Alexandre Azaria; interpreti: Sean Austin (Spaccaossix), Brad Garret (Obelix), Paul Giamatti (Asterix), Rachel Woods (Abba); produzione: M6 Studios; distribuzione: DNC entertainement; origine: Francia/Danimarca 2007; durata: 80’; web info: [www.screenweek.it/asterixeiv...]
