Avatar (Conferenza stampa)

Londra, 10/12/2009 - Il 10 dicembre James Cameron ed il cast di Avatar hanno tenuto la conferenza stampa a Londra, rispondendo alle prime domande sul film più atteso dell’anno. Il Noir in Festival di Courmayeur ha offerto la possibilità di seguire l’evento in diretta streaming. La conferenza è stata molto breve (solo 30 minuti) ed, oltre al regista, erano presenti gli attori Sigourney Weaver, Stephen Lang, Zoe Saldana, e Sam Worthington.
Un domanda per gli attori. La prima volta che avete visto il film, come vi siete sentiti?
Sigourney Weaver: Anch’io, come voi, l’ho visto ieri per la prima volta (il giorno prima c’era stata l’anteprima del film). Ciò che mi ha colpito di più è che James Cameron non ha usato gli effetti speciali come si fa solitamente, ma li ha usati anche per sottolineare emozioni. Il 3d nel film serve per vivere la storia molto di più. E questo mi sembra un risultato molto importante.
Zoe Saldana: Sto cercando ancora di trovare le parole. Ci vogliono giorni per trovare le parole che riescano ad esprimere certi sentimenti. Ogni inquadratura è di una qualità eccellente e riesce a completare la storia. La cosa straordinaria è che i personaggi sono reali e gli effetti speciali sono un completamento di questa realtà. Questa è la parte migliore che mi sia stata offerta e quando vedo il personaggio non vedo una figura digitale ma vedo me.
S.We.: Jim è talmente bravo nel casting: è stato grandioso che pensasse a me per me Grace. E credo che con quello che lui ci ha dato abbiamo potuto costruire dei personaggi reali, nonostante si presentino all’interno della cultura aliena.
Si è parlato di un sequel, sarebbe una storia nuova?
James Cameron: Quattro anni fa ho detto che avevo speso molti soldi e molte energie per creare un nuovo mondo. Milioni di dollari. Per cui potrebbe essere l’inizio di un saga. Ho già un’idea di come potrebbe svolgersi questa saga. Ma vediamo come va il film.
Stephen Lang, a quanto le è servita la sua esperienza teatrale per recitare in questo film?
Stephen Lang: Recitare è esprimere dei momenti autentici. Questo vuol dire avere una presenza sul palcoscenico. Avere una presenza teatrale mi ha dato un aiuto.
Il messaggio ecologico del film risulta evidente…
J.C.: Il messaggio è evidente, però è un messaggio meno intellettuale e più di sentimenti. Volevo che le persone sentissero il messaggio ambientalista e non solo un messaggio razionale. E’ un film d’avventura, è un film d’azione. Entrambe le cose possono funzionare. Volevo fare un film puramente di visione. In tutti gli Star Wars c’era un momento della storia in cui la fantascienza diventava un via di fuga. Ecco, io con Avatar volevo ritrovare queste radici della fantascienza.
Nel film abbiamo potuto apprezzare la differenza tra vedere e vedere davvero.
J.C.: Tutto quello che uno vede lo vede da dentro. Dobbiamo rimanere curiosi come i bambini. Dobbiamo avere un’apertura mentale verso le altre culture. Avatar è importante anche per questo. Dobbiamo guardare le cose da altre prospettive. Cercare di vivere la propria vita in modo diverso: è questo che il film mostra. Dobbiamo cercare di vedere le cose anche attraverso gli occhi degli altri altrimenti non arriviamo da nessuna parte.
Come hai creato la lingua Na’vi e come hai fatto a farla imparare agli attori?
J. C.: La lingua è stata creata leggendo il copione. Ho fatto delle libere associazioni: ho preso la lingua Maori ed ho inserito alcune di queste parole. Ha cominciato ad affinare le mie prime proposte: lingue africane, americane, europee; ha fatto un sistema di suoni ed ho scelto quelli che mi piacevano di più. Suoni che gli attori potevano pronunciare ma che allo stesso tempo sembrassero a noi totalmente estranee. Nel processo di selezione del cast abbiamo chiesto di riprodurre questi suoni.
Z.S.: Ci sono dei suoni che non sono stati facili. Era molto curiosa ma molto creativa. Jim lavorava insieme ai suoi collaboratori e noi continuavamo a lavorare per cercare un modo da pronunciarli in modo attraente. Parlare inglese con accento Na’vi è stato più difficile.
Sam Worthinghton: Ho già difficoltà con l’inglese. Bisogna decostruire il tutto: ci aiuta a migliorare la nostra recitazione. Per me è difficile dire certe parole e lo sarà sempre.
S.We.: Dal punto di vista di Grace quello che piace dei Na’vi non è solo la lingua, che Jim ha inventato per far immergere ancora di più il pubblico e noi attori nel mondo di Pandora. Ma comunque ho trovato straordinario che anche la lingua Na’vi avesse due livelli linguistici, uno più formale ed uno più colloquiale.
In questo film il 3D presenta degli effetti molto evidenti ed altri meno: è voluto?
J.C.: Ho pensato che ricordare al pubblico costantemente che sta guardando un film in 3D era come ricordargli che stava in un cinema. 3D vuol dire entrare in una realtà diversa. Non volevamo esercitare sempre le nostre capacità 3D e non volevamo stancare il pubblico. Il 3D accentua la percezione cinematografica ma ciò dipende anche da come fai il film, dal modo maturo in cui usi le tre dimensioni. Da oggi in poi lavorerò sempre in 3D a prescindere dall’argomento. Il 3D migliora la visione per il pubblico. Comunque molte cose sono uguali in 3D ed in 2D. La versione in 2D è fatta dai negativi digitali e sono fantastici altrettanto. Non credo possa andare male in sala ma è una scelta del consumatore. Il 3D aumenta la bellezza dell’esperienza del film.
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