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BARNYARD

Pubblicato il 22 febbraio 2007 da Andrea Di Lorenzo


BARNYARD

Il tema della crescita personale, intervallato dalla consapevolezza del cambiamento (nostro e di ciò che ci circonda), è presenza fissa e cospicua nella filmografia d’animazione: si ricordi ad esempio Il Re Leone, solo per citare un film che presenta sin troppe similitudini con la pellicola in questione. Aggiungete poi quella dose animalesca di personaggi antropomorfi (che qui non possono non farci pensare alla sgangherata fattoria di Lupo Alberto), miscelati con sapiente coscienza ed inventiva ed eccovi Barnyard, prima prova alla regia di tale Steve Oedekerk (sicuramente più famoso come sceneggiatore e produttore, vedasi Il professore Matto, Jimmy Neutron o Una settimana da Dio).
Protagonista del film è Otis, un giovane bovino (con le mammelle, scelta "divertente" secondo il regista) che rifugge le responsabilità: troppo pesanti per un giovane che ha "altri progetti" ma che alla fine si riveleranno essere soltanto paure. Definirlo protagonista potrebbe però essere sbagliato: Barnyard infatti è un film corale, ricolmo di personaggi (più di cento) spesso in scena in grandi quantità, come nella scena della prima festa nella fattoria (quando il contadino non c’è gli animali ballano... e danzano e fanno festa!). C’è dunque una comunità sullo schermo, che risalta più del personaggio singolare il quale, in ogni caso, è sempre perfettamente riconoscibile nei suoi tratti psicologici.

Sicuramente questo film d’animazione con protagonisti (per l’ennesima volta!) animali, riuscirà a conquistare la sua fetta di pubblico: le famiglie.
La certezza è data da una certa universalità del tema, che può andare bene per grandi e bambini, anche se in alcuni momenti lo sfondo di tristezza è scuro di nero pece e ciò potrebbe risultare pesante per i più piccini. A risollevare le sorti di queste oasi di mestizia interviene, comunque, una gustosa (quanto assurdamente estrosa) comicità che regala a volte gag di impatto notevole e scene d’antologia, come quella che vede mezza fattoria a cavallo di rombanti Harley Davidson.
Nota finale di merito va poi alla scelta delle musiche (fortunatamente non doppiate!), che quasi rendono il film un musical riportando le nostre memorie ai fasti delle Silly Simphonies disneyane. Gli animali della fattoria sfoggiano, in più di un’occasione, capacità canoro-musicali-danzerine degne dei migliori performer, su temi che variano dal rap al soul ma attestandosi principalmente sul genere country, stile molto legato al mondo rurale americano, forse un tantino stereotipato, quale quello che Oedekerk ci propone.


CAST & CREDITS

(Barnyard: The Original Party Animals) Regia, soggetto e sceneggiatura: Steve Oedekerk; montaggio: Paul D. Calder; musica: John Debney; art direction: Philip A. Cruden; interpreti: Kevin James (Otis), Courtney Cox (Daisy), Dannis Glover (Miles), Sam Elliott (Ben); produzione: O Entertainment; distribuzione: UIP; origine: USA, 2006; durata: 90’; web info: sito ufficiale.


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